Cisti renale: cosa fare?
Il 30% degli uomini di età superiore ai 50 anni presenta una cisti renale. Spesso il riscontro è occasionale e molti pazienti scoprono la presenza di questa lesione eseguendo una ecografia addominale per altri motivi.
Le cisti renali possono essere classificate in 4 tipi secondo la classificazione di Bosniak:
- Tipo 1 - cisti semplice: contenuto liquido, citrino
- Tipo 2 - cisti con setti e piccole calcificazioni
- Tipo 3 - cisti con calcificazioni irregolari e pareti ispessite
- Tipo 4 - cisti con componente solida, comunemente sono adenocarcinomi cistici
Normalmente le cisti sono di piccole dimensioni e non richiedono alcun trattamento ma solo un monitoraggio eseguendo ogni 12-18 mesi un esame ecografico.
In caso invece di dolore, infezioni, sangue nelle urine o qualora la cisti renale provochi una ostruzione renale e ipertensione arteriosa, diventa necessario un approccio terapeutico.
La prima forma di terapia consiste nell'evacuazione percutanea della cisti mediante puntura. La procedura viene eseguita sotto controllo radiologico e posizionamento di un ago in anestesia locale che dalla cute viene inserito direttamente nella cisti aspirandone il contenuto. Una volta aspirato il liquido, si inietta una sostanza sclerotizzante. Tale metodica non è priva di complicanze ( infezioni, fibrosi renali, emorragie) ma spesso il problema è l'elevato indice di recidiva.
In caso di recidive o di cisti di dimensioni cospicue trova indicazione l'approccio laparoscopico. In anestesia generale si procede alla introduzione mediante 3 piccoli (1 cm di diametro) fori sulla cute addominale, di strumenti miniaturizzati che vengono impiegati per l'isolamento della cisti dal rene e per l' asportazione della parete cistica.
Mediamente l'intervento dura meno di un'ora.ll paziente rimane ricoverato una notte. Il giorno successivo all'intervento, il paziente può riprendere una normale alimentazione e mobilizzazione e dopo circa 10 giorni può riprendere tutte le attività quotidiane.