Il varicocele: meglio operarlo!
Questo è quanto emerge da un lavoro, presentato in questi giorni a Boston (Massachusetts) al 69° Meeting annuale dell’America Society for Reproductive Medicine da un gruppo di ricercatori canadesi del Mount Sinai Hospital dell’Università di Toronto e del St. Mary’s Hospital della McGill University di Montreal.
Il varicocele è la dilatazione del plesso pampiniforme, cioè delle strutture venose che stanno sopra il testicolo e lo circondano,in sostanza è come avere delle vene varicose a livello delle borse scrotali.
Varicocele clinico al testicolo sinistro
Questa situazione anatomica altera la normale temperatura, a livello testicolare e inoltre riduce gli scambi gassosi a livello dei tubuli seminiferi, con un aumento di radicali liberi che sono sicuri fattori spermiotossici.
Gli interventi che eliminano la presenza di una tale problema anatomico sembrano migliorare il liquido seminale in più dell’80% dei casi, anche se il grado di miglioramento che si ottiene non è sempre prevedibile.
Il lavoro in questione ha valutato appunto il tipo di miglioramento ottenuto e se questo poteva permettere una modificazione dell’indicazione verso una tecnica di riproduzione assistita (ART) meno complessa.
Lo studio prospettico presentato copriva un periodo di tempo che andava dal 2008 al 2012, gli uomini avevano problemi di fertilità, un varicocele clinico e sono stati tutti sottoposti ad una correzione chirurgica o ad una embolizzazione radiologica.
Iniezione intracitoplasmatica di spermatozoo
373 sono stati gli uomini studiati, età media 35 anni, il varicocele era bilaterale in 174 casi (46,6%), a sinistra in 198 (53,1%) e a destra in 1 caso.
In estrema sintesi il lavoro ha mostrato per tutti gli uomini operati un aumento del numero totale degli spermatozoi, presenti nel liquido seminale, nel 58,8% dei maschi, con un numero di spermatozoi inferiore a 5 milioni, è stato possibile, visto il miglioramento ottenuto, tentare di ottenere una gravidanza con una tecnica di riproduzione assistita meno invasiva rispetto ad una fertilizzazione in vitro o ICSI ed utilizzare così una tecnica più semplice, chiamata inseminazione intrauterina (IUI).
Fonte: http://www.fertstert.org/article/S0015-0282(13)00915-1/fulltext
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