Considerazione per l'identificazione di pazienti ad aumentato rischio di tumore della prostata
In questo articolo un gruppo di autori di assoluto prestigio ed esperienza nel campo dello screening del tumore prostatico ha analizzato la letteratura proponendo spunti di riflessione e regole di comportamento secondo me degne di considerazione.
I dati più interessanti derivano da una popolazione studiata 30/40 anni fa, quindi in epoca pre-PSA dove i campioni di sangue ottenuti sono stati congelati in freezer con possibilità di scongelarli a distanza di molti anni dopo.
In questo modo si sono seguiti sia soggetti deceduti per tumore prostatito, sia soggetti ammalati di tumore prostatico ma tutt ora vivi.
A ritroso si è studiato il primo valore di PSA di questi pazienti generalmente ottenuto in una età variabile tra i 40 e 50 anni. I dati parlano molto chiaro:
1) Soggetti con età variabile tra i 40 e 50 anni e con PSA uguale o inferiore a 0,7 ng/ml presentano un rischio di ammalarsi di tumore della prostata nel corso della loro vita assolutamente basso.
2) Se il PSA è superiore a 0,7 ng/ml il rischio è di 14 volte superiore
3) Nella fascia di età tra 50 e 60 anni il PSA “rischio zero” è di 0,9 ng/ml
4) Nei pazienti reclutati in tale studio , nella fascia 50-60 anni un PSA superiore a 1,5 ng/ml ha identificato un alto rischio di sviluppare un tumore prostatico nei 4 anni successivi.
Dobbiamo forse considerare che il PSA rimane il miglior test per identificare precocemente un tumore della prostata.
Fonte: Roobol MJ et al.,Urol,2009;182:2112-22