Un robot (Da Vinci) che sconfigge il cancro della prostata
Introduzione
Il tumore della prostata anche se è un tumore a lento tasso di progressione rientra nella lista di quelli definiti “big killer” ovvero i grandi assassini. In Italia è il più frequente dei carcinomi maschili avendo un tasso di mortalità pari al 9% (il terzo in ordine di frequenza). Fra gli uomini di con un’età > di 50 anni, 1/7/anno è a rischio di sviluppare un cancro della prostata tanto che in Italia ogni anno sono registrati circa 43.000 nuovi casi. Secondo le analisi prospettive tali dati sono destinati a crescere nei prossimi anni specie nella regione Campania.
Cenni storici
Yan Shi (1023-957 aC), Archita di Taranto (400 aC), Aristotele (322 aC), Erone di Alessandria (10-70 dC), Leonardo da Vinci (1495), la rivoluzione industriale (1790), 'telepresenza' (1950) sino a giungere al robot da Vinci (®) (1999) sviluppato in ambito urologico, mostra l'incredibile storia dello sviluppo del robot chirurgico moderno che oggi usiamo per trattare i nostri pazienti. La chirurgia assistita da robot era un’utopia sino a qualche anno fa ma ormai ben consolidata in Urologia principalmente per curare il tumore della prostata ma sempre più utilizzato per le operazioni su rene prostata e vescica.
Considerazioni
L’intervento più diffuso in Italia per il tumore della prostata è la chirurgia classica cosiddetta a cielo aperto (80% dei casi) che prevede la incisione longitudinale della cute e dei muscoli della pancia subito al di sotto dell’ombelico estesa per circa 10-15cm per poi asportare completamente la prostata con una durata media di circa 2 ore calcolato dal momento dell’incisione al momento del posizionamento dell’ultimo punto di sutura. Il decorso operatorio è molto lungo pari a circa 10 giorni con le successive conseguenze quali l’ incontinenza e l’impotenza sessuale'.
Le moderne soluzioni alternative garantiscono degli interventi meno invasivi e più precisi. Con la laparoscopia e la robotica, si opera senza lunghe incisioni ma grazie all’utilizzo di strumenti inseriti in piccoli forellini di diametro pari a circa 1 cm. La visione video è ad alta definizione e tridimensionale nel caso della robotica in modo da asportare in maniera efficace vescicole seminali, prostata e linfonodi con maggiore precisione oltre ad una perfetta ricostruzione dell'uretra. Con l'intervento robotico della stessa durata di un intervento a cielo aperto (sono solo più lunghi i tempi di preparazione del robot) il paziente torna a casa dopo 3-4 giorni. In questo caso si ha una riduzione dell’incidenza di impotenza ed incontinenza. Con la robotica l'operatore lavora direttamente a una consolle (tipo videogiochi altamente sofisticato) che permette una millimetrica precisione nella dissezione dei tessuti, la correzione di eventuali tremori e movimenti e rotazioni non possibili dalla comune articolazione della mano (7 gradi di libertà) il che determina un più preciso risparmio dei fasci nervosi deputati alla erezione (tecnica nerve sparing).
Conclusioni
Mentre per la chirurgia laparoscopica è necessaria una notevole esperienza e deve essere eseguita da personale che ha già eseguito un lungo training (esercizio) con questa metodica. La robotica, al contrario, è più intuitiva ed abbastanza semplice da imparare da parte dei chirurghi oltre ad essere precisissima. Oggi essa è applicabile oltre che in campo urologico anche in ambito otorinolarinmgoiatrico, ginecologico, chirurgia generale ed in futuro è destinata ad estendersi in numerose altre branche. Il problema principale di questa metodica dagli indubbi vantaggi (ridotto sanguinamento intra e post-operatorio, ridotto dolore post-operatorio che comporta un minore uso di analgesici, più rapido ritorno alle normali attività quotidiane, più breve degenza ospedaliera, migliore recupero della funzionalità erettile e della continenza) che ne rallenta la diffusione è il costo dell’apparecchiatura che si aggira intorno al milione e mezzo di euro.
Notevole influenza riveste anche il rimborso regionale per ogni procedura che spesso per un’azienda ospedaliera è in negativo ovvero se ad esempio il costo di un prostatectomia radicale robotica è pari a circa 8.000 euro la regione ne rimborsa 4.000(lo stesso rimborso della chirurgia a cielo aperto) e l’azienda ospedaliera ci rimette circa il 50%, non considerando il costo del materiale che è monouso o soggetto a frequente ricambio.
Quindi è una chirurgia che in ambito pubblico purtroppo è ad appannaggio solo delle unità operative complesse e delle aziende ospedaliere che hanno un bilancio in positivo (attualmente un'utopia) e che mirano soprattutto alla qualità dei risultati.
Sorgente:
BJU Int. 2011 Dec;108(11):1708-13; discussion 1714. doi: 10.1111/j.1464-410X.2011.10576.x. Epub 2011 Sep 27.
From Leonardo to da Vinci: the history of robot-assisted surgery in urology.
Yates DR, Vaessen C, Roupret M.Academic Urology Department, la Pitié-Salpêtrière Hospital, Paris, France. d.yates@sheffield.ac.uk