Sindrome dei piedi urenti, ovvero camminare sui carboni ardenti
Molto spesso il terapista del dolore si trova a dover fronteggiare situazioni molto difficili e talvolta paradossali fra queste la sindrome dei piedi e della lingua urente sono certamente le più emblematiche.
Della lingua urente ne parleremo in una prossima occasione, in questa, affronteremo un problema non diffusissimo, ma drammatico per chi ne soffre: la sindrome dei piedi urenti.
Se incontrate d’inverno una persona che cammina con i sandali, non siete probabilmente di fronte ad un individuo eccentrico, ma verosimilmente ad una persona i cui piedi sono sempre in fiamme.
Il dolore urente è diventato, grazie alla fantasia poetica di Dante una pena infernale; una di queste situazioni è già stata descritta su questo Blog: il cosiddetto fuoco di S. Antonio.
Ma torniamo alla sindrome dei piedi urenti. Chi ne soffre ha la senzazione di camminare sui carbomi ardenti e questa sensazione il più delle volte non si attenua neppure durante il riposo notturno.
All’esame fisico i piedi sono tuttavia freddi e di colorito normale o pallido, la circolazione sanguigna è normale.
Nella storia clinica questi pazienti normalmente indicano come principio della patologia la presenza di parestesie frequenti ai piedi con iperalgesia (risposta dolorosa esagerata ad uno stimolo doloroso modesto) e talvolta allodinia ( risposta dolorosa ad uno stimolo normalmente non doloroso).
Nel tempo compare il sintomo principale: il dolore urente.
Questi pazienti vengono visti dal proprio medico di famiglia che li invia da numerosi specialisti quasi sempre senza una diagnosi conclusiva ed alla fine vengono etichettati come persone psicopatiche. E dopo tante pene alla fine, alcuni lo sono diventati veramente!
Sono pochi i Medici di Medicina generale che pensano di inviarli dall’unico specialista che probabilmente può aiutarli: il terapista del dolore.
Sono fortunati (sic!) quelli che presentano anche problemi motorii evidenti perché vengono indirizzati al neurologo che ha l’esperienza per diagnosticare il vero problema trattandosi il più delle volte di una neuropatia o polineuropatia periferica. Tuttavia il neurologo ha poca esperienza nella terapia di queste forme che richiedono una conoscenza specifica dei sistemi complessi di terapia antalgica necessari a mantenere un adeguato sollievo nel tempo.
L’esperienza comune ai terapisti del dolore insegna infatti che quasi mai i soli farmaci che agiscono sul dolore neuropatico (antiepilettici e antidepressivi ) sono sufficienti a dare un sollievo efficace e duraturo e molto spesso è necessario l’impiego degli analgesici oppiacei per avere ragione del dolore urente.
Le cause di queste neuropatie periferiche sono molteplici.
La polineuropatia diabetica è la più frequente causa ed è anche quella più facilmente diagnosticabile e curabile.
Ma esistono anche etiologie tossico-carenziali di non facile diagnosi: carenza di Vit. B1, alcolismo, intossicazione cronica da solventi organici (solventi per vernici o per collanti).
Tuttavia una notevole percentuale di pazienti affetti dalla sindrome dei piedi urenti non presenta cause evidenti ed è quindi di natura idiopatica probabilmente legata a motivi genetici ancora non identificati.
Nella diagnosi differenzale va tenuta presente la vasodilatazione parossistica a livello del piede che però è caratterizzata da piedi caldi e arrossati esattamente il contrario del piede urente da neuropatia periferica.
Anche il dolore neuropatico centrale (lesione del sistema nervoso centrale da cause vascolari o infettive) va preso in considerazione. Alla mia attenzione è giunto un paziente con un dolore urente al piede destro che dopo numerose valutazioni diagnostici si è dimostrato conseguente ad un ictus pregresso.
In conclusione, spesso, nel caso dei pazienti con sindrome dei piedi brucianti, si perde molto tempo per arrivare ad una diagnosi e quando ci si arriva la malattia è ad uno stato avanzato ed il paziente ha una qualità di vita e conseguenze sociali e psicologiche molto degradate.