Grillo, Veronesi, Saviano... e la mammografia
Ovviamente non entro nel merito della poco felice uscita di Beppe Grillo riguardo alla utilità della mammografia e ai riferimenti non certo teneri su Umberto Veronesi.
Prendo atto che intanto abbia fatto marcia indietro nascondendosi dietro i soliti "travisamenti" da parte dei media. Non è tuttavia una novità in fatto di uscite a gamba tesa sulla mammografia, perchè ho già ascoltato con le mie orecchie una decina di anni fa le sue infelici considerazioni sulla mammografia nel corso di uno spettacolo teatrale a Milano.
Forse è tempo che Grillo cominci a comprendere che le sue battute populiste non fanno nè ridere, nè riflettere, ma si aggiungono alla folta schiera di "complottisti" che speculano sulla paura della gente che ha sempre meno fiducia nei medici e che amplificano il livello di confusione generale di chi sta già soffrendo oltre ad incoraggiare le informazioni attravero percorsi fai-da-te.
Credo che certi discorsi non si debbano tacere, ma affrontati in modo serio, rigoroso e in maniera scientifica. Il tema è da considerare delicato non solo riguardo ai tumori, ma ad esempio anche riguardo ai vaccini. La sfiducia creata sui vaccini la stiamo pagando con aumento dei morti per malattie infettive (influenza e morbillo) e soprattutto con salato aumento dei costi sociali.
Mi sarei aspettata una levata di scudi fragorosa oltre che da parte delle istituzioni politiche anche da parte della comunità scientifica italiana, che invece si è defilata.
Grillo non è evidentemente informato, ma Umberto Veronesi è artefice - con tutta la sua scuola - di uno studio che può essere considerato come la pietra miliare della chirurgia moderna allestito in una epoca il cui il tumore del seno veniva considerato come praticamente incurabile perchè le poche guarigioni erano ottenute al prezzo di dolorose mutilazioni e di terapie radiologiche aggressive e invalidanti.
Il radicale rinnovamento diagnostico e terapeutico venne annunciato in tutto il mondo con un articolo in prima pagina del New York Times nel luglio del 1981 ed il giorno dopo in prima pagina del Los Angeles Times ed Herald Tribune, nonostante che tutto il mondo scientifico manifestasse una aperta ostilità alla sconvolgente rivoluzione culturale e scientifica proposta.
Specialmente da parte dei chirurghi e radioterapisti, americani in particolare, terrorizzati alla idea che si potessero infrangere i dogmi halstediani su cui avevano fondato la propria cultura oncologica.
E due giorni fa proprio, mentre Grillo lanciava le sue bordate sull' "affarista" Veronesi, il New York Times riprendeva (che coincidenza!) la validità della conservazione del seno e dei linfonodi ideata dall'italiano.
Ho deciso di scrivere questa news dopo avere letto un articolo di Roberto Saviano dal titolo:
"Ma dai deliri di Grillo nessuno si dissocia"
Saviano riprende la polemica non solo con osservazioni prevedibili "Le posizioni antiscientifiche di Grillo, mi convincono del fatto che in politica l'ignoranza degli onesti è una cosa molto molto pericolosa. Non basta essere incensurati, non condannati, non indagati. Bisogna essere prima di tutto responsabili ".
Non mi aspettavo però che Saviano facesse riferimento ad un libro scritto da Atul Gawande "Salvo Complicazioni" (Complications. A surgeon's notes on an imperfecte science- 2002), che condivido pienamente (www.senosalvo.com ) perché molto interessante per la tesi di fondo: la medicina non è una scienza esatta, è fatta di studio, di osservazione, di esperienze e di fallimenti. Da questi si impara più che dai successi.
Scienza imperfetta e ciò vale persino per la chirurgia: anche la chirurgia è una sorta di autopsia. Fare una autopsia letteralmente significa "andare a vedere con i propri occhi" e, nonostante tutte le nostre conoscenze e tecnologie, spesso quando andiamo a vedere non siamo affatto preparati a quello che troveremo.
Riferimenti: