Le patate fritte fanno bene o male?
Dal mondo di Internet, più che dalla letteratura scientifica, apprendiamo di un recente studio italiano che "promuove" le patate fritte cotte in Olio di Oliva extravergine. La ricerca dimostra che 100 grammi di patatine di buona qualità fritte in una friggitrice domestica alla temperatura di 180-200°C per un tempo di 7-8 minuti, siano in grado di rilasciare 3-8 mg di sostanze antiossidanti. Questo studio ha generato molti articoli sulla "vittoria" delle patatine fritte contro l'invecchiamento, contro le malattie, a favore della lunga vita eccetera.
Le patatine fritte fanno male
In realtà obiettivo degli studiosi sarebbe quello di denotare alcuni valori nutrizionali delle patatine fritte utili all'organismo rispetto a questo alimento cotto, e non per forza alle sue proprietà salutistiche assolute.
Di contro esiste una vastissima bibliografia scientifica internazionale che allerta la popolazione generale su questo tipo di abitudini alimentari e sui loro rischi.
Il contenuto di questa breve news pertanto, intende attenzionare su un concetto fondamentale: se fritte le patatine fanno male e, al pari di qualsiasi cibo così cucinato, il loro consumo deve essere limitato al minimo.
Perché il fritto non fa bene?
Tutti i fritti (e parliamo di quelli organoletticamente buoni) detengono elevatissimi livelli calorici rispetto al peso e contengono sempre molecole difficoltose da metabolizzare (e, sì, le patatine fritte fanno ingrassare).
I fritti non buoni ovvero quelli nati da oli misti soprattutto riutilizzati, quando non cucinati con oli scadenti oppure sotti con olio che ha oltrepassato il "punto di fumo" (e nessuno potrebbe mettere la mano sul fuoco rispetto a ciò che si mangia al di fuori dalle mura domestiche, come spesso accade per il consumo di patatine fritte e similari) sono invece addirittura capaci di generare molecole tossiche e probabilmente nocive per l'organismo, come l'acroleina, sostanza riconosciuta cancerogena e presente anche nel fumo di sigaretta.
Cosa si intende per fritto buono?
I passi migliori da seguire sono semplici:
- friggere possibilmente sempre con olio di oliva exrtavergine: fra tutti gli oli, quello extravergine di oliva è riconosciuto possedere sostanze nutritive favorevoli per l'organismo umano come i fenoli antiossidanti e vitamine a potere antiossidante;
- evitare il punto di fumo: esiste un momento particolare durante la frittura capace di innescare il prcesso del fumo. In questo momento il fritto non sarà più salutare poiché si arricchirà di sostanze potenzialmente tossiche per l'organismo; nell'olio di oliva il punto di fumo oscilla fra i 190°C e i 240°;
- friggere gli alimenti per poco tempo: per il medesimo concetto di ridurre il tempo di esposizione dell'alimento ai rischi di arricchimenti tossici;
- ma, soprattutto, friggere e consumare fritti il meno possibile.
Le fritture (e quindi anche la sfiziosa patatina fritta) devono essere relegate all'apice della piramide alimentare ovvero all'ultimo posto assieme ai dolci ai formaggi fermentati e agli alcolici.
Seguire delle regole di buon senso (e soprattutto, leggere in modo critico ciò che i mass media ci propongono quotidianamente) e consultarsi con il proprio medico di fiducia, ci farà vincere nella lotta contro le malattie del metabolismo e le neoplasie favorite da prodotti tossici alimentari e di consumo.