Gli edulcoranti: classificazione ed effetti indesiderati
Gli edulcoranti sono sostanze utilizzate in veste di additivi o vendute come sostituti dello zucchero e hanno il compito principale di rendere il sapore di un alimento più dolce. Sono utilizzati, come dolcificanti al posto dello zucchero, in molti prodotti “light” come bevande alcoliche e analcoliche, dolci, chewing-gum, confetture senza zucchero, prodotti destinati a soggetti affetti da patologia diabetica.
Tipi di edulcoranti
Queste sostanze dolcificanti possono essere classificate in zuccheri ridotti o polioli ed edulcoranti intensi.
Zuccheri ridotti o polioli
Si tratta di zuccheri ottenuti a partire dallo sciroppo di glucosio ricavato dall’amido, come il sorbitolo, il mannitolo, lo xilitolo, il maltitolo, il lactitolo o l’isomalto.
Si caratterizzano per:
- indice glicemico basso, pertanto utilizzati come dolcificanti per diabetici;
- valore calorico di circa 4 kcal per grammo;
- potere dolcificante inferiore rispetto a quello del saccarosio;
- calore di solubilizzazione negativo, che dà una sensazione di freschezza in bocca.
Lo xilitolo si distingue, inoltre, per la proprietà acariogena in quanto non viene attaccato dai microrganismi responsabili della placca e della carie dentaria.
Oltre che potere edulcorante, però, questi zuccheri hanno anche un effetto lassativo, che potrebbe causare diarrea e gonfiore addominale, pertanto non possono essere consumati in quantità elevate. Di solito è consigliato un dosaggio massimo giornaliero di 50 g. per gli adulti e di 10 – 20 g. per i bambini.
Edulcoranti intensi
Sono sostanze artificiali come l’aspartame, l’acesulfame K, la saccarina e i suoi sali, i ciclamati, la taumatina, la neoesperidina DC, spesso utilizzati in associazione per un effetto sinergico.
Si caratterizzano per:
- indice glicemico basso, pertanto utilizzati anche questi come dolcificanti per diabete;
- potere dolcificante superiore rispetto a quello del saccarosio;
- proprietà acariogena.
L’acesulfame K, la saccarina e i ciclamati per essere resistenti al calore trovano largo spazio nei prodotti dolciari, di pasticceria e panetteria ed in tutti gli alimenti che richiedono cottura (biscotti, per esempio). Mentre, l’aspartame e la taumatina non possono essere utilizzati con cibi da cottura per essere sensibili al calore.
Saccarina, aspartame e ciclamati: effetti indesiderati
La saccarina solitamente può lasciare un retrogusto amaro-metallico sgradevole; sembra inibire la digestione dei glucidi e delle proteine; test condotti su cavie di laboratorio (non esistono dati per l’uomo) hanno evidenziato una correlazione con il cancro della vescica e con lo sviluppo di ascessi cancerosi; sono stati registrati casi di reazione allergica con manifestazioni orticarioidi.
L’aspartame, come già detto, non deve mai essere sottoposto a temperature di cottura, poiché potrebbe generare sostanze dannose per l’alimento; è vietato a quei soggetti affetti da fenilchetonuria, per la presenza di fenilalanina; in soggetti predisposti, può scatenare fenomeni pseudo-allergici (nausea, vomito, dolori addominali, edema, eritema periorbitale, orticaria).
I ciclamati in test condotti su cavie di laboratorio (non esistono dati per l’uomo) hanno provocato danni ai testicoli. Pertanto, non essendo stati assolti in fatto di potenzialità cancerogena, sono tutt’ora vietati in alcuni Paesi tra cui gli USA.
Edulcoranti: consumare con cautela
Gli Edulcoranti sono certamente utili come dolcificanti naturali per diabetici e nelle diete dimagranti, ma il loro utilizzo deve sempre avvenire previo parere medico poiché non possono essere consumati con regolarità in sostituzione degli zuccheri naturali.
Il rispetto della dose massima giornaliera consentita è indispensabile per ovviare a quelli che sono gli effetti negativi.