La Dieta Metabolica: pochi pregi tanti difetti
La Dieta Metabolica è stata elaborata e sviluppata dal Dr. Mauro G. Di Pasquale, medico canadese di chiare origini italiane, che nel 2000 pubblicò il suo lavoro The Metabolic Diet: The revolutionary diet that explodes the myths about carbohydrates and fats. Nella presentazione del libro il dott. Di Pasquale definisce la definisce come "il santo Graal delle diete", un modello capace di divenire la panacea di tanti mali nutrizionali.
Fondamenti dell'alimentazione metabolica
Diffusasi inizialmente nell'ambiente del body building, dove l'alternanza del consumo di carboidrati e grassi secondo piani dietetici particolari, la dieta della rivoluzione metabolica è molto diffusa soprattutto in vista di gare e di programmi finalizzati alla perdita di grasso in eccesso preservando la massa muscolare. Successivamente ha interessato diverse altre categorie di persone sino a divenire oggi, soprattutto negli Stati Uniti, una delle alimentazioni più seguite.
Il Dr. Di Pasquale argomenta le sue convinzioni dietologiche partendo da una critica alquanto forzata, a mio avviso, alle più moderne e oramai consolidate conoscenze e convinzioni nutrizionali: cioè che i grassi in eccesso nell'alimentazione, e particolarmente i grassi saturi, possano costituire un pericolo per la nostra salute.
Infatti egli va ad attaccare direttamente un noto studio epidemiologico finlandese, il Framingham Study, iniziato negli anni Cinquanta nel nord Karelia (Finlandia) e tuttora una pietra miliare delle acquisizioni scientifiche in fatto di salute e alimentazione. Di questo studio, viene a criticare il ruolo svolto nella aterogenesi (arteriosclerori delle arterie) da parte dei grassi saturi e dell'effetto protettivo nei suoi confronti dei grassi monoinsaturi (olio di oliva) e polinsaturi (olio di semi – acidi grassi omega3).
Come funziona la dieta metabolica
In pratica il suo fondamento si basa sullo scarico dei carboidrati con, al contrario, una dieta ricca di grassi e proteine per un periodo iniziale di 4 settimane, si crea uno shock metabolico capace di determinare una perdita di peso: reintegrando i carboidrati in una fase successiva secondo delle precise modalità, si impedirebbe il processo inevitabile del catabolismo muscolare evitando di intaccare "troppo" la massa magra.
Dieta metabolica: esempio
Alla base di questa dieta c'è l'alternanza di fasi di scarico e carico dei carboidrati.
Prima fase: scarico carboidrati
Una prima fase di 4 settimane appunto è caratterizzata da una drastica riduzione di carboidrati. I primi 12 giorni prevedono un ridotta quota di carboidrati introdotta giornalmente (30 grammi) e molti grassi (50-60%) e proteine (30-50%). Tale periodo è chiamato di "scarico di carboidrati" ed è seguito da 2 giorni di "carico" caratterizzato dalla reintroduzione di molti carboidrati (35/55% di carboidrati – 25/40% di grassi -15/30% di proteine).
Secondo il dr. Di Pasquale con una l'alternanza di consumi di questo genere si indurrebbe il proprio organismo di fatto a "bruciare" i grassi corporei. Questa prima fase è caratterizzata spesso dalla insorgenza di astenia, nausea, cefalea per i quali sintomi è prevista una serie di soluzioni costituite da un aumento graduale dell'apporto glicidico (variabile da persona a persona) sino a raggiungere la quota ottimale di carboidrati per quella persona e solo per quella.
Seconda fase
Quando tale quota è stata individuata dalla persona stessa, e comunque in genere non prima delle 4 settimane, si passa alla seconda fase nella quale si alterneranno periodi (giorni) di "scarico" seguiti da periodi (giorni in minor misura) di "carico" con la quota glicidica precedentemente individuata. In tal modo, a detta del dr. Di Pasquale, l'organismo, individuato il regime glicidico più consono a ciascuno, diventerebbe una perfetta macchina brucia grassi senza alcun effetto indesiderato grazie alla quota glicidica precedentemente individuata e su cui abbiamo tarato il programma dietetico. Il programma dietologico prevede una durata finalizzata al raggiungimento del peso desiderato al quale seguirà opportuna dieta di mantenimento.
Pregi e difetti della dieta metabolica
I pregi di tale alimentazione, se di pregi si possa parlare, sono che di solito si ottengono validi risultati in termini di riduzione ponderale, senza il problema della fame (la sazietà con questa dieta viene garantita), del "food craving" tanto temuto dagli americani (compulsiva voglia di zuccheri e/o grassi) soprattutto in poco tempo: in due mesi, infatti, si riuscirebbe a perdere facilmente 8-10 kg senza intaccare e solo per pochissimo la massa magra tanto agognata proprio dai body builders.
In verità i difetti di tale dieta abbondano e vediamo perché:
- la fase di scarico dei carboidrati apporta una quota ridottissima di questo nutriente (30 gr), che è ben al disotto di quella richiesta dall'organismo, che si troverà costretto a bruciare rapidamente tutto il glicogeno (riserva glicidica epatica) per le necessità soprattutto del cervello ed eritrociti che sappiamo fanno uso solo di glucosio (circa 180 gr al giorno: ben sei volte superiore a quella consigliata da tale dieta);
- finita tale scorta (in genere in 24 ore) si comincia a intaccare la quota di grasso corporeo e successivamente proteine (combustibili di serie B) che forniranno, molto più lentamente e a un prezzo metabolico superiore, energia con largo accumulo però di scorie azotate e radicali liberi;
- lo scarso apporto di frutta e verdura (ricchi di carboidrati) determina una deplezione anche di sali minerali, di vitamine ma soprattutto di fibre con il reale rischio di insorgenza di stitichezza con tutti i problemi che ne possono derivare (emorroidi, diverticolosi, etc);
- la scarsità di carboidrati con il successivo ricorso al consumo metabolico di grassi e proteine, determina la rapida insorgenza di una elevata quota di corpi chetonici (acidosi metabolica) nel sangue che, se da una parte viene a ridurre decisamente il senso di fame, dall'altra determina l'insorgenza di stanchezza, nausea, vomito, vertigini, instabilità emotiva, ansia, cefalea sino, nei casi più gravi, coma metabolico;
- il rendimento energetico, soprattutto in chi fa attività sportiva prolungata, è decisamente diminuito dal momento che, a parità di ossigeno consumato, i carboidrati hanno un rendimento energetico superiore ai grassi e pertanto la prestazione sportiva ne verrebbe danneggiata sia per attività di poco conto che per attività agonistica;
- la necessità di incrementare drasticamente la quota lipidica, impone il consumo giornaliero di elevate quote di grassi prevalentemente animali (quindi tanta carne rossa, formaggi, latte intero, pancetta, uova etc) in barba a tutte le raccomandazioni della comunità scientifica internazionale sul consumo di tali alimenti riconosciuti (qualora il loro consumo sia eccessivo), responsabili dell'aumentato rischio di aterosclerosi: ne consegue un sicuro incremento del colesterolo e trigliceridi che certamente non è augurabile per nessuno, senza tener conto di gastroduodeniti sempre in agguato in questi casi.
Critiche alla dieta metabolica
La Dieta Metabolica del Dr. Di Pasquale non segue a mio avviso e secondo l'opinione di tantissimi colleghi, le moderne acquisizione della Scienza dell'Alimentazione in termini di risposta metabolica e salute per l'organismo.
Non tiene conto affatto delle forzate ripercussioni sul metabolismo glicidico con l'insorgenza di picchi iperinsulinemici pericolosi, non tiene conto dell'innalzamento della quota lipidica ematica sia del colesterolo che dei trigliceridi; non tiene conto della forzata riduzione di fibre con ripercussioni negative su tutto l'apparato gastrointestinale; non determina un miglioramento ma bensì un peggioramento delle prestazioni fisiche con riduzione della resistenza fisica allo sforzo. E potrei continuare ma mi fermo qui, per motivi di spazio, con un giudizio decisamente negativo sulla bontà di questo modello alimentare del resto molto criticata da tutti gli ambienti scientifici nutrizionali, ma molto seguita solo per il rapido effetto che determina.