Narcisimo
NARCISIMO
<<Le ultime sue parole, mentre fissava l'acqua una volta ancora, furono: "Ahimè, fanciullo amato invano", e le stesse parole gli rimandò il luogo; e quando disse 'Addio', Eco 'Addio' disse.
Poi reclinò il suo capo stanco sull'erba verde e la morte chiuse quegli occhi incantati sulle fattezze del loro padrone.( …)>>.
(vedi Ovidio, in particolare se volete leggere il mito di Narciso, lo trovate nel III libro delle Metamorfosi, dal verso 316 al verso 510).
Questo racconto ci serve da pre-testo per riferirci a quelli che si presume siano gli attributi dell’individuo “narcisista” per antonomasia?
Facciamone un semplice elenco:
1) “Posso fare tutto” (onnipotenza);
2) “Sono visibile ovunque” (onnipresenza);
3) “So tutto” (onniscienza);
4) “Devo essere adorato”.
Questi naturalmente sono gli attributi di un dio. Ad un livello profondo i narcisisti, e in particolare le personalità psicopatiche, si considerano degli dei. Troppo spesso, purtroppo, anche i loro seguaci li vedono in questa luce.
Ecco un aspetto abbastanza tipico del narcisismo nella vita di relazione quotidiana: l’altro, qualunque altro, non esiste in se stesso, ma solo come specchio di una propria attività psichica
<<Dal punto di vista psicoanalitico, proprio questa è una delle funzioni principali del mito: consentire di rappresentare coscientemente, proiettandolo su un mondo esterno, un contenuto psichico che altrimenti non potrebbe essere accettato dalla coscienza>>. P. 25 Semi
Non capita spesso di avere dei soggetti narcisisti in terapia, perché questo tipo di personalità spesso nega la propria patologia ed ha una vita di <<successi>>, che compensa relazioni fallimentari e senza emozioni.
<<(…) mancando la forza reale che deriva dai sentimenti intensi, il narcisista ha bisogno del potere, e lo cerca per compensare questa deficienza. Il potere sembra infondere energia all’immagine del narcisista, sembra conferirle una potenza che altrimenti non avrebbe>>. Lowen, Il narcisismo (pag. 72)
Per i narcisisti il controllo ha la stessa funzione del potere – li protegge da una possibile umiliazione.
Per prima cosa controllano se stessi negando quei sentimenti che li renderebbero vulnerabili. Ma, devono anche controllare le situazioni in cui si trovano coinvolti, devono accertarsi che non ci sia possibilità che altri abbiano potere su di loro.
In altri termini, potremmo dire che, in queste situazioni, la percezione dell’oggetto serve solo ad evocare quelle rappresentazioni interiori dell’oggetto che sono funzionali a sé. E subito dopo aver funzionato come miccia, la percezione è gettata via, rimossa o scissa dal campo della coscienza, mentre viene agito un dialogo interiore tra sé e sé.
In parole semplici, l’Altro è funzionale soltanto a gratificare l’immagine di sé, si potrebbe dire:
<< Basta parlare di me! Ora parliamo di te! Cosa ne pensi di me?>>