L’autocontrollo è questione di memoria (di lavoro)

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta



Quanto sarebbe utile riuscire a prevedere la capacità di qualcuno di controllare le emozioni? Predire quanto riuscirà a restare calmo in circostanze stressanti? Accettare aspre critiche senza scomporsi?

 

Le persone differiscono riguardo alla capacità di controllare le emozioni e uno dei fattori in grado di predire tale capacità è di natura non emotiva, un costrutto cognitivo freddo.

 

H. A. Demaree, professore di psicologia alla Case Western Reserve University, suggerisce che tale costrutto altro non sia che la capacità della memoria di lavoro (WMC, da working memory capacity).

 

La WMC è la capacità di processare un flusso d’informazioni mentre si è impegnati in un altro compito o si viene distratti. Ad esempio, prendere appunti mentre si assiste a una lezione. Si deve ascoltare ciò che l’oratore dice, ricordarlo e poi scriverlo.

 

Le persone con un’alta capacità di memoria di lavoro si sono rivelate anche le più capaci ad autoregolarsi e controllare le emozioni negative dopo essere state aspramente criticate.

 

Questo filone di ricerca, dove la psicologia cognitiva fredda incontra la psicologia calda delle emozioni, è relativamente nuovo e ha portato alla pubblicazione di uno studio recente di Demaree sulla rivista Emotion.

 

Insieme al collega professore di psicologia B. J. Schmeichel, Demaree ha indagato proprio sulle relazioni fra WMC e controllo delle emozioni. Si tratta di una ricerca rara, fra le primissime a dimostrare che la fredda cognizione può predire il manifestarsi delle emozioni.

 

Basandosi su studi precedenti degli stessi autori, ad alcuni volontari è stato chiesto di risolvere dei problemi matematici mentre dovevano memorizzare una lista di parole. I soggetti che sono stati in grado di ottenere i punteggi più alti sono stati identificati come ad alta capacità di memoria di lavoro.

 

I ricercatori hanno poi somministrato un test a tutti i soggetti, commentandone alla fine i risultati in maniera critica negativa oppure neutra, per determinare se la reazione emotiva alle critiche avrebbe condizionato i risultati a un altro test, somministrato subito dopo.

 

Le critiche negative consistevano in affermazioni esagerate sul carattere dei soggetti, come: “Le tue risposte indicano che hai la tendenza a essere egoista e ad anteporre i tuoi bisogni agli interessi degli altri”. Oppure: “Se non riuscirai a maturare emotivamente o a cambiare il tuo stile di vita, potresti avere difficoltà nel mantenere le tue amicizie e nel formare relazioni stabili”.

 

Subito dopo aver ricevuto la critica negativa o quella neutra, ai partecipanti è stato chiesto di valutare la loro familiarità con una lista di personaggi e luoghi. La lista era composta da 72 item reali e 18 inventati. Questi ultimi erano inseriti nella lista per vedere quanto le persone si sarebbero spinte in avanti nel vantare una familiarità eccessiva con gli stimoli.

 

Tale reazione è un modo ben noto che le persone mettono in atto quando vogliono sentirsi più a loro agio e controllare le reazioni alle critiche. Vantandosi in pubblico si può apparire fanfaroni o immodesti, ma vantarsi quando si viene criticati o sminuiti è un modo efficace per calmierare le emozioni.

 

I ricercatori hanno visto che fra coloro che avevano ricevuto la critica negativa, le persone con alta capacità di memoria di lavoro erano quelle che si vantavano di più.

 

Inoltre, alla fine dello studio sono state queste stesse persone a riportare le minori emozioni negative come vergogna, rabbia o sensazioni di stress.

 

In altre parole le persone con alta WMC hanno usato automaticamente una strategia che le faceva sentire meglio e più controllate di fronte a un attacco personale.

 

Essere capaci di predire le reazioni emotive può essere utile in vari modi. È possibile insegnare tecniche di autocontrollo in base alla probabilità che si avranno di utilizzarle. Ad esempio, tecniche di rivalutazione come il controllo delle espressioni facciali, oppure tecniche di coping per trasformare situazioni sfavorevoli in favorevoli possono essere insegnate alle persone per aiutarle a fronteggiare meglio lo stress di tutti i giorni. Queste strategie sono spesso più produttive rispetto alla soppressione delle emozioni.

 

Fonte:
B. J. Schmeichel, H. A. Demaree. 2010. Working memory capacity and spontaneous emotion regulation: High capacity predicts self-enhancement in response to negative feedback. Emotion.

Data pubblicazione: 16 maggio 2011

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