Dipendenza da smartphone.

Smartphone croce e delizia: uno sguardo clinico sulle tecnodipendenze

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Dr. Federico Tagliatti Psicologo, Psicoterapeuta

La dipendenza da smartphone può essere interpretata attraverso una prospettiva psicodinamica come una ricerca di soddisfazione immediata dei bisogni psichici, quasi una sorta di narcisismo tecnologico che maschera un profondo senso di vuoto e insicurezza, anche se questi due termini possono offrirci tuttalpiù uno spunto riflessivo che gratta appena la superficie del problema.

Nell'era digitale, una delle più penetranti dipendenze teconologiche è quella legata all'uso dello smartphone.

La ricerca di Silja Kosola presso l'Università di Helsinki [1], illumina su come l'abuso di questo strumento possa influenzare negativamente il benessere psicologico e sociale degli adolescenti.

Un legame compulsivo allo smartphone può essere osservato, ad esempio, dall'angolatura di un tentativo di colmare un vuoto interiore, come dicevo, o di regolare l'autostima. Gli individui possono sviluppare un rapporto viscerale con il dispositivo come una sorta di "oggetto transizionale", che fornisce sicurezza ma allo stesso tempo impedisce l'elaborazione emotiva e la crescita personale.

Guarda il video: 3 domande sulla dipendenza da Internet

Quali sono i fattori che generano la dipendenza?

Occorre osservare comunque che la genesi di una dipendenza si sviluppa attraverso un intreccio di fattori biologici, psicologici e sociali che interagiscono tra loro. 

  • Biologici: Alcune persone possono avere una predisposizione genetica che le rende più suscettibili alla dipendenza. Questi fattori biologici possono influenzare il sistema di ricompensa del cervello, aumentando la probabilità che comportamenti come l'uso dello smartphone diventino compulsivi.
  • Psicologici: Le dipendenze possono anche avere radici in bisogni psicologici insoddisfatti, come la ricerca di conforto, l'evitamento del dolore emotivo, o il bisogno di controllo. Gli individui possono utilizzare comportamenti dipendenti per gestire ansia, depressione o altri disturbi emotivi.
  • Sociali: L'ambiente e le relazioni sociali giocano un ruolo cruciale. La pressione dei pari, la disponibilità della tecnologia, e le norme culturali attorno all'uso dei dispositivi digitali possono facilitare o incoraggiare lo sviluppo di comportamenti dipendenti.

Questi elementi si combinano spesso in modi unici per ogni individuo, delineando la complessità della genesi delle dipendenze in generale.

Per approfondire:Giovani e social network: l'impatto sui comportamenti

Conseguenze

Una dipendenza tecnologica può ovviamente incidere negativamente sulle relazioni interpersonali. Attraverso il filtro dello smartphone, le interazioni possono diventare superficiali, limitando la capacità di leggere e rispondere adeguatamente agli stati emotivi altrui. Ciò può portare a una forma di isolamento emotivo, nonostante l'apparente iperconnessione.

Interventi come la terapia psicodinamica, possono aiutare gli individui a esplorare le radici psicologiche della loro dipendenza, migliorare la consapevolezza di sé e sviluppare strategie più salutari per gestire il proprio tempo e le proprie relazioni. La riflessione sul proprio uso della tecnologia può facilitare la riscoperta di attività che promuovono un benessere più profondo e sostenibile.

Un punto di vista psicoanalitico ci spinge quindi a considerare la dipendenza da smartphone non solo come un fenomeno tecnologico, ma anche come un riflesso di bisogni psicologici più profondi che necessitano di essere indirizzati attraverso un approccio terapeutico integrato.

Per approfondire:Generazione Z a rischio dipendenze

 

Data pubblicazione: 24 maggio 2024

5 commenti

#1
Dr. Carla Maria Brunialti
Dr. Carla Maria Brunialti

Allo sguardo clinico di psico-sessuologa non può sfuggire la sex addiction, di cui assai poco tuttora si parla, oppure la si attribuisce ad età più adulte.

La dipendenza dal sesso virtuale può instaurarsi fin dall'età della scuola media attraverso l'uso di PC e smartphone soprattutto in utenti maschi ed è in grado di provocare importanti problematiche sessuali e relazionali già dall'età giovanile.

In Italia l'Istituto Superiore di Sanità IIS sta dimostrando attenzione per tale fenomeno, peraltro piuttosto recente.
Al riguardo materiali interessanti e liberamente consultabili si possono reperire sul sito dell'IIS https://www.iss.it , tra cui:
1- Dipendenza da relazioni online e dipendenza da sesso virtuale
2- Capire e impedire l’insorgenza della dipendenza da Internet
3- Dipendenza dalle relazioni virtuali
4- Dipendenza da Internet: 102 risorse territoriali mappate dall’Iss.

Dott. Brunialti

#2
Dr. Federico Tagliatti
Dr. Federico Tagliatti

Ringrazio la collega per avere portato in luce un fenomeno complesso e contestualmente affascinante che, può essere analizzato da diverse prospettive, anche psicodinamiche se vogliamo. La sua caratterizzata fondamentale, definita da un uso compulsivo e problematico di materiale pornografico online, chat erotiche e altri contenuti sessuali virtuali, interferiscono gravemente con la vita quotidiana.

Da una angolatura psicodinamico, la sex addiction da internet può essere vista come un tentativo di gestire e modulare l'angoscia e i conflitti inconsci. La persona può facilmente utilizzare il comportamento sessuale compulsivo come un meccanismo di difesa per evitare di affrontare emozioni dolorose, traumi passati, o conflitti irrisolti. Questo comportamento può servire banalmente a mantenere i conflitti al di fuori della consapevolezza cosciente, in altri termini un modo per temporaneamente l'ansia.

Un buon assist ce lo può offrire la teoria dell'attaccamento con una chiave di lettura interessante per comprendere la sex addiction da internet. Gli individui con stili di attaccamento insicuri, sviluppati durante l'infanzia a causa di relazioni disfunzionali con i caregiver, possono essere più predisposti a cercare gratificazioni immediate e sicurezze temporanee attraverso l'attività sessuale online. L'uso compulsivo di materiale pornografico può rappresentare un tentativo di compensare i sentimenti di mancanza e inadeguatezza che derivano da un attaccamento disorganizzato o evitante.

In tutto questo entrano in gioco anche diversi meccanismi di difesa, come la repressione ad esempio, la scissione e la razionalizzazione, in un ruolo significativo nella sex addiction da internet. La repressione può mantenere le pulsioni sessuali fuori dalla consapevolezza cosciente, emergendo in comportamenti compulsivi. La scissione può permettere all'individuo di separare le proprie attività sessuali online dalla propria identità e vita quotidiana, minimizzando il conflitto interno. La razionalizzazione aiuta a giustificare il comportamento compulsivo, riducendo il senso di colpa e vergogna tutti aspetti sui quali vale la pena riflettere in maniera più approfondita

Non mancherei di evidenziare, dato che un po’ i tempi lo richiedono anche per moda, che la sex addiction da internet può anche essere interpretata in termini di narcisismo. Gli individui con tratti narcisistici possono utilizzare il comportamento sessuale online come mezzo per gratificare un bisogno che potremmo genericamente definire di ammirazione. Le interazioni online offrono un contesto controllato dove l'individuo può sentirsi temporaneamente potente e desiderato, riducendo drasticamente i sentimenti di inadeguatezza squisitamente propri del comparto narcisistico.

In conclusione mi sentirei di dire che per mezzo dell'analisi dell'inconscio, dei meccanismi di difesa, delle dinamiche di attaccamento, e del ciclo compulsivo, è possibile ottenere una visione più chiara delle motivazioni profonde che guidano questo comportamento. Un approccio terapeutico psicodinamico può quindi essere efficace nel trattare le radici emotive e psicologiche della dipendenza, anche se, i tempi che normalmente vengono impiegati per raggiungere risultati apprezzabili possono indurre ad una condizione di frustrazione, specie in soggetti che sono stati abituati, proprio dallo stesso sintomo che li ha portati in terapia, ad ottenere ciò che desiderano in tempi estremamente brevi un po’ come sta avvenendo un po’ con tutti dagli esordi dell’era di internet ad ora

#3
Dr. Carla Maria Brunialti
Dr. Carla Maria Brunialti

Sono molteplici gli approcci utilizzabili nel trattamento delle dipendenze. Non mi riferisco unicamente a solo quelle 'con sostanza', ad es. alcol, cocaina; ma anche quelle comportamentali come il gioco d'azzardo, gli acquisti compulsivi. ... ;
E non c'è convergenza sul fatto che approcci che lavorano sulla visione più chiara delle motivazioni profonde (ad es. psicodinamico) siano maggiormente efficaci di altri che lavorano con un approccio integrato comprendente indicazioni comportamenti precise.
Sarebbe a dire che capire e sapere possono non essere sufficienti al paziente per cambiare, motivandolo a trovare la forza di rinunciare a quel piacere che la dipendenza provoca.

Queste affermazioni non sono solo teoriche.
Prima dell'avvento in Europa della "psicoterapia sessuale" (attorno al 1990), anche noi nel caso di disturbi o disfunzioni della sessualità utilizzavamo l'analisi dell'inconscio, dei meccanismi di difesa, delle dinamiche di attaccamento, ecc.
Ma i risultati erano incerti ed i tempi lunghi; e di conseguenza gli abbandoni raggiungevano una percentuale considerevole; con conseguente frustrazione per entrambi, e di tempo di vita perso per il paziente.
Con altre metodologie, ad es. con l' "Approccio Integrato" che applichiamo nel nostro Centro, si riducono gli svantaggi e si massimizza l'esito positivo peraltro verificabile.

Queste precisazioni non tanto per una discussione teorica (non è la sede adatta), bensì a vantaggio di chi ci legge e che non è pratico di sottigliezze psy. Ma che, tuttavia, sente il bisogno di uno sguardo e di una informazione più completi.
Non a caso uno degli articoli più letti è la "Miniguida per la scelta dell'orientamento psicoterapeutico":
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html .
D'altra parte spesso succede che il / la professionista ritenga che l'approccio che pratica sia il migliore.

Dott.Brunialti

#4
Dr. Federico Tagliatti
Dr. Federico Tagliatti

Sembra che siano trascorsi più di trent'anni ed è ragionevole ammettere che sia passata altrettanta acqua sotto i ponti, in altre parole moltissima ricerca è stata prodotta; tuttavia non è la polemica o il campanilismo ad attrarre la mia attenzione, piuttosto cercare di offrire un punto di vista scevro da controversie basato sulle mie competenze, la mia passione e la più trasparente mancanza di necessità di salire in cattedra per fini promozionali, che siano essi rivolti all'epistemologia della quale mi avvalgo nella pratica clinica o della mia persona.

#5
Dr. Federico Tagliatti
Dr. Federico Tagliatti

Tuttavia è assolutamente vero, ci sono molti modi per affrontare le dipendenze. Oltre ai metodi tradizionali basati sulla farmacologia e sulle terapie di gruppo, gli approcci psicodinamici cercano di esplorare e risolvere i conflitti interiori e i traumi passati che possono sottostare alla dipendenza. Poi abbiamo realtà come l'approccio integrato, che possono includere una combinazione di terapia cognitivo-comportamentale, coaching sulle abilità di vita, supporto psicoeducativo e, a volte, interventi farmacologici.

Non esiste attualmente un chiaro consenso su quale approccio sia il più efficace universalmente. Mentre alcuni studi suggeriscono che approcci come la terapia cognitivo-comportamentale sono molto efficaci nel trattare certe forme di dipendenza, come quella da sostanep, altri sottolineano i benefici degli approcci psicodinamici, specialmente per pazienti con complicazioni psicologiche profonde. Il successo di un approccio può variare a seconda delle caratteristiche individuali del paziente, della sua storia personale, e della natura specifica della sua dipendenza.

L'osservazione che esprime "capire e sapere possono non essere sufficienti per cambiare" è estremamente pertinente. Riconoscere e comprendere i motivi profondi dietro un comportamento dipendente è un passo cruciale, ma spesso non è sufficiente da solo per produrre un cambiamento durevole nel comportamento, per questo la psicoanalisi più attuale si è fortemente affrancata, potremmo dire evoluta pur mantenendo la sua identità, rispetto ad alcune osservazioni teoriche che la caratterizzarono negativamente all'inizio della seconda metà del '900.

La scelta dell'approccio terapeutico dovrebbe essere guidata dalla natura della dipendenza del paziente, dalla sua storia personale e dalle sue esigenze specifiche. È essenziale che sia il terapeuta sia il paziente siano aperti a considerare diversi approcci e ad adattare il trattamento in base alla risposta del paziente e ai progressi nel tempo.

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