Qualità della vita e salute mentale nei soggetti affetti da allergia a farmaci
I disturbi mentali e la compromissione della qualità della vita sono fenomeni che si associano all’allergia a farmaci. Una recente metanalisi ha quantificato questa associazione e proposto il supporto psicologico come parte integrante dell’iter diagnostico-terapeutico allergologico.
L'impatto delle allergie ai farmaci sulla salute mentale
L’allergia ai farmaci rientra nel capitolo delle reazioni da ipersensibilità a farmaci, reazioni avverse particolarmente impattanti sulla salute mentale e sulla qualità della vita delle persone.
Sebbene la qualità della vita del paziente sia ormai riconosciuta come un importante criterio di valutazione in ambito sanitario, il rapporto tra qualità della vita e salute mentale nei pazienti con reazioni avverse ai farmaci è ancora poco indagato.
Lo scopo della metanalisi condotta da Martini et al. è stato quello di valutare l’impatto, in termini di prevalenza, gravità e fattori di rischio delle reazioni avverse da farmaci sulla salute mentale e sulla qualità di vita dei pazienti, con particolare attenzione all'anafilassi indotta da farmaci.
La revisione sistematica ha incluso tutti gli studi pubblicati fino al 2022 che includevano soggetti con almeno un episodio di reazione avversa a farmaco e in cui sia stata indagata la salute mentale e/o la qualità della vita per mezzo di test validati.
Quali patologie sono state analizzate?
Le patologie concernenti la salute mentale analizzate sono state:
- depressione,
- ansia,
- somatizzazione,
- disturbo da stress post-traumatico,
- alessitimia,
- disturbo da attacco di panico,
- disturbo borderline di personalità.
La qualità della vita è stata misurata impiegando test validati sia specifici per l’allergia a farmaci, sia di benessere generale.
Quali sono i risultati dello studio?
I risultati hanno mostrato che, rispetto ai soggetti sani, i pazienti con reazioni avverse ai farmaci avevano un rischio significativamente più alto (p<0,05) di depressione (prevalenza fino al 51,4%, odds ratio 2,94) e di ansia (prevalenza fino al 48%, odds ratio 3,92).
L’età avanzata e la gravità delle reazioni avverse (es. anafilassi) sono emersi essere fattori di rischio associati ad una frequenza ancora maggiore di ansia e depressione. Purtroppo, i dati concernenti le altre condizioni di salute mentale sono poco rappresentati in letteratura, ma hanno comunque mostrato una frequenza maggiore nei pazienti con reazioni avverse ai farmaci.
L’impatto negativo sulla qualità della vita è stato altrettanto significativo, soprattutto in caso di:
- età avanzata,
- comorbidità psicologiche,
- reazioni multiple e anafilassi indotta da farmaci, quest’ultima associata a maggior paura e ansia anticipatoria.
Le preoccupazioni maggiori riportate dai pazienti riguardavano:
- l’incertezza legata ai farmaci da poter utilizzare in caso di necessità,
- la frustrazione di non ricevere una diagnosi certa,
- la paura di vivere nuovamente reazioni allergiche, soprattutto nel sesso femminile.
Interventi allergologici di tipo diagnostico (es. test cutanei) e terapeutico (es. desensibilizzazioni), dopo reazioni avverse a farmaci, hanno invece portato ad un miglioramento della qualità della vita.
La casistica totale raccolta ha mostrato che il sesso femminile sembra essere costantemente più affetto dal fenomeno delle reazioni avverse a farmaci, rispetto al sesso maschile, con una percentuale che va dal 60% fino all’82% delle popolazioni incluse nei singoli studi.
Conclusioni
In conclusione, nonostante la letteratura su questo argomento non sia molto ricca e le limitazioni intrinseche alla natura retrospettiva della maggior parte degli studi inclusi, questa revisione sistematica ha chiaramente mostrato come la qualità della vita e la salute mentale siano notevolmente influenzate dopo un’esperienza di reazione avversa a farmaci.
Emerge inoltre uno scarso impiego del supporto psicologico in questa tipologia di pazienti, nonostante venga riconosciuto come una valutazione più accurata della qualità della vita e una più precisa caratterizzazione dei pazienti (es. somatizzazione), dal punto di vista psicologico, potrebbe avere un duplice beneficio.
Da un lato potrebbe aiutare il paziente con allergia/intolleranza a farmaci a gestire le conseguenze extra-allergologiche della loro condizione, agendo sull’impatto psicologico e sul conseguente peggioramento della qualità della vita.
In secondo luogo, permetterebbe anche di migliorare l'efficacia dell’iter diagnostico e terapeutico allergologico, che potrebbero essere maggiormente accettati dal paziente e vissuti con minor disagio.
Per questi motivi, gli autori auspicano quindi che il supporto psicologico possa essere implementato come parte integrante dell’iter diagnostico e terapeutico allergologico dei pazienti con allergia/intolleranza a farmaci.
Bibliografia
Martini, M., Di Taranto, M., Höfer, V., Worm, M., & Bilò, M. B. (2023). Health-related quality of life and mental health in drug hypersensitivity reactions and drug-induced anaphylaxis: a systematic review and meta-analysis - The journal of allergy and clinical immunology. In practice, S2213-2198(23)00296-9. Advance online publication.