Congedo mestruale
“È arrivato il marchese”
“Che marchese?”
“Quello che viene una volta al mese!”
Come spesso accade, anche questa volta l’informazione è stata travisata e diffusa probabilmente con lo scopo di crear polemica ed attirare così un maggior numero di visualizzazioni. Qual è la notizia?
Il congedo mestruale in caso di dismenorrea
In un illuminato liceo di Ravenna è stato istituito il congedo mestruale, ossia la possibilità di stare a casa per due giorni al mese, senza che tali assenze gravino sul monte ore obbligatorio di frequenza, esclusivamente per quelle ragazze che producano una certificazione medica che attesti un problema di dismenorrea.
Dunque, la deroga alla possibile quota di assenze non è generalizzata a tutte le ragazze di quel liceo, ma limitata a chi abbia problemi certificati, considerando che il dolore mestruale colpisce circa il 90% delle donne in età fertile e in maniera grave il 30%.
Come ha reagito il web?
Sul web è però iniziata la solita pioggia di commenti ignoranti (etimologicamente parlando) che citano a sproposito parità, slogan pubblicitari di antidolorifici ed esempi delle donne di famiglia che mai hanno mostrato difficoltà o debolezze in “quei” giorni. Curiosamente, la maggioranza delle considerazioni che ho letto arrivano da uomini, notoriamente esperti di come si sta quando si hanno le mestruazion
Ogni donna ha mediamente il ciclo per circa 500 volte nella sua vita, con conseguenze che variano da un lieve disagio a dolori decisamente invalidanti. Nonostante ciò, le mestruazioni continuano ad essere un tabù anche nella nostra società occidentale, rovesciando - sempre a discapito delle donne stesse - il vecchio pregiudizio che le riteneva impure quando mestruate.
Basti pensare che ancora oggi, nel 2022, si discute sull'opportunità di considerare gli assorbenti un bene di prima necessità e non di lusso per poterne di conseguenza abbassare l’aliquota di tassazione, come se non fosse cosa ovvia.
Ci sono ancora giovani donne che mi confessano di non essere state preparate a sufficienza dalle loro madri all’arrivo della prima mestruazione e di averlo perciò vissuto in modo piuttosto traumatico. Le pagine del diario di Anna Frank in cui descriveva il suo menarca sono state pubblicate solo (pretestuosamente?) pochi anni fa.
Neppure i romanzi classici che raccontano storie di donne ne parlano, quasi come se non esistessero. Ad eccezione del romanzo "La Signora delle Camelie" in cui una cortigiana, per esigenze di lavoro, mostrava la sua disponibilità attraverso un mazzo di camelie bianche per 25 giorni al mese e la sua indisposizione per i restanti 5 con delle camelie rosse. E le altre?
Allo stesso modo, negli anni passati la pubblicità degli assorbenti mostrava donne che, proprio nei giorni in cui avevano le mestruazioni, si gettavano da un aereo con il paracadute o facevano esercizi ginnici come la ruota, a negazione del fatto che il flusso di sangue che usciva dal loro corpo in quei giorni potesse essere per loro limitante.
Cosa succede negli altri paesi?
In altri Paesi (soprattutto orientali, ma ora anche in Spagna) esiste la possibilità di un congedo specifico, che esula da quello per malattia, per le lavoratrici colpite da dismenorrea.
Perché non riconoscere anche in Italia le difficoltà che una ragazza o una donna con mestruazioni dolorose possono incontrare nella loro vita quotidiana in alcuni giorni del mese? Che c’è di male nell’ammettere che non siamo supereroi, ma esseri umani anche fragili e soggetti a sofferenza?
Perché nella nostra cultura è considerato normale il dolore femminile, tanto che le donne stesse spesso non se ne occupano, ritenendolo inevitabile?
Per concludere con un amaro e ironico sorriso, cito la storiella di un uomo che, come Aladino, trova una lampada contenente un genio pronto a soddisfare tre suoi desideri. Come prima cosa chiede l'intelligenza e, accorgendosi di quanto sia bello possederla, ne domanda ancora con il secondo desiderio. Alla terza identica richiesta, il genio sbotta: “La cosa può rivelarsi problematica! Perché? Beh, intanto ti verranno le mestruazioni...”
Fonti: