Tagliamo le ossessioni con il rasoio... di Occam
In tutti gli scritti precedenti abbiamo osservato come un'ipotesi ossessiva possa nascere dal nulla e come una semplice idea, seppur riprovevole o spaventosa, venga amplificata nell'inutile tentativo di fronteggiarla o, meglio, di eliminarla.
Nel momento in cui quest’idea prende piede e invade non soltanto i nostri processi cognitivi, ma anche le nostre emozioni, ci trasformiamo in veri e propri filosofi a caccia di soluzioni cognitive, nel tentativo, vano, di venire a capo del “perché” e del “per come” quell'idea si sia impiantata nella nostra mente. Cominciamo a produrre ipotesi su ipotesi riguardo al significato profondo di quest'idea, ci domandiamo quali esperienze abbiano potuto condizionarla e, addirittura, ci spingiamo a ipotizzare traumi di un passato dimenticato che possano avere lasciato qualche segno nella nostra psiche, per poi emergere sotto forma di quel pensiero che ci ossessiona. E, ancora, arriviamo a congetturare che qualche desiderio malefico aleggi nella nostra psiche.
E tutto questo dove ci porta? A dare origine a ulteriori ipotesi, come, ad esempio, quella di essere una persona malvagia o di avere un lato oscuro o, addirittura, qualche forma di disturbo di personalità che non abbiamo mai immaginato di avere.
Abbiamo, a questo punto, costruito una teoria o una serie di teorie contornate da tante ipotesi, molte delle quali non verificabili e, quindi, assolutamente inutili.
In realtà questo processo di teorizzazione ci ha trasformato di certo in filosofi, ma in filosofi maldestri, che non tengono in alcuna considerazione uno dei principi cardine della teorizzazione scientifica, ossia il principio secondo il quale una teoria per essere valida deve essere la più semplice possibile e deve tendere a semplificare un processo piuttosto che renderlo ancora più complesso.
Cos'è il rasoio di Occam?
Una teoria, per essere valida, deve essere economica e per far sì che lo sia deve basarsi su uno dei metodi fondamentali nella costruzione di una ipotesi scientifica, ossia il cosiddetto rasoio di Occam.
Il rasoio di Occam è un processo metodologico che fu formulato nel XIV secolo dal frate e filosofo Guglielmo da Occam il quale affermava che, nella risoluzione di un problema, tra più ipotesi bisogna scegliere sempre quella più semplice.
Tuttavia per “semplice” non si intende “ingenua” (coma la prima che abbiamo a disposizione), ma l’ipotesi che non prevede elementi ulteriori che la complichino. E appunto per semplificare che in termini operativi viene detto: “Inutile fare con più ciò che si può fare con meno” e questo è diventato, poi, uno dei principi fondamentali di una teoria scientifica.
Nel Disturbo ossessivo Compulsivo il lavoro che facciamo come maldestri filosofi ossessivi va in netto contrasto con il rasoio di Occam: piuttosto che semplificare le nostre ipotesi, non facciamo altro che costruirne di più, facendole proliferare inutilmente, in barba ad ogni principio di economia.
Le teorizzazioni ossessive, quindi, sono tanto complesse da allontanarsi da ogni evidenza scientifica. Più facciamo ipotesi sulla nascita di questo pensiero ossessivo, più costruiamo assunti inutili e non verificabili, più ci allontaniamo dalla comprensione del problema!
Se un paziente è spaventato da un'idea saltata in mente all'improvviso, come ad esempio “E se facessi del male a qualcuno?”, comincia a ipotizzare una serie di processi che lo hanno spinto verso quell'idea, tipo: “Sono una persona cattiva” oppure “Ho desideri aggressivi” o ancora “Non amo più le persone”, “Sono pericoloso” e così via. Queste idee, a loro volta, stimoleranno altre ipotesi del tipo “quindi sono pericoloso perché forse ho subito dei traumi, voglio fare del male a qualcuno perché forse ho una psicopatologia non diagnosticata e sono dunque un folle”, e avanti così… Il paziente ha quindi costruito teorie sulla propria personalità e sulla propria esperienza cariche di ipotesi inutili che non lo porteranno da nessuna parte né, tantomeno, lo aiuteranno a comprendere che cosa gli stia davvero succedendo.
Come una teoria scientifica è destinata al fallimento se non rispetta i principi di economia, così anche il proliferare di ipotesi inutili nel tentativo di conoscere il nostro problema ossessivo è destinato al fallimento, se in netto contrasto con il rasoio di Occam, perché abbiamo costruito ipotesi legate alla nostra personalità che a loro volta prevedono altre ipotesi che richiamano altre ipotesi, in una serie infinita di valutazioni prive di alcun fondamento.
Quando, metaforicamente “a colpi di rasoio”, in una teoria scientifica eliminiamo le ipotesi inutili, ecco che otteniamo una semplificazione e rendiamo la teoria più semplice, quindi più applicabile. Se applicassimo questo principio alle nostre dinamiche ossessive, risolveremmo gran parte del problema. Dovremmo infatti eliminare, “a colpi di rasoio” appunto, tutte quelle ipotesi che costruiamo allo scopo di venire a capo del problema, e prendere in considerazione le ipotesi più semplici, affinché le teorie sulla nostra esperienza e sulla nostra personalità siano meno complicate possibili. Ad esempio pensare che alla base del disturbo ossessivo ci sia un trauma dimenticato è un’ipotesi che non solo non ci aiuta, ma che tende a rendere le cose più complicate, e sotto l’aspetto clinico questo si traduce in una maggiore rimuginazione e un aumento della quota di ansia e di angoscia. Anche far riferimento a qualche inconscio desiderio negativo è solo un’inutile complicazione del problema che aggrava solamente il nostro stato ansioso.
Tornando al nostro paziente che immagina di voler fare del male a qualcuno: eliminiamo tutte le ipotesi che ha fatto per poter comprendere il suo problema, eliminiamo, quindi, l'idea inutile di avere una personalità malvagia, eliminiamo l'idea vana e non provabile di aver subito un trauma infantile e prendiamo in considerazione soltanto l'ipotesi più semplice: ha fatto semplicemente un pensiero che tutti fanno e che gli ha solo suscitato paura!
Per approfondire:La trappola delle ossessioni
In questo modo abbasseremo quella quota d'ansia generata dalle sue ipotesi prive di senso. La soluzione proposta per il caso del nostro paziente è, come abbiamo visto, semplice e non prevede altre ipotesi complicate (da un punto di vista clinico la costruzione di ipotesi inutili altro non è che la rimuginazione): il concetto di rimuginazione ossessiva ci avvicina di più alla comprensione del fenomeno.
Così, come storicamente le ipotesi più semplici hanno dato, in ambito scientifico, ma anche nelle indagini investigative, i risultati migliori, anche in psicologia e, soprattutto quando parliamo di rimuginazione ossessiva (ossia quella caccia affannosa alla ricerca del perché con migliaia di ipotesi alla base) applicare il rasoio di Occam a scopi psicoterapici può dare un sollievo cognitivo non solo nel ridurre le ipotesi ossessive, ma anche nella riduzione di quella carica emotiva che impegna l’individuo in questo (ribadiamo ancora una volta inutile) lavoro di ricerca nei meandri della propria psiche e dei propri ricordi.
Valutare le nostre idee ossessive alla stregua di una teoria scientifica, applicando ad esse il principio di economia, può aiutarci a non perderci in un’affannosa ricerca di significati nascosti. Eliminando la ricerca, elimineremo gran parte della vera essenza del Disturbo Ossessivo.