Silvia Romano tra colpevolizzazione della vittima ed errore fondamentale di attribuzione
Leggendo gli articoli riguardanti la liberazione di Silvia Romano non ho potuto fare a meno di osservare come uno stesso evento abbia scisso l'opinione: acclamazione, felicitá, gioia e commozione per alcuni e odio, disgusto, rabbia e rancore per altri.
La psicologia sociale potrebbe in qualche modo darci una mano e comprendere meglio cosa sta succedendo attraverso i concetti di "colpevolizzazione della vittima" ed "errore fondamentale di attribuzione". Prima di addentrarci in questi concetti però, vorrei fare un sunto dei punti che hanno suscitato emozioni negative in molti:
- "essere donna"
- "uscire dagli schemi culturali e tradizionali di ciò che ci si aspetta inconsciamente sia il ruolo di una donna"
- "scegliere di aiutare non italiani"
- "essere stata liberata tramite un riscatto milionario"
- "essere sorridente"
- "essersi convertita all'Islam e aver scelto un nuovo nome"
- "aver detto di stare bene mentalmente e fisicamente".
Ognuno di questi punti potrebbe essere esplorato in modo circostanziato, ma per ora potrebbe essere sufficiente dire che hanno in qualche modo slatentizzato emozioni negative nei lettori e fruitori della notizia della liberazione di Silvia.
Silvia sembrerebbe una donna libera e che sceglie; una donna libera nella cultura machista ha un ignobile corrispettivo sessuale e sessualizzato (le offese sessuali sono le più frequenti per colpire una donna).
Una donna che sceglie è indipendente e quindi pericolosa perché sganciata da una cultura forte di riferimento che vuole la donna entro certi ruoli limitanti.
Il punto 5 e il 7 ad esempio "stare bene mentalmente, fisicamente ed essere sorridente" induce a una dissonanza cognitiva
{NOI ti liberiamo da una lunga prigionia, NOI ci aspettiamo di vederti sofferente, deperita, impaurita, scossa, scioccata, il nostro NOI onnipotente e salvifico si scontra con l'immagine di una ragazza che sorride e che sta bene: di una ragazza che non ha bisogno di NOI}.
Una ragazza che inoltre tradisce il nostro credo religioso (punto 6). {Silvia si è convertita quindi é una traditrice e irriconoscente. Silvia è il disonore del nostro Paese e quindi doveva restare lí}.
Avendo esplorato parzialmente alcuni punti posso ora agganciarmi ai concetti suddetti: colpevolizzazione della vittima.
Silvia ha scelto di andare lí, sapeva fosse un posto pericoloso, la sua scelta azzardata, irragionevole, irrazionale e atipica è stato il motivo del rapimento. È interamente responsabile di quello che le é successo.
Si attribuisce quindi la causa di ciò che é successo interamente alla persona, disconoscendo del tutto tutti i fattori ambientali e situazionali come il concetto di errore fondamentale di attribuzione spiega brillantemente.
Si addita qualcuno che é colpevole di scelte sbagliate, scelte che noi non faremmo mai. Si semplifica la realtà; si utilizzano scorciatoie di pensiero che, colpevolizzando scelte peregrine della vittima (ormai ai nostri occhi colpevole), ci rassicurano perché a noi, che siamo così lontani da quelle scelte azzardate, non potrebbe mai accadere un evento del genere.