Morti di coronavirus, ma soprattutto morti di paura
Morti di coronavirus, ok ma morti ancora più di paura.
Quest'ultima è in grado di creare molti danni ed è contagiosa tanto quanto la diffusione di un virus.
La paura penetra nelle regioni più profonde del nostro essere e ci fa "ragionare" in base a criteri superficiali, infondati e distorti.
Ecco cosa sta succedendo con l'epidemia di coronavirus che porta a far riemergere o, peggio, costruire antichi timori verso ciò che viene percepito come estraneo e proveniente da lontano.
Ciò che non conosciamo diventa fonte di timori e se qualcuno ce lo fa conoscere i timori rimangono radicati ugualmente con l'irrazionale tendenza a filtrare o, peggio, ignorare un'idea opposta alla nostra.
L'epidemia può essere, in alcune occasioni, il capro espiatorio di antichi pregiudizi e può alimentare, addiritutta, sentimenti raziali.
Lo psicoanalista Aldo Carotenuto nel suo Trattato di psicologia della personalità scriveva che proprio davanti a stress personali o sociali la mente saturniana (quella che ci fa credere che Saturno in una determinata posizione possa influenzare il nostro destino -insomma quella ci fa credere nell'astrologia-), prende il sopravvento rispetto alla mente cartesiana, ossia quella razionale che ci spinge al ragionamento.
Sembra che sia prorpio quello che sta accadendo oggi nella nostra società che sta affrontando non solo una emergenza sanitaria ma anche l'emergere di una psicosi collettiva.
Ne discuto nella videorubrica il sonno della ragione.