NDE: morte cerebrale e ritorno?
Il problema della morte cerebrale è molto discusso in ambito clinico e lagale, ma oltre a questo esso è notevolmente discusso anche nell'ambito del sovrannaturale e, per l'esattezza, quando si parla di NDE (Near Death Experience) esperienze pre-morte, ossia quelle sensazioni percepite in prossimita di eventi estremi quali incidenti o arresto cardiaco e dopo i quali la gente racconta, o meglio ricorda, di aver visto immagini dell'aldilà.
Tuttavia, si potrebbe concludere ogni discussione con una argomentazione logica e affermando quanto segue:
"se la gente ha potuto raccontare questa esperienza allora non è mai morta!"
Il discorso potrebbe terminare qui.
Il problema è che qualcuno ritiene che queste esperienze vengano effettuate durante una condizione di disattivazione cerebrale; per intenderci dopo "morte del cervello e ritorno".
Si, un vero paradosso per un addetto ai lavori (medico, fisiologo, biologo) ma plausibile per chi è davvero convinto della genuinità dei racconti riportati a letto di "morte".
Per alcuni, addirittura, esisterebbe una non ben definità "entità" in gardo di lasciare il corpo in priossimità della "morte" per poi tornare e dare la possibilità al paziente di raccontare questa straordinaria esperienza extracorporea.
Se cosi fosse bisognerebbe fronteggiare una serie di problemi fisiologici legati alla coscienza.
Tra questi l'idea che essa possa sopravvivere al corpo, ossia possa esistere indipendentemente dal cervello.
Parleremmo di una condizione fantascientifica che non prenderebbe affatto in considerazione nessuna moderna acquisizione delle neuroscienze.
Parafrasando uno scritto di Bertrand Russel nel suo saggio "Perchè non sono cristiano" credere in una coscienza al di là del cervello sarebbe come credere che un corso d'acqua possa continuare a scorrere senza la presenza di un canale che la contenga, ossia l'acqua scorrerebbe nel vuoto. Un vero non senso!
Nonostante questo c'è chi continua a crederci senza considerare che fino ad oggi nessuno ha mai dimostrato l'esistenza di una coscienza al di là della fisiologia del cervello.
Ma per andare incontro a chi vuole continuare a considerarlo vero ho voluto fare un ragionamento per assurdo, ossia ho ipotizzato la possibilità che qualcosa (spirito, anima, ecc) possa davvero lasciare il corpo per poi tornare dopo il "risveglio" di un cervello morto (1).
Questa ipotetica condizione ci porrebbe inevitabilmente alcuni quesiti:
- questa entità potrebbe ricordare la sua esperienza vissuta lontano dal cervello?
- La nostra coscienza avrebbe memoria di una esperienza fatta lontana dal cervello stesso?
In questo video di pochi minuti una risposta:
[1] si consideri che il risveglo da morte cerebrale, ad oggi, non è mai avvenuto in nessuna condizione clinica conosciuta. Per un approfondimenta si veda il libro "Sono morto. Anzi no!"