LE CRITTOGRAFIE MNEMONICHE E IL LINGUAGGIO DELL'INCONSCIO
Nel corso della storia della psicoanalisi, la logica dell'inconscio personale e colletivo è stata comparata ai più svariati metodi e alle discipline più disparate.
Sia Freud che Jung hanno più volte sottolineato le analogie con il metodo degli archeologi per risalire all'epoca, alla funzione e alle caratteristiche dei reperti; entrambi del resto erano fortemente appassionati di archeologia.
Altri psicologi hanno evidenziato altre somiglianze metodologici, riguardanti tra l'altro la cabala e lo studio delle lingue antiche e ormai defunte come il sanscrito. Un mio collega psicologo appassionato d'informatica mi ha descritto invece alcune analogie tra il metodo freudiano, per decifrare le manifestazioni dell'inconscio che avvengono nei lapsus e nei sogni, con le caratteristiche di alcuni linguaggi di programmazione come il Perl e il Php. Quest'ultimo è un linguaggio per crittografare documenti e programmi.
Come appassionato di enigmistica classica mi è immediatamente venuto in mente il mondo delle crittografie mnemoniche o frasi bisenso: quei brevi esposti, scritti rigorosamente tutti in maiuscolo per rendere volutamente ambigui i bisensi e disorientare i solutori. I più noti periodici di enigmistica di grande tiratura ne presentano poche e non ne spiegano neanche il meccanismo, pertanto i lettori occasionali spesso non ne capiscono il significato; talvolta le crittografie non sono accessibili nemmeno ai lettori abituali.
Pertanto utilizzerò questo spazio per spiegare il funzionamento di un tipo di crittografia enigmistica: la crittografia mnemonica o frase bisenso, quella a mio avviso più spettacolare.
Si tratta di partire da un esposto, ad esempio STANZONE BIGIO (diagramma 4 6) per arrivare attraverso un lavoro mentale su bisensi, polisensi o materiali semantici consequenziali ad una frase d'uso comune di tutt'altro significato.
In questo esempio, il percorso mnemonico per arrivare alla soluzione richiede che il sostantivo “stanzone” venga inteso come plurale femminile e non singolare maschile così come l'apparente aggettivo che segue lascerebbe immaginare. Ma “bigio” non è soltanto un aggettivo, bensì anche un verbo (bigiare la scuola, sinonimo di marinare), cosicché la soluzione è Sale marino, una soluzione univoca che non ammette varianti. Essa riguarda un significato completamente diverso da quello dell'esposto e richiede un ragionamento mnemonico che nella mente del solutore che vi si cimenta può non arrivare affatto, oppure arrivare per insight, anche dopo mesi in cui ha in testa l'esposto e il diagramma: come accade in analisi. Alcuni sogni accantonati da parecchio tempo diventano all'improvviso chiari all'analista quando si affrontano altre tematiche.
A me capita spesso di risolvere crittografie mnemoniche prima di addormentarmi oppure in macchina, in mezzo al traffico. Le stesse mnemoniche sulle quali avevo riflettuto per ore ed ore nelle settimane precedenti.
La più famosa crittografia mnemonica di tutti i tempi, rammentata da ogni manuale di enigmistica è CUCCHIAINO (5 6 2 13) con soluzione Mezzo minuto di raccoglimento.
Un'altra degna di nota ha come esposto COLTELLERIA (8 2 5) con soluzione Esercizio di stile. In entrambi i casi, i bisensi sono elegantissimi e le frasi risolutive sono sorprendenti.
Altri esempi che mi vengono in mente sono: LO STORPIO SI SPOSA = La coniugazione dell'imperetto; PUBBLICITA' SULL'AUTOSOLE = Promozione in A1; BUFALA SU INTERNET = Palla in rete; IL QUATTROCENTO DEGLI AVI = CD di Vecchioni.
Tutte queste soluzioni, per via del diagramma che indica il numero di lettere delle parole della frase risolutiva, oltre ad essere spiritose sono quasi sempre univoche o al massimo concedono una variante. Ricordano molto il lavoro di Freud sui motti di spirito e sui lapsus.
Il loro procedimento, in quanto mnemonico, è più sintetico e sbrigativo, ma la maieutica che le caratterizza ha sorprendenti analogie con i meccanismi di condensazione e spostamento descritti nell'interpretazione dei sogni.