Cancro al seno, distress e salute mentale
Una diagnosi di cancro al seno è spesso estremamente angosciante. Solo negli Stati Uniti, nel 2012 si stima che oltre 2,9 milioni di donne vivano con una precedente diagnosi di cancro al seno. Entro il 2022, si stima che questo numero si avvicinerà ai 4 milioni. Allo stesso modo, nel Regno Unito, il numero di donne che scopriranno una diagnosi di cancro al seno dovrebbe superare 1,5 milioni nei prossimi 20 anni. Le donne sperimentano in questa condizione estrema frequentemente una combinazione di rabbia, ansia, insonnia, disperazione, impotenza, paura della morte e pensieri suicidari.
Durante e dopo il trattamento del cancro al seno sono stati osservati in prevalenza sintomi depressivi e ansiosi che riducono la qualità di vita delle persone sommandosi agli effetti collaterali dei farmaci antitumorali. Uno studio sul Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention del 2015 ha rilevato che i sintomi depressivi persistono per almeno due anni dopo la diagnosi di cancro al seno nel 20% dei casi. Nei 60 studi analizzati diverse patologie mentali sono state rilevate e correlate con il cancro al seno: in 21 studi i disturbi d’ansia, in 38 studi i disturbi depressivi, in 24 studi deficit neurocognitivi e in 6 studi disfunzioni sessuali. Due studi hanno analizzato la correlazione tra rischio suicidario e donne che sono sopravvissute al cancro al seno. Le sopravvissute hanno un più alto rischio suicidario rispetto al gruppo di controllo dal 37% al 60%. Dal mio punto di vista è un dato molto significativo ed allaramente che i clinici dovrebbero prendere in seria considerazione.
Un interessante studio su Springer del 2018 afferma che la ricostruzione del seno è un importante fattore predittivo e protettivo della qualità di vita e di salute delle donne sottoposte a ricostruzione del seno. Le donne con ricostruzione del seno rispetto a quelle senza ricostruzione avevano una qualità di vita migliore, una salute mentale significativamente più elevata, meno stress e livelli di ansia ma avevano un maggiore disagio fisico a causa dell’operazione. Al contrario, i pazienti senza ricostruzione del seno percepivano un livello più alto di solitudine che è stato correlato ad una scarsa qualità di vita e di salute con livelli di ansia più elevati.
Il cancro al seno può far esplodere sicuramente delle psicoptologie, essendo un trauma che mina l’equilibrio psicofisico delle donne, ma puo anche peggiorare i sintomi di pazienti psichiatrici cronici affetti da schizofrenia, disturbo bipolare e altri disturbi psicotici. Questi pazienti sopravvisuti al cancro sono stati seguiti e monitorizzati per 5 anni. Questo studio del 2017 apparso sul Journal of Clinical Oncology rileva che i pazienti con preesistente patologia mentale hanno una doppia probabilità aumentata di mortalità rispetto a pazienti senza disturbi psichiatrici. In aggiunta i pazienti con gravi malattie mentali avevano più probabilità di essere diagnosticati con carcinoma mammario avanzato e caratteristiche tumorali aggressive.
Sul Journal of Cancer Survivorship un notevole studio con un campione abbastanza ampio di 6949 donne dai 50 anni in su sono state analizzate grazie alla Women's Health Initiative (1993-2013) correlando pre e post diagnosi a sintomi depressivi. Comparando i livelli di pre-diagnosi con quella di post-diagnosi di cancro al seno notiamo un incremento del 20% in più di sintomi depressivi da 0 a 6 mesi dalla diagnosi, e un incremento del 12,9% da 6 mesi a 12 mesi dalla diagnosi. La cosa sorprendente e che dopo un follow-up a 10 anni i ricercatori hanno notato che i sintomi depressivi erano tornati a livelli pre-cancro ma la qualità di vita era comunque più bassa. In conclusione questo studio ci indica che i sintomi depressivi peggiorano e la qualità di vita diminuisce dopo la diagnosi di cancro al seno rispetto ai livelli pre-cancro, in particolare nel primo anno.
Ansia, depressione, deficit neurocognitivi, disfunzioni sessuali e suicidio sembrano essere le più comuni condizioni cliniche nelle donne sopravvissute al cancro al seno rispetto alla popolazione generale. Queste donne hanno un alto rischio e una vasta gamma di esiti negativi per la salute mentale anche dopo diversi anni dopo la diagnosi. Le ricerche e i numeri ci dicono chiaramente che lo psicologo è un sanitario fondamentale nei pazienti oncologici sia pre che post diagnosi. La qualità di vita per queste persone può e deve crescere solo con un approccio terapeutico integrato che deve rispettare la multifattorialità e la biopsicosocialità di ogni malattia.
Dr. Leano Cetrullo
Psicologo
Member of The British Psychological Society
Member of The American Psychological Association
Member of The UK Psychological Trauma Society
Member of European Society for Traumatic Stress Studies
Bibliografia
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