L'EMDR per i disturbi post traumatici funziona? E soprattutto, perché funziona?

a.devincentiis
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta

In virtù del mio lavoro di psicologo clinico e psicoterapeuta oltre che debunker e divulgatore scientifico, molti utenti mi chiedono spesso opinioni sull'efficacia dei diversi modelli psicoterapeutici e sulla validità o meno dei loro presupposti teorici. 

Tra questi vi sono alcuni modelli psicoterapeutici o, meglio, alcune tecniche che li supportano che hanno la funzione di ridurre gli effetti negativi legati ai vissuti traumatici. Un metodo in particolare, tutt'oggi controverso, è il cosiddetto EMDR (in inglese eye movement desensitization and reprocessing ) desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari.

Concepito per il trattamento dei disturbi post traumatici da stress, fu messo a punto da una terapeuta americana Francine Shapiro sulla base di una "intuizione personale". A quest'ultima, mentre osservava velocemente il panorama girando gli occhi da un lato all'altro del campo visivo, le sue ansie diminuivano o almeno questa fu la sua percezione. Da qui si concentrò su come utilizzare e standardizzare questa "scoperta" in ambito terapeutico.

La tecnica fu quindi messa a punto e oggi prevede che un paziente affetto da pensieri ricorrenti, ansie e paure di origine traumatica, si concentri su di questi seguendo i movimenti della dita del terapeuta, per poi dare dei feedback.

Quindi le domande alle quali cercheremo di rispondere sono:

 il metodo funziona? E perché funziona?

Alla prima possiamo rispondere che l'esperienza clinica e i dati sembrino confermarne il funzionamento, così come funzionano tutte le tecniche che prevedono una esposizione sia verbale che immaginativa al trauma.

Chiedere al paziente di immaginare ripetutamente l'evento traumatico, così come quello di raccontarlo, descriverlo e rinarrarlo, fa si che ad esso ci si abitui, non vivendolo più come un tabù, grazie ad un processo fisiologico di assuefazione. Infatti, studi basati sulle evidenze confermano che sia interventi di tipo cognitivo comportamentale che addirittura psicoanalitici hanno una certa efficacia sul Disturbo Post Traumatico da Stress (1)

Anche in psicoterapia strategica vi è un protocollo molto efficace per la cura dei disturbi post traumatici: esso prevede una narrazione scritta giornaliera e dettagliata dell'evento traumatico in cui il paziente ottiene una sorta di effetto paradosso grazie al quale la ricerca volontaria delle emozioni negative provate durante l'evento fa sì che esse si affievoliscano inesorabilmente (2). 

Siamo, anche in questo caso, nell'ambito dell'esposizione all'evento. Anche nella già citata terapia analitica, al di là dei processi di rielaborazione e interpretazione previsti dal modello, il paziente ne parla e quindi si ri-espone all'evento.

Le terapie cognitivo comportamentali, invece, rappresentano le tecniche di esposizione per eccellenza accompagnando il paziente a rivivere a livello immaginativo l'evento e, quando possibile, di tornare dal vivo sul luogo dell'accaduto mediante una esposizione graduale.

In pratica sembra che per il disturbo Post Traumatico da Stress tutto funzioni, purché del trauma se ne parli e ci si esponga!

Nel momento in cui l'EMDR, al di là dei movimenti oculari, prevede di ripensare all'evento, potremmo affermare che il processo terapeutico sarebbe dovuto proprio a ciò che è stato su descritto. 

Ma l'EMDR va oltre vantando effetti fisiologici diversi dalla "semplice" abituazione da esposizione. Tra questi quella della distrazione: richiamando l'evento a livello immaginativo, i movimenti oculari indotti dai  movimenti del terapeuta distrarrebbero il paziente dalle percezioni fisiche ansiogene negative legate al ricordo. In tal caso il paziente distratto percepirebbe in modo meno angoscioso il ricordo e ciò permetterebbe di abituarsi ad esso. Ma qui ancora siamo nell'ambito dei processi di distrazione ed abituazione.

Un'altra ipotesi che va oltre il processo di distrazione è quella legata alla"elaborazione emisferco-cerebrale ottenuta mediante i movimenti oculari".

In pratica si afferma che grazie ai movimenti oculari il ricordo traumatico sarebbe trasferito da un emisfero all'altro determinando una elaborazione più armonica (3) o addirittura che il ricordo traumatico sarebbe intrappolato nell'emisfero emotivo destro e che i movimenti ne permetterebbero il passaggio anche in quello cognitivo sinistro per una migliore elaborazione (4).

Quest'ultima ipotesi, tuttavia, sembra che rimarchi concetti errati, mai suffragati da dati sperimentali, in cui si riteneva che esistesse una netta distinzione tra cervello emotivo e cognitivo (5,6).  Su quali basi si afferma, quindi, che il ricordo traumatico venga trasferito da un emisfero all'altro?

Non ci sono dati  grazie ai quali sostenere che i movimenti oculari facciano sì che il trauma "intrappolato" in una parte del cervello sia ri-distribuito nelle zone cognitive. Alcune ricerche dimostrano, addirittura, che i movimenti oculari siano del tutto irrilevanti nel processo di elaborazione del ricordo traumatico (7).

Inoltre i cambiamenti visibili alla Risonanza Magnetica e/o la Tomografia a Emissione di Positroni, che vengono citati dagli operatori EMDR, dopo la sua applicazione, si rilevano anche dopo qualsiasi processo esperienziale, intrapsichico e relazionale e ciò si può ovviamente ottenere anche con un percorso psicoterapeutico (8, 9). In pratica tutte le psicoterapie determinano questi cambiamenti.

Sulla base di questo e sulle considerazioni fatte sulle diverse terapie del Disturbo Post Traumatico allo stato attuale si può affermare che per questo disturbo tutte le terapie appaiono efficaci purché, come già affermato, del trauma se ne parli e ci si esponga e, aggiungiamo, che si introducano elementi nuovi di distrazione che non consentano più una invasione passiva del ricordo (non tralasciando, ovviamente, una buona dose di aspettativa positiva verso il trattamento e una buona relazione di fiducia con il terapeuta), e che la tecnica EMDR, almeno per certe ipotesi teoriche, appare piuttosto confusa e infondata, e seppur dando risultati, probabilmente per le ragioni su discusse, non rappresenta, così come spesso riportato, la tecnica per eccellenza per la cura dei disturbi post traumatici così come per le ansie e le fobie che da essi ne derivano. 

 

Ringrazio Il professor Sergio Della Sala, docente di neuroscienze all'Università di Edimburgo, il dottor Giuseppe Santonocito, psicoterapeuta, il dottor Giovanni Migliaccio, neurochirurgo, Il dottor Giuseppe Turi, psicologo del Cardiac Diagnostic al Networc di Londra, il dottor Antonio Ferraloro, neurologo, e il dottor Francesco D'Alpa, neurofisiologo, per il loro aiuto. 

 1) http://www.jpsychopathol.it/article/efficacia-degli-interventi-profili-professionali-e-qualita-in-salute-mentale/

2) https://www.ibs.it/cambiare-passato-superare-esperienze-traumatiche-libro-federica-cagnoni-roberta-milanese/e/9788862200486

3) http://www.lastampa.it/2017/03/07/scienza/emdr-la-tecnica-che-rimuove-i-ricordi-traumatici-usando-la-vista-Ticuc65LjQWefOzp70YtqN/pagina.html

4) https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/lesperto-risponde/che-cose-lemdr-una-psicoterapia-basata-sul-movimento-degli-occhi

5) https://www.monduzzieditoriale.it/libreria/miti-della-mente/

6) https://www.psicologia24.it/2017/06/falso-mito-emisfero-cerebrale-logico-creativo/

7) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11393607

8) http://www.stateofmind.it/2015/10/plasticita-neurale-psicoterapia/

9) https://www.neuroscienze.net/puo-la-psicoterapia-cambiare-il-cervello/

Data pubblicazione: 16 agosto 2018

34 commenti

#1

Caro Armando,
Quanto hai trattato nell'interessante articolo non fa altro che confermare le mie perplessità sul metodo EMDR che, a mio parere, non può avere alcuna concreta rilevanza e credibilità.
Ipotizzare che il movimento coniugato degli occhi --faccia sì che il trauma "intrappolato" in una parte del cervello sia ri-distribuito nelle zone cognitive - appare una fantasiosa teoria senza alcun fondamento neurofisiopatologico.
Come anche le seguenti affermazioni ovvero che il - ricordo traumatico sarebbe trasferito da un emisfero all'altro determinando una elaborazione più armonica o addirittura che il ricordo traumatico sarebbe intrappolato nell'emisfero emotivo destro e che i movimenti ne permetterebbero il passaggio anche in quello cognitivo sinistro per una migliore elaborazione - dimostrano, il che non è poco, una scarsa conoscenza dell'anatomia.

Papez ipotizzò un percorso intracerebrale implicato nelle funzioni dell'emozione e della memoria (circuito di Papez)
Dalla corteccia ippocampale del corno di Ammone e fascia dentata le informazioni viaggiano tramite il sistema fimbria-fornice e attraverso il fascio ippocampo-mammillare arrivano ai corpi mammillari dell'ipotalamo. Da qui parte il fascio mammillo-talamico (del Vicq d'Azyr) destinato ai nuclei anteriori del talamo
Tali nuclei proiettano fibre nervose alla corteccia cerebrale del lobo limbico, precisamente alla circonvoluzione del cingolo. Da qui le fibre nervose si portano all'ippocampo ventrale, chiudendo così il circuito.

Non esiste quindi un centro della memoria delineato con precisione topografica in un'area cerebrale come è per esempio il centro della parola o dei movimenti degli arti.
Il perché ricordiamo, dimentichiamo, come riaffiorano i ricordi, perché soffriamo, gioiamo, nessuno ancora ne ha identificato le modalità anche se comunque sappiamo che tutto questo è l'insieme di attività neuronali che si attivano e disattivano con meccanismi ancora ignoti.

Ho visto che illustri colleghi hanno dato il proprio contributo. Sarebbe interessante conoscere la loro opinione.

Grazie

Un abbraccio

Giovanni

#3
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Dr. Armando De Vincentiis

ho sentito la necessità di fare questa precisazione sul EMDR perché oggi sembra che impazzi ovunque e proposto, in modo INGIUSTIFICATO, anche per patologie che nulla hanno a che fare con il disturbo post traumatico, come se fosse una sorta di panacea generale.
Grazie Giovanni per il tuo intervento

#4
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Dr. Mauro Colangelo

Armando mi complimento con te per la maniera garbata con cui hai espresso le tue perplessità sulle “fantasiose” (come le ha definite Giovanni) interpretazioni di neuro-anatomia funzionale. Giovanni d’altro canto ha delineato in modo inappuntabile il circuito limbico ed io aggiungo che la memoria degli eventi di paura è fondatamente individuata nell’amigdala. Voglio ancora aggiungere che ai movimenti coniugati degli occhi è delegato il fascicolo longitudinale mediale che si localizza nel mesencefalo e che non ha alcuna parentela con l’ippocampo. Circa questi “mirabolanti salti di emisfero” poi preferisco limitarmi a sorridere perché mi sovviene del barone di Münchausen......
I neurochirurghi, mio buon amico e collega Migliaccio, sai meglio di me che hanno tentato di “mettere mano” alla psico-chirurgia (nel 1927 Edgas Moniz si guadagnò anche il Nobel per la Medicina) ma poi si è concluso che è restrittivo ed inadeguato considerare in modo rigorosamente meccanicistico il flusso dell’attività psichica.
Tornando all’interessante articolo di Armando, la mia personale opinione collima con quella dell’Autore: parlandone si tritura il potenziale emotivo del ricordo e lo si “sprigiona” dal suo incarceramento nell’amigdala, con cui i movimenti oculari non “c’azzeccano” proprio!

#5
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Dr. Armando De Vincentiis

Grazie Mauro. E' disarmante la naturalezza di certi operatori quando fanno alcune affermazione prive di senso del tipo "si mettono in comunicazione i due emisferi" come se questi non comunicassero già per fatti loro. A volte con L'EMDR vengono richiamati concetti già espressi, un tempo, dalla Programmazione Neurolinguistica e a loro volta infondati ma riproposti come una "novità scientifica".

#6

Articolo molto interessante e chiaro sulle cui conclusioni sono del tutto d’accordo. Complimenti a tutti i Colleghi intervenuti e 3 punti ad Armando! Magda

#8

Caro Armando, cari colleghi e colleghe psicologi rimarrete tutti senza lavoro.
Buttate tutti i libri che avete, sui quali avete studiato. I sostenitori di tale enorme bufala, affermano che 6 sedute di globi oculari che vanno a dx e sx hanno portato a guarigione pazienti sottoposti ad anni di psicoterapia senza o con scarso successo.
EMDR, Bite, O2 paramagnetico, bicarbonato antitumorale ecc.
Ci sarebbe da sollevare l'ipotesi di reato di abuso della credulità popolare.

#12
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Dr. Antonio Ferraloro

Condivido perfettamente l’opinione del Dr. De Vincentiis suffragata dall'ottima disquisizione anatomica del Dr. Migliaccio e dall'autorevole parere del Dr. Colangelo.
Non abbiamo dati sull’efficacia della tecnica ma le basi anatomofisiologiche su cui si baserebbe non sono assolutamente convincenti (eufemismo) asserendo peraltro presunti passaggi di particolari informazioni da un emisfero cerebrale all'altro che la fisiologia e le vie anatomo-funzionali non conoscono (ovviamente le interazioni tra gli emisferi sono continue e incessanti ma non in questi termini che definirei "voli pindarici").
Comunque complimenti all'Autore che ha saputo cogliere l'essenza del problema.

#13
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Dr. Armando De Vincentiis

Grazie Antonio per le tue osservazioni
la rete è stracolma di video in cui si riportano modifiche cerebrali dopo esposizione al EMDR.
Ma correggetemi se sbaglio:
i risultati di queste modificazioni non hanno alcun valore se essi non sono confrontati con le immagini di chi non ha subito alcun trattamento, le immagini di chi ha subito un altro trattamento e le immagini di chi ha subito un trattamento placebo. Esattamente come quando si testa la validità di un farmaco. Come ho avuto modo di evidenziare nel post ogni esperienza modifica il cervello.

#14
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Dr. Mauro Colangelo

Bravo Armando, hai perfettamente ragione. Se leggi il mio "Tutto sui disturbi di memoria", fra gli Speciali Salute trovi sinteticamente esposte le vie e le modalità di fissazione degli engrammi mnemonici con il loro potenziale emozionale. La tua è una coraggiosa voce, come ha anche apprezzato il valoroso Collega Ferraloro, contro un coro "mistificante" che a parere nostro (e mi permetto di parlare a nome anche di Giovanni ed Antonio), abituati a vedere nella massima ottica di positivismo le funzioni noetiche ed emozionali del cervello, rischia di screditare il valore scientifico della Psicologia clinica. E questo è importante perché la credulità imposta dal bisogno potrebbe fare dell'EMDR una panacea come è più volte accaduto nel passato, fino a quando una razionale opposizione la abbia dimostrata priva di ogni fondamento e del tutto inefficace sul piano terapeutico. Cito, una per tutte, il "mesmerismo" ad opera del medico tedesco Anton Franz Mesmer che nella seconda metà del '700 impazzò in tutta Europa con il suo "magnete" con cui guariva praticamente tutto.

#15
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Dr. Armando De Vincentiis

infatti Mauro, il paragone sembra adeguato. Mesmer era convinto dell'esistenza di un "fluido animale" e ripristinando l'equilibrio di questo fluido guariva la gente. Poi qualcuno cominciò a comprendere che non c'era alcun fluido e che le guarigioni erano dovute a forze psicologiche (il marchese di Puységur) Con l'EMDR, invece, ci si è innamorati dell'idea che il movimento degli occhi ripristini "l'equilibrio" del cervello dimenticando o sottovalutando il probabile vero effetto su descritto :-)

#16
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Dr. Marco Pagani

Sono un Primo Ricercatore dell'Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche con un PhD presso Il Karolinska Institute di Stoccolma in metodologia e applicazione clinica delle Neuroimmagini. Nella mia quasi trentennale carriera scientifica ho pubblicato su riviste internazionali circa 130 articoli, dei quali 50 riguardanti vari disagi mentali, compreso il disturbo post-traumatico da stress (http://www.istc.cnr.it/it/people/marco-pagani).
Mi inserisco e contribuisco a questa interessante discussione in quanto da più di una decina di anni mi sono interessato anche all'EMDR, cercando non solo di sottolineare le evidenze neurobiologiche associate alla risoluzione dei sintomi, ma di approfondire e costruire una ipotesi, basata su pregresse evidenze scientifiche, sul possibile meccanismo di azione dello stesso.
Questo premesso, vorrei commentare dal punto di vista neurofisiologico e oggettivo alcune affermazioni del Dr. De Vincentiis, per dare un contributo alla discussione.
Nell'articolo, non è evidenziato a sufficienza che l'EMDR è una psicoterapia considerata di elezione per il trattamento del disturbo post-traumatico da stress da numerose Organizzazioni Internazionali, quali l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS 2013), l'American Psychiatric Association (APA, 2004), il National Institute for Health and Clinical Excellence (2005) ed il Department of Defense and Veterans Affairs degli USA (2017), quindi viene consigliata la sua applicazione a chi si occupa di questo disturbo in ambito clinico.
E' indubbiamente vero ed ampiamente dimostrato che non solo l'EMDR ma anche altre forme di psicoterapia, come la terapia cognitivo comportamentale, la psicoterapia psicodinamica, la mindfulness ed altre hanno un effetto positivo sul disturbo post-traumatico da stress. E' altrettanto vero ed oggettivamente dimostrato che l'EMDR, se confrontato alle altre forme di psicoterapia, risolve i sintomi con tempistiche inferiori di quasi un ordine di grandezza, e.g. generalmente in settimane invece che mesi o più.
E' proprio questo interessantissimo dato che ha suscitato la mia curiosità come ricercatore: come mai la sua efficacia clinica ha questa caratteristica di rapidità e durata nel tempo?
Gli esempi di teorie sul funzionamento dell'EMDR riportate nell'articolo non riguardano e non rispondono sicuramente a questo fondamentale quesito. La datata teoria della comunicazione interemisferica è¨ stata da tempo confutata da studi successivi di elettroencefalografia, mentre il meccanismo della “distrazione” corrisponde alla teoria proposta in decine di articoli scientifici, per la quale i movimenti oculari impatterebbero sulla memoria a breve termine riducendo la vividezza del ricordo traumatico e favorendo la sua elaborazione. E' stato inoltre recentemente dimostrato e confermato che i movimenti oculari, se confrontati ad altre forme di stimolazione bilaterale o a nessuna stimolazione bilaterale, impattano significativamente sulla risoluzione dei sintomi.
Per quanto riguarda l'aspetto neuroanatomico e funzionale è ancora una volta vero che un effetto neurobiologico è stato osservato in quasi tutte le psicoterapie studiate, ma ancora una volta questo effetto è stato rilevato dopo lunghi periodi in psicoterapie diverse dall'EMDR. Inoltre gli studi di risonanza magnetica o PET (di quest'ultima uno solo e recentissimo riguardante l'EMDR), per ragioni intrinseche alle due tecniche, possono rilevare variazioni morfologiche o di metabolismo esclusivamente prima e dopo l'effettuazione delle varie psicoterapie, compreso l'EMDR. L'utilizzo dell'elettroencefalografia durante le sedute di EMDR ha invece permesso di superare questo limite metodologico svelando rigorosamente e per la prima volta per una psicoterapia i cambiamenti funzionali a livello di attivazione cerebrale che avvengono in tempo reale durante il trattamento, con un trasferimento della percezione dell'evento traumatico da regioni limbiche, a tipica valenza emotiva, ad altre corticali con valenza cognitiva.
Su questa base empirica e su quella di teorie precedenti di autorevolissimi ricercatori, è stata proposta un’ipotesi plausibile per la quale l'accelerazione nella risoluzione dei sintomi, tipica della terapia con EMDR, sarebbe associata all'impatto della stimolazione bilaterale sui meccanismi del trasferimento della percezione individuale dell'esperienza dell'evento traumatico dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine, risultando così contestualizzato nel vissuto del paziente.
Mi è capitato molte volte nelle discussioni con psichiatri e psicologi (ricordo che la mia formazione è di natura neurofisiologica e metodologica) di cercare di capire perchè la comunità clinica più che quella scientifica si accanisca nel chiedere alla terapia EMDR una spiegazione sui meccanismi di azione di questa psicoterapia quando questi meccanismi non sono conosciuti per nessuna delle psicoterapie che trattano il disturbo da stress post-traumatico.
Come afferma il Dr De Vincentiis, molti utenti chiedono spesso opinioni sull'efficacia dei diversi modelli psicoterapeutici e sulla validità o meno dei loro presupposti teorici. Mi chiedo quali potrebbero essere le risposte ed opinioni a proposito di quelli della terapia cognitivo comportamentale, della psicoterapia psicodinamica e della mindfulness.
E' importante dare delle informazioni utili al pubblico, quindi usare riferimenti appropriati ed oggettivi per fare un'analisi di una terapia dimostratasi di indubbia efficacia per i disturbi post-traumatici e fondata sull'evidenza (evidence based) come confermato da numerose linee guida internazionali.
Allo stato dell'arte sono stati pubblicati più di 500 articoli scientifici sulla validità clinica dell'EMDR, sui suoi presupposti neurobiologici e sulle proposte e ipotesi a proposito del suo funzionamento. A mio avviso questi ultimi sono particolarmente meritori di attenzione, in quanto dimostrano un particolare interesse degli addetti ai lavori non tanto per dimostrare qualcosa di difficilmente dimostrabile (se non con studi rigorosi e quasi impossibili da effettuare che spazino dalla clinica alla biologia molecolare), ma per proporre ipotesi logicamente attinenti la pratica clinica, l'esperienza con i pazienti e le evidenze neurobiologiche.
Come diceva l'immenso Bertrand Russel, tutta la scienza esatta è dominata dall'idea di approssimazione e persino le prove scientifiche più largamente accettate recano sempre con sè qualche piccolo elemento di dubbio. Questa debolezza della prova conduce alle rivoluzioni scientifiche in cui una teoria può essere sostituita da una versione più raffinata o può essere completamente confutata. Credo che tutta la comunità scientifica debba fare proprio questo concetto e procedere con modestia e passo dopo passo ad una conoscenza sempre meno approssimativa e sempre più in linea con le nuove e più raffinate conoscenze messe a disposizione dalla comunità internazionale. Senza pregiudizi e senza falsi idoli o opinioni preconcette. A priori o ex-post.
PS: leggo inoltre nei commenti all'articolo: “i risultati di queste modificazioni non hanno alcun valore se essi non sono confrontati con le immagini di chi non ha subito alcun trattamento, le immagini di chi ha subito un altro trattamento e le immagini di chi ha subito un trattamento placebo. Esattamente come quando si testa la validità di un farmaco”. Gli studi pubblicati in ambito scientifico sull'EMDR confrontano ripetutamente i soggetti trattati con EMDR con soggetti non sintomatici o con soggetti trattati con altre terapie (in genere con terapia cognitivo comportamentale) e sono stati pubblicati 44 Randomized controlled trials, oltre a numerose systematic reviews e meta analysis che riportano proprio questo tipo di ricerche.
Ringrazio ancora il Dr. De Vincentiis per avere sottolineato questo punto che è esattamente quello che è¨ stato fatto in numerosi recenti studi, che dimostrano con rigore scientifico l'efficacia dell'EMDR rispettando queste regole condivise dalla comunità scientifica.

#17
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Dr. Armando De Vincentiis

Grazie per l'intervento dottor Pagani, ma mi tolga una curiosità, gli studi che accertano la validità del'EMDR sono anche indipendenti o solo effettuati da Gruppi e Società che si occupano di EMDR? C'è una certa differenza nei risultati! Inoltre anche se le associazioni che cita la considerano una terapia di elezione NON vuol dire che lo sia per il semplice fatto che non ne sono giustificate le fondamenta e non è vero che i tempi di guarigione sono più rapidi di altre terapie.. Basti prendere in considerazione la Terapia Breve Strategica e i suoi risultati per rendersi conto che le cose non stanno così.
Inoltre la questione dei movimenti oculari NON trova giustificazione anche alla luce della revisione che ho sopra riportato: con o senza movimenti... i risultati sono uguali. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11393607

Per quel che riguarda le fondamenta delle altre terapie beh, NON è vero che non si conoscono. TBS e TCC hanno un substrato sperimentale NON indifferente e teoricamente fondato (oltre che conosciuto) . Basti rivedere gli studi di condizionamento, assuefazione, ecc. Senza ricorrere a strampalate teorie neurofisiologiche come fa l'EMDR.
Io mio articolo è stato molto onesto, ha evidenziato che funziona, ma che non funziona meglio delle altre e che funziona con basi e principi che nulla hanno a che fare con quelli proposti.
inoltre questa affermazione
(...)erchè la comunità clinica più che quella scientifica si accanisca nel chiedere alla terapia EMDR una spiegazione sui meccanismi di azione di questa psicoterapia quando questi meccanismi non sono conosciuti per nessuna delle psicoterapie che trattano il disturbo da stress post-traumatico.(..)
purtroppo è scorretta perchè sappiamo che alla base vi sono, come già ribadito sopra, meccanismi di condizionamento, di abituazione, di apprendimento di modalità alternative di azione, di ristrutturazione della percezione di un evento ecc. Il concetto di scatola nera è superato da un pezzo in psicoterapia mentre con l'EMDR lo si vorrebbe riaprire.
C'è qualcosa che non torna!

#18
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Dr. Marco Pagani

Grazie a lei per la risposta Dr. De Vincentiis e la curiosità per quanto mi riguarda gliela tolgo subito. Immagino che Istituzioni come il Karolinska Hospital di Stoccolma, le Università di Roma Tor Vergata, Genova e Torino e non ultimo il CNR non siano sospettabili di essere dipendenti da società che si occupano di EMDR. O lei la pensa diversamente? La differenza nei risultati che lei cita ci potrebbe essere se i ricercatori di queste Istituzioni fossero per qualche ragione disposti ad adattarli alle esigenze di “Gruppi e Società che si occupano di EMDR”, il che non mi risulta assolutamente. Inoltre i più di 500 articoli a cui mi riferisco sono tutti pubblicati da riviste internazionali indipendenti con revisori indipendenti, e non da riviste di associazioni private, garantendo l’oggettività e l’obiettività dei risultati.
Le associazioni che considerano l’EMDR come terapia di elezione per il disturbo post-traumatico da stress (DPTS) sono le istituzioni più prestigiose a livello internazionale (Organizzazione Mondiale della Sanità e American Psychiatry Association) e la ragione per cui lo fanno non ha nulla a che vedere con ipotesi, teorie o meccanismi d’azione ma con l’efficacia di questa psicoterapia nel trattare il DPTS e per la stessa ragione è considerata di elezione la TCC.
In quanto ai tempi di guarigione si possono confrontare con rigore scientifico solo se le terapie vengono comparate in gruppi di pazienti con la stessa diagnosi, storia clinica e demografia e a questo proposito come esempio fra i tanti riporto questo articolo pubblicato dal British Journal of Psychiatry (che immagino non affiliato ad associazioni EMDR): https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22322458
In quanto alla Terapia Breve Strategica non ero a conoscenza che fosse stata utilizzata nel DPTS e spinto dalla curiosità dopo avere interrogato pubmed continuo a non trovare articoli scientifici al proposito. Come invece sono a conoscenza di articoli assai più recenti di quello che lei cita (del 2001) riguardo alla funzione dei movimenti oculari e che ne suggerirebbero invece un ruolo importante (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11393607 del 2013).
A commento della parte finale della sua risposta credo a questo punto che sia sorto un malinteso sulla terminologia che io e lei usiamo, oltre che per il fatto che io mi sono limitato a considerare l’efficacia dell’EMDR nel DPTS e non in altre patologie. Per quanto mi riguarda i meccanismi di azione o di funzionamento non si riferiscono agli aspetti e presupposti teorici che lei porta ad esempio (condizionamento, abituazione, apprendimento di modalità alternative di azione, ristrutturazione della percezione di un evento), sui quali si può discutere all’infinito per qualunque psicoterapia con a disposizione poche o nulle evidenze sperimentali, ma di una cascata di eventi a livello di biologia molecolare, elettrofisiologia, attivazioni funzionali e networking. Una cascata di eventi che abbia un inizio ed una fine e che spieghi passo per passo la risoluzione dei sintomi. Nulla di “strampalato” ma ricerche pensate ed eseguite con il migliore rigore metodologico e scientifico possibile non “come fa l’EMDR” (sic…) ma da gruppi di ricerca che impegnano tempo e risorse per migliorare le conoscenze ora a disposizione. Le neuroscienze e le neuroimmagini non mirano a trovare una scatola nera ma il presupposto cellulare e fisiologico su cui si basano fenomeni fisiologici e patologici e metterli a disposizione dei clinici per ragionare criticamente sulle terapie più efficaci.
Spero che consideri questo mio commento altrettanto onesto e che si riesca a comprendere reciprocamente l’informazione che si vuole veicolare in modo che …tutto torni!

#20
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Dr. Armando De Vincentiis

..............................................................................................................................................(....)sono a conoscenza di articoli assai più recenti di quello che lei cita (del 2001) riguardo alla funzione dei movimenti oculari e che ne suggerirebbero invece un ruolo importante (..)
sarei interessato se me lo postasse

(...)Le neuroscienze e le neuroimmagini non mirano a trovare una scatola nera ma il presupposto cellulare e fisiologico su cui si basano fenomeni fisiologici e patologici e metterli a disposizione dei clinici (..)
bene mi piacerebbe vedere gli studi che ne confermino il substrato biologico su cui si basano, o meglio "raccontano" ossia il trasferimento da un emisfero all'altro grazie ai movimenti oculari o una "elaborazione armonica" del ricordo sempre grazie alla stimolazione oculare .....

#21
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Dr. Marco Pagani

Per quanto riguarda l'articolo sul ruolo dei movimenti oculari avevo aggiunto il link nella risposta precedente, comunque rieccolo: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11393607.

Per quanto riguarda il trasferimento da un emisfero all'altro ritengo, come scritto nella prima risposta, sia un'ipotesi datata e già abbondantemente confutata.
Penso invece che una possibile chiave neurobiologica del ruolo della stimolazione bilaterale, sia essa oculare, tattile o uditiva, sia di favorire ed accelerare il trasferimento della memoria traumatica dalle strutture limbiche sottocorticali (leggi amigdala e ippocampo) a quelle corticali, quindi trasferire la rappresentazione mentale dell'evento dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine.
A questo proposito alcuni fra gli studi che sembrerebbero confortare questa ipotesi sono:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16957003
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29163309
nei quali sono discussi i presupposti neurofisiologici e le evidenze sperimentali attuali proponendo un possibile meccanismo di azione.
Come detto in precedenza la strada per una interpretazione dei meccanismi d'azione di qualunque psicoterapia che sia completa e consona con le conoscenze attuali delle neuroscienze è lunga, faticosa e richiede notevoli risorse umane ed economiche. A mio avviso vale la pena provarci, non fosse che per confortare e meglio informare i terapeuti sulle ricadute neurobiologiche della loro professione

#22
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Dr. Armando De Vincentiis

mi scusi ma l'articolo che ha riportato ribadisce che l'EMDR non sembra più efficace di altri e che i movimenti oculari non hanno alcuna rilevanza.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11393607

inoltre gli altri articoli NON dimostrano proprio nulla, il primo non ha nulla a che fare con l'EMDR ma riportato solo per supportare il secondo nel quale si ribadisce che i meccanismi di funzionamento non sono ancora noti e discutono su una CONGETTURA , ovviamente, NON dimostrata, basata sulla somiglianza tra le onde elettroencefalografiche durante il sonno e il trattamento.
Quindi ho la sensazione, abbastanza fondata ;-) che si tenti una certa forzatura per dimostrare le fondamenta di qualcosa che non appare affatto fondato e che mi fanno ribadire esattamente quanto riportato nell'articolo di apertura.

#23
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Dr. Marco Pagani

ha ragione, galeotto fu il refuso e ho riportato l'url dell'articolo del 2001 da lei citato in apertura, me ne scuso con chi legge.
Il link corretto è https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23102050, articolo del 2013 che appunto conferma molto più di recente l'essenzialità dei movimenti oculari nell'EMDR.
Il resto del testo conferma che non siamo assolutamente sulla stessa lunghezza d'onda per quanto riguarda la comprensione delle metodologie di indagine e dei vari (faticosi per chi si impegna a farli) passi per il progresso della conoscenza.
Se per lei la perfetta coincidenza temporale, al contrario di quanto lei afferma dimostrata sperimentalmente, tra la stimolazione bilaterale e l'apparizione delle onde che durante il sonno veicolano la traccia mnemonica dalle regioni limbiche a quelle corticali con valenza cognitiva è una congettura (cioè una ipotesi su dati generici, incompleti o inesatti. E poi, perchè in maiuscolo?) che non dimostra nulla, beh, non so proprio che cosa aggiungere. Così come mi sorprende che non veda l’importanza delle relazioni tra concetti ed evidenze comprovate da tempo (articolo di Born) e gli esperimenti recenti che le inquadrano sotto nuova luce. Indipendentemente se siano conclusivi e definitivi.
Invidio le sue sicurezze e sensazioni "fondate". Lei usa termini come “confusa”, “infondata”, “cosidetto EMDR” “forzatura” che a mio avviso non sono appropriati per una discussione critica quanto si voglia ma su binari di reciproco rispetto e di curiosità disinteressata per l’argomento in causa.
Io mi tengo i dubbi che apertamente manifesto negli articoli che leggo e in quelli che scrivo e continuo a cercare con rigore le risposte a domande affascinanti, senza preconcetti e certezze ma soprattutto con la migliore cognizione di causa possibile.

#24
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Dr. Armando De Vincentiis

Pagani e dai anche con l'articolo che riporta i dati che supportano le fondamenta del EMDR (tranne il fatto che possa funzionare, come ho ribadito, sono davvero scarsi e sanno di arrampicata sugli specchi.:-)
Magari ulteriori studi ne confermeranno le basi, ma fino a oggi abbiamo congetture, teorie non dimostrate e paragoni forzati ma nulla di veramente concreto.
io Non ho sicurezze sono solo estremamente pragmatico e concreto!

#27
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Il mio commento finale di ieri per qualche ragione non risulta disponibile al pubblico, provo a riproporlo

#28
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Dr. Marco Pagani

Oltre che il metodo scientifico v edo che conosce poco anche i modi urbani e civili di confrontarsi e quindi interrompo senz'altro qui la discussione.
Concludo con due fatti incontrovertibili anche per lei: l'EMDR è consigliato dalla massima autorità mondiale (l'Organizzazione Mondiale della Sanità: http://www.who.int/mediacentre/news/releases/2013/trauma_mental_health_20130806/en/) come terapia di elezione del DPTS ed ogni anno vengono effettuate con successo milioni di terapie supportate teoricamente da centinaia di articoli su riviste internazionali impattate. Indipendentemente dai suoi meccanismi neurofisiologici che come ripeto sono oggetto di ricerche in corso d'opera, come per qualunque altra psicoterapia.
Ai lettori discriminare da questa discussione approssimazione e pregiudizi dalla metodologia scientifica, che come vedo dall'assenza di tracce in rete non frequenta abitualmente.

#30
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Dr. Armando De Vincentiis

.............................................................................................................................................................................................................................................traducendo dal link da lei indicato (...) per le persone affette da PTSD dovrebbe essere presa in considerazione la possibilità di ricorrere a...

sono dei suggerimenti di massima e non parlano di trattamento di elezione. Ne attestano, magari, il funzionamento, come ho ribadito, con onestà, nell'articolo di apertura e dove ho anche spiegato i probabili meccanismi di funzionamento. Questo,però, NON fa alcun riferimento alle basi neurobiologiche della tecnica che, ribadisco ancora una volta, rimangono legate a congetture NON dimostrate e che, a loro volta, appaiono piuttosto confusionarie.
Così come io ho avuto l'onesta di affermare che funziona, ma NON per i motivi proposti, lei dovrebbe avere l'onestà di affermare che ancora non esiste alcun fondamento che ne giustifichi le basi biologiche se non i normali processi di abituazione e distrazione e che la questione dei movimenti oculari, fino a oggi, è solo, sotto l'aspetto teorico, aria fritta!
Da come pone la questione non saprei davvero tra me e lei chi ha meno confidenza con il metodo scientifico!

#31

Cerchiamo di evitare polemiche che risultano sterili e inconcludenti.
Premesso che ogni ricerca vada condotta con rigoroso metodo scientifico, nel caso in questione, non mi pare ci siano dati sufficienti per poter affermare di aver "scoperto" una nuova tecnica applicabile ad ogni patologia e, nel caso specifico, potenzialmente sostituibile alle consolidate psicoterapie.
Già si sono fatti avanti i reumatologici affermando che l'EMDR funziona nella fibromialgia. Il fatto che Centri di eccellenza in qualche modo avallino teorie non consolidate non vuol dire che debbano essere accettate.
Qualche tempo fa alcuni fisioterapisti di un importante Istituto del Nord Italia hanno sostenuto che la stimolazione plantare migliora i sintomi del Parkinson. Non se ne è più sentito parlare!!!

Per quanto riguarda l'EMDR mi permetto di suggerire, anche al fine di ridurre spese di personale dedicato a tale metodica, di consigliare ai pazienti selezionati di assistere a un torneo di ping-pong. I movimenti coniugati oculari non avrebbero bisogno di nessuno che sostituisca la pallina con le dita della propria mano.
Una raccomandazione sarà necessaria: sono escluse le partire di Tennis in quanto, diversamente dal ping.pong, la pallina assume direzioni diverse da una traiettoria dx <> sx orizzonate, il che non consentirebbe il movimento coniugato dei globi oculari.

#32
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Dr. Mauro Colangelo

Mi sono tenuto fuori dalla diatriba ritenendo più che valide le argomentazioni del Dott. De Vincentiis il quale, in modo particolare, fa molto opportunamente osservare al suo interlocutore che dal link riguardante l'OMS non si evince alcuna validazione scientifica del metodo. Ed infatti dalla nota citata, che risale al 2013, in ordine ad affrontare il trattamento del PTSD nei rifugiati si suggerisce un uso moderato delle benzodiazepine in aggiunta al supporto socio-psico-terapeutico fra cui la CBT e l'EMDR (In addition, referral for advanced treatments such as cognitive-behavioural therapy -CBT- or a new technique called eye movement desensitization and reprocessing -EMDR- should be considered for people suffering from PTSD.) Dal testo riportato, non mi sembra di dedurre che sia fortemente consigliato dall'OMS come metodo d'elezione nè che se ne ritenga accertata la spiegazione scientifica.

#34
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Utente 499XXX

salve sono un ragazzo di 22 anni e da tempo che soffro d'ansia e non dormo bene da 3 mesi mi sveglio ogni notte alle 4 con forte tachicardia, ho fatto quasi tutti ii tipi di controlli ma non mi anno trovato niente o sbalzi di umore non so cosa fare

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