Lo stress prolungato nel tempo rende più vulnerabili alle malattie

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Dr.ssa Rita Gagliardi Psicologo, Psicoterapeuta

Molti studi, negli ultimi decenni, si sono occupati degli effetti negativi dello stress quotidiano sul benessere fisico e psicologico.

Quando ci troviamo a vivere situazioni sfavorevoli, ad affrontare problemi personali, familiari o lavorativi, non solo è importante la reazione che attiviamo ma risulta essere molto importante la capacità di recupero che attiviamo nei giorni seguenti. Rimanere mentalmente collegati alle situazioni negative per tempi prolungati, rimuginare in modo persistente sugli eventi stressanti, produce effetti negativi sia sulla salute mentale che sulla salute fisica (Brosschot, Gerin e Thayer,2006).

In un recente studio, Kate A.Leger, Susan T.Charles, David M. Almeida hanno approfondito questo argomento studiando le risposte che le persone mettono in atto dopo eventi stressanti, seguendo le risposte emotive nei giorni successivi e nello svolgersi della routine quotidiana. Successivamente questi dati sono stati confrontati con le condizioni di salute fisica a lungo termine (in un periodo di quasi 10 anni).

I risultati dimostrano che il modo in cui usciamo e ci riprendiamo dalle situazioni stressanti incide sulla nostra salute fisica. Le persone che hanno più difficoltà ad uscire dalle situazioni stressanti, che presentano emozioni negative persistenti nei giorni successivi all’esperienza stressante, dopo 10 anni presentano un aumento delle malattie fisiche croniche e di limitazioni funzionali.

Gli studi devono ancora approfondire e spiegare questo importante risultato. Abbiamo infatti due grandi aree da indagare ulteriormente. Da una parte abbiamo l’attivazione organica dei sistemi legati allo stress e la loro attivazione prolungata risulta avere ripercussioni sulla salute già da molti altri studi. Una seconda area da esplorare è quella comportamentale: quanto gli stati d’animo negativi producono comportamenti negativi e dannosi per la salute(ad esempio scarsa attività fisica, poca attenzione alle abitudini alimentari, eccesso di alcool, etc).

Data pubblicazione: 02 maggio 2018

2 commenti

#1
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"Gli studi devono ancora approfondire e spiegare questo importante risultato. Abbiamo infatti due grandi aree da indagare ulteriormente. Da una parte abbiamo l’attivazione organica dei sistemi legati allo stress e la loro attivazione prolungata risulta avere ripercussioni sulla salute già da molti altri studi. Una seconda area da esplorare è quella comportamentale: quanto gli stati d’animo negativi producono comportamenti negativi e dannosi per la salute(ad esempio scarsa attività fisica, poca attenzione alle abitudini alimentari, eccesso di alcool, etc)."


Buongiorno Dr.ssa Rita Gagliardi, posso indicare il mio parere riguardo allo Stress Prolungato a causa del quale si rischiano più frequentemente le malattie?
In presenza di stress osserviamo contemporaneamente la diminuita attività cardiorespiratoria (scarsa attività fisica) quindi la persona diminuisce gli atti respiratori rispetto a quando è in buone condizioni fisiche e mentali, e, appare chiaro che, diminuendo gli atti respiratori si riduce anche e soprattutto l'ossigeno disciolto paramagnetico e generatore di energia elettrochimica nel sangue (concentrazione di ossigeno) i cui livelli sono indicati dalla pO2 arteriosa. L'ossigeno disciolto paramagnetico ha un meccanismo di azione non ancora capito dalla Scienza Medica, infatti, il PARAMAGNETISMO dell'O2 disciolto irradiato nel sangue, insieme agli elettroliti, le membrane cellulari polarizzate, e l'idrogeno, è indispensabile per consentire la generazione dei potenziali d'azione, detti anche impulsi elettrochimici, i quali determinano tutte le Attività Cerebrali, Cardiache, e Muscolari.
Possiamo capire che, diminuendo l'ossigeno disciolto diminuisce l'energia elettrochimica determinata dal minore apporto dell'O2 paramagnetico irradiato nel sangue, causando la disattivazione delle membrane cellulari polarizzate, in conseguenza gli impulsi elettrochimici (potenziali d'azione) negli organi del corpo nei quali, anche a causa delle vasocostrizioni, si riscontra la CARENZA di ossigeno disciolto NON possono generarsi, provocando in questo modo il deterioramento delle cellule che si riscontra soprattutto nelle malattie neurologiche, oncologiche, e cardiovascolari.
Gentile Dr.ssa Rita Gagliardi, sono più che certo di queste mie affermazioni, dovute ad una ricerca che ho svolto sulle cause delle malattie degenerative, e apprezzerei veramente un Suo controllo dello scritto, comunicando anche ai Medici di questo Forum la necessità di verificare le realtà da me capite con la ricerca.
I più Cordiali Saluti
Pino Fronzi

#2
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Dr.ssa Rita Gagliardi

Grazie per il suo interesse e per il suo apporto,
Rita Gagliardi

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