In prigione per avere compagnia: vecchi in solitudine estrema
Farsi incarcerare per scambiare due parole ogni giorno?
Può sembrare strano, ma talvolta gli anziani scelgono la galera per avere compagnia ed un pasto caldo.
- In che modo?
Compiendo piccoli furti, ma tali da assicurarsi un periodo certo dietro le sbarre.
La solitudine è soprattutto donna
Deve essere profonda la solitudine che spinge a commettere piccoli reati - furti di cibo e di minime cose - pur di non essere più soli tra le quattro mura della casa, bensì in compagnia... in prigione.
Sono perlopiù donne over 65.
“Spesso hanno una casa o una famiglia, ma questo non significa che abbiano un posto che le faccia sentire a casa” ha spiegato la responsabile della polizia carceraria dell’Istituto detentivo femminile di Iwxxx, “Queste donne non si sentono capite“.
Il carcere unica risorsa per vincere l’infelicità e l’isolamento
Lo viviamo attraverso tre toccanti testimonianze:
- “Trascorrevo ogni giorno da sola. Mio marito mi ha lasciato molto denaro; la gente mi diceva che dovevo sentirmi fortunata, ma il denaro non era ciò che volevo. Ero infelice", conferma una detenuta, sulla soglia degli 80.
- “In carcere vivo molto meglio, qui la vita è più semplice, posso essere me stessa e respirare”, ha spiegato un’altra donna di 80 anni.
- "Dopo un infarto, mio marito ha iniziato a soffrire di demenza senile e depressione, e accudirlo per me è diventato un lavoro sempre più duro: “In casa mi sentivo in prigione – confessa l’anziana- ma non potevo parlare con nessuno dello stress che provavo, mi vergognavo troppo. Il giorno in cui ho deciso di rubare, in realtà i soldi li avevo. Ma mi sono ritrovata a riflettere sulla mia vita: non volevo tornare a casa e non avevo nessun altro posto in cui andare. Chiedere aiuto in prigione era l’unica soluzione“.
Risorse economche da investire diversamente?
Il fenomeno è diventato un problema costoso per le casse di questo Stato, che nel 2015 ha speso l’equivalente di 120 milioni di euro per mantenere la popolazione carceraria anziana.
Ci si sta attrezzando ora per predisporre altri e più adeguati supporti.
MA DOVE AVVIENE CIO'?
E’ il GIAPPONE la nazione di cui parliamo qui,
terra affascinante e misteriosa,
proprio dove nel 2020 si svolgeranno le Olimpiadi e di cui fervono i lavori, ai quali si riferisce la foto scattata nel corso di un recente soggiorno.
Opere faraoniche.
Solitudini abissali.
Uomini ottantenni che tornano a lavorare pur di avere "amici".
Hikikomori isolati per anni nella loro stanza.
Ragazzi sfiniti che si addormentano per strada.
Oggi in Italia le persone anziane vivono le relazioni in modi diversificati, ma la famiglia riveste una notevole importanza (dati Istat):
- La maggior parte sono in coppia senza figli fino alla soglia degli 84 anni: è così per la metà delle persone fra i 65 e i 74 anni, per il 40% delle persone fra i 75 e gli 84 anni.
- Nel 20% delle coppie fra i 65 e i 74 anni sono tuttora conviventi figli non ancora usciti dal nucleo genitoriale.
- Talvolta sono famiglie di tutti anziani.
- Quasi la metà delle famiglie composte da persone sole sono anziani di 65 anni e più, in particolare dopo gli 84 anni.
- C’è una notevole differenza di genere nell’esperienza della solitudine in età avanzata:
- fra gli uomini la percentuale di persone sole di 65 anni e più è del 30 %, mentre fra le donne raggiunge ben il 62;
- Un numero elevatissimo di donne vive l'esperienza della vedovanza: l'83,5% delle persone vedove fra i 65 e gli 89 anni sono donne.
Quali le risorse di cui godono gli over 65 in Italia?
L’attuale welfare pubblico sostiene a sufficienza.
I figli se vicini geograficamente, i nipoti quando educati alla relazione intergenerazionale, l'assistenza socio-sanitaria territoriale, le residenze per anziani, le risorse di volontariato, l'aiuto di prossimità, le università dell’età libera, i circoli pensionati, i gruppi culturali e di ricerca storica, le associazioni delle persone vedove, fanno il possibile per compiere la propria parte anche nel supportare le relazioni.
Si auspica che il domani mantenga e protegga l’attuale sufficiente rete relazionale e sociale.
Ognuno nel proprio territorio, nella propria "terra di prossimità" può mettere un piccolo mattone.
Il futuro è anche nelle nostre mani.
FONTI
https://www.bloomberg.com/news/features/2018-03-16/japan-s-prisons-are-a-haven-for- elderly-women18.3.2017
L’ISTAT ha creato la banca dati Anziani.Stat che raccoglie e sistematizza i dati sugli aspetti strutturali e dinamici dell'invecchiamento della popolazione italiana.