La cleptomania online. C’è chi ruba per necessità, chi per mancanza di dignità

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Vi sarà mai capitato di avere subito un furto?
Un furto di oggetti?
Dell’auto nuova o del vostro motorino? Di oggetti che appartenevano al vostro passato, che contenevano le vostre emozioni, la vostra storia emozionale?
A me hanno rubato l’anima!
Sappiamo bene come ci si sente dopo un furto: arrabbiati, delusi, ed alla vana ricerca di quello che un tempo era nostro, che abitava a casa nostra.
È a dir poco vergognoso che presunti e sedicenti colleghi, sparsi per l’Italia, copino ed incollino testi altrui - in questo caso i miei, ma immagino che la pratica sia diffusissima - e li mettano a firma loro.

 

Note cliniche sulla cleptomania

La cleptomania lenisce la fame d’amore e compensa maldestramente le voragini affettive di chi la ospita.
Gli oggetti rubati non hanno quasi mai un reale valore economico, ma assolvono ad una funzione riempitiva.
Chi ruba, nel caso della cleptomania, ruba perché non può farne a meno.
Lo fa e basta.
Lo fa perché ha uno scarso controllo degli impulsi.
Talvolta questa problematica appartiene alla fase dell’adolescenza, altre volte invece, accompagna il soggetto durante le altre stagioni della vita.
Può manifestarsi in maniera isolata, o avere delle comorbidità con altre problematiche psichiche o psichiatriche.

A diagnosi clinica effettuata – dopo che il paziente acquisisce consapevolezza del proprio quadro clinico – la cleptomania è assolutamente curabile con la psicoterapia, o con la terapia combinata (psichiatra e psicoterapeuta: terapia farmacologica e psicoterapia).

 

Chi ruba online

Chi ruba scritti altrui invece, non è un cleptomane ma un ladro.
Non cita la fonte, non menziona il legittimo proprietario dello scritto ed, addirittura, lo mette a firma sua.
Trattasi di due problematiche del tutto differenti.
Chi ruba online, ruba per non faticare.
Ruba per intraprendere la scorciatoia verso la visibilità.
Lo fa per appropriarsi indebitamente della fatica e della preparazione altrui.
Non stiamo parlando di modi di dire, di qualche frase sparsa e virgolettata qua e là, ma di interi scritti, con le emozioni e le riflessioni di chi li ha partoriti.

 

Amare conclusioni

 

Così, dopo avere trovato oltre duecento articoli del mio blog su Medicitalia in siti altrui, ho sentito il bisogno di mettere in guardia tutti i Colleghi dai ladri del web.

Tra legali, pec e mal di pancia, spero di rintracciare tutti i “sedicenti Colleghi”, e di riappropriarmi del mio tempo e di quello che è mio.

 

 

 Lettura consigliata:

 

https://www.valeriarandone.it/psicologia/ladri/

Data pubblicazione: 14 marzo 2018

18 commenti

#1

Cara Valeria, sono desolata, e ti comprendo, pensa però che questi pigri sIgnori si qualificano da soli, pensa come faranno a stabilire la famosa indispensabile " alleanza terapeutica".. spiace soprattutto per i pazienti che alla fine ci rimettono.. Il nostro è un difficile , serio lavoro e non si può inventare una professionalità che non si ha.. Ti abbracco Magda

#2
Foto profilo Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Cara Magda,
grazie, so bene che mi comprendi.

Questi tizi, chiamarlo signori, mi sembra anche eccessivo, rubano, frodano, ed immagino che lavorino con la stessa qualità di come copino!

Il problema è che sarebbe giusto essere tutelati per poter lavorare serenamente, non si può passare il proprio tempo controllando, inviando raccomandate ed andando fisicamente dal legale.

Tutto questo ha un costo, anche psichico.

É vero che la rete è una giungla ma è altrettanto vero che siamo su un portale serissimo come Medicitalia, sarebbe utile trovare una strategia salva contenuti, per il bene di tutti.

Un abbraccio grande

#3
Foto profilo Dr.ssa Flavia Massaro
Dr.ssa Flavia Massaro

Cara Valeria,

ho verificato ed è successo anche a me: alcuni miei articoli sono stati copiati interamente o parzialmente da vari siti di "colleghi" e non penso che la soluzione possa essere solo che ognuno di noi si arrangi a lamentarsene con i diretti interessati...

#6
Foto profilo Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Quello che mi fa più male, vista la mia passionalità ed impegno costante nei confronti della mia specialità, é che i miei scritti, oltre che essere in siti osceni, in siti di “colleghi”, sono anche in siti greci che vendono ovociti, uteri in affitto, e liquido seminale a domicilio!

A buon prezzo si intende..

Quindi, le coppie infertili, leggono i miei scritti, si sentono compresi, aiutati e si fidano ed affidano, e loro speculano!

Questo è davvero gravissimo.

#9
Foto profilo Dr.ssa Flavia Massaro
Dr.ssa Flavia Massaro

Lo stesso vale per tutti gli altri consulenti, medici e psicologi, che svolgono qui volontariamente attività gratuitta e hanno scritto qualcosa di interessante che h fatto crescere su questo sito.

#11
Foto profilo Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

I miei testi, e non mi sento lusingata, vengono copiati anche da non clinici..

Questo signore per esempio, non molla nonostante la pec del mio legale...

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/244-dal-segreto-erotico-alle-emozioni-online.html http://crescerefiglialtrui.typepad.com/crescere_figli_altrui/2013/01/facebook-i-giovani-hanno-il-senso-dellintimit%C3%A0.html
""Gli adolescenti, per età e cultura, hanno necessità di appartenere al gruppo (reale o online), appartenenza che conferisce loro conforto, riscontro, identificazione, praticamente identità; esistono solo se sono visibili e, per essere visibili devono necessariamente uniformarsi al gruppo di pari. Internet, rappresenta una ""finestra percettiva"" sul mondo, che tutto offre, ma niente spiega creando, in un'età di grandi vulnerabilità e tumulti dell'anima, confusività e necessità di omologazione.
Per gli adolescenti, vivere gli impacci di un corpo e di una psiche che cambiano diviene spesso difficoltoso ed un percorso irto di difficoltà emozionali e relazionali. Dietro al display, si celano spesso emozioni contrastanti, ambivalenti e cariche d'angoscia. Il computer o il cellulare divengono così spesso una trincea difensiva, che nasconde un quadro di solitudine affettiva ed un frequente autismo tecnologico.""
Alessandro Bruni - http://profile.typepad.com/6p0147e133f54a970b

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