Felice 2018
Meno tre, meno due, meno uno: Auguri!!!
Siamo, più o meno, sopravvissuti ad auguri, aforismi di tutti i generi e tipo, a frasi fatte e ad altre fatte proprie.
Ed ancora, a code interminabili al supermercato, ed al fascino del regalo dell’ultimo minuto, perfettamente inutile, e probabilmente riciclabile.
A pranzi, infiniti, ad auguri e rituali di ogni genere.
Il calore dei messaggi di perfetti sconosciuti che millantano la tua approfondita conoscenza e che ti augurano ogni bene, pace, amore e prosperità.
Siamo sopravvissuti a parenti, amici, conoscenti e sconosciuti che hanno invaso il nostro cellulare, ed eccoci qua con la solita lista dei buoni propositi.
Il significato dei riti
Il capodanno è la festa del simbolismi e dei rituali, più o meno scaramantici e propiziatori.
“Chi fa l’amore a capodanno, lo fa tutto l’anno” e così via.
Le tavole abbondano - per i più fortunati - di cibi propiziatori che evocano abbondanza e prosperità, per proseguire poi, con piatti buttati via dal balcone, botti e spari.
Proverbi, modi di dire e modi di fare, per concludere con intimo rosso e pericolosissimi – e vietatissimi - spari.
Il passaggio simbolico dal vecchio al nuovo anno, sembra dover essere accompagnato da un modus operandi ricco di simbolismi e di scaramanzie, di rotture e nuovi magici inizi.
- Perché abbiamo bisogno di questi simbolismi?
- Perché dobbiamo buttare via qualcosa di vecchio?
Disfarsi di qualcosa di vecchio significa soprattutto abbandonare il superfluo ed il dannoso, unitamente a quanto è stato doloroso per la nostra salute fisica e psichica.
Trattasi di un simbolismo estremo, perentorio, lapidario e rapido.
Il rumore inoltre, conferisce un certo non so che al rito.
La psiche però, non ha tempi così immediati e se vogliamo affrontare un cambiamento interno, dobbiamo passare da un lungo lavoro di introspezione e di analisi interiore.
Nulla avviene magicamente e velocemente.
Il vecchio piatto lanciato dal balcone, non solo corre il rischio di ferire un passante ignaro e soprattutto non responsabile del nostro malessere, ma non si trasforma ad esempio, nella fine di un legame malsano, o nella promozione lavorativa tanto agognata.
Le festività e gli affetti: dalle famiglie normo costituite agli amanti
Le festività, come sappiamo, sono un potente detonatore dell’inconscio.
Amplificano ogni gioia ed ogni dolore, ogni mancanza ed ogni presenza.
Così, ci sono presenze che diventano assenze, ed assenze che diventano presenze.
Coniugare poi, le festività agli affetti é davvero un progetto arduo e faticoso.
Ci sono le famiglie normo costituite, con tanto di nonni e doni sotto l’albero, dove la peggiore cosa che può succedere è quella di dover cenare con la zia sconosciuta e collerica, e doverle anche acquistare un regalo.
Ci sono anche le famiglie dilaniate e ricomposte, ed i figli del divorzio.
I figli del divorzio, con due case, due spazzolini, due alberi di Natale, più o meno otto nonni, i "vantaggi secondari ed economici" della famiglia allargata, ed i dolori da famiglia smembrata e, più o meno, ricomposta.
E poi, ovviamente, ci sono gli amanti.
Coloro che non scelgono.
Coloro che inviano email d’amore e di mancanza, ma tagliano il panettone e spacchettano i doni sotto l’albero del soggiorno di casa, per poi rinchiudersi nell’affollato sgabuzzino delle scope, per chattare come clandestini, in attesa del tanto atteso brindisi.
Virtuale s’intende.
La lista dei desideri e dei buoni propositi
Il famigerato primo gennaio sarà portatore di tante promesse, quasi tutte mai mantenute:
- La costanza nello sport
- La dieta alimentare
- Gli stili di vita più sani
- Immaginarsi meno collerici e concitati nella vita e nei legami
- La sospensione dei più svariati vizi "capitali".
Quanti desideri, ma quante bugie!
“ Molto più importante di quello che sappiamo o non sappiamo, è quello che non vogliamo sapere”
Eric Hoffer
Un augurio affettuoso a tutti noi.
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