La nave dei bambini: uno sbarco di disperazione e speranza

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

L’amore di un genitore sfida l’ignoto pur di consegnare il proprio figlio ad una possibile vita.

Bambini affidati alle onde del mare pur di strapparli al loro destino già scritto.

Bambini sottratti alla miseria, alla guerra, alle epidemie, ed alle braccia rassicuranti dei loro genitori.

Approda in Sicilia una barca stracolma di "migranti bambini", tantissimi di loro senza genitori.

Il più piccolo aveva una settimana di vita, duecento quaranta sono minori, gli altri hanno dai 12 ai 13 anni, e più di duecento sono arrivati senza genitori.

Bambini senza infanzia, con un passato drammatico, una separazione primaria e dolente come dote affettiva, e già in mare.

Il nostro mare visto e vissuto come una grande madre che accoglie, che contiene e che riconsegna alla vita, e talvolta alla morte.

Le acque della mia Sicilia, negli ultimi anni, sono davvero tanto trafficate: traffico di speranza e di disperazione, traffico di vite, di sogni infranti e di esseri umani.

Il mare diventa il palcoscenico di tragedie in itinere, navigato da barconi stracolmi di adulti e di bambini, di abusi e di soprusi barattati in cambio di quote di speranza che, talvolta, sfociano in tragedie e morti.

Un barcone di piccoli migranti però, non si era mai visto, perché, solitamente, nessun genitore – ancor di più una madre – riesce a separarsi dal proprio bambino, a costo di rischiare la propria vita per, e con lui.
Piccoli naufraghi dagli occhi liquorosi e spauriti, bambini senza identità che mai rivedranno i loro genitori, ci obbligano a sentire sulla nostra pelle la loro disperazione.

Bambini con frammenti di passato e con origini ignote, bambini senza i loro giochi e le loro coperte di Linus, ed ancora, bambini senza i loro genitori.

Bambini senza infanzia e senza futuro, senza amorevoli merende e rassicuranti rituali della buona notte, senza cibo e senza vestiario, piccole vittime senza colpe affidati al mare.

 

Attaccamento, deprivazione primaria e crescita psicologica dei bambini

Un bambino non può fare a meno di avere una madre, e di avere con lei – e per di più per lungo tempo – una relazione di attaccamento e di accudimento sana ed equilibrata.
Gli studi pioneristici di Bowlby hanno dimostrato, già parecchi anni addietro, come la

figura materna abbia un ruolo centrale nella relazione di attaccamento.

Un altro fattore di centrale importanza è la qualità della relazione stessa per il futuro sviluppo psicologico del bambino.

Anche se Bowlby per noi clinici è un po’ datato, riporto qualche passaggio delle sue teorie per far comprendere i punti centrali della teoria dell’attaccamento.

 

  • È di fondamentale importanza che il bambino abbia un rapporto caldo, intimo e prolungato - senza intermittenze - con la madre.
  • Una deprivazione prolungata di cure materne porta delle conseguenze negative sullo sviluppo del bambino, con la possibile comparsa di disturbi psicologici e disturbi del comportamento.

 

Gli studi successivi condotti poi, da Mary Ainsworth, allieva di Bowlby, hanno distinto quattro forme di attaccamento nella relazione madre-bambino:

 

        1 - Attaccamento sicuro.

Questo tipo di relazione caratterizza i legami in cui il bambino sviluppa una percezione di se stesso come soggetto degno di affetto e di cura.

Trattasi di un bambino che crescerà con una sensazione di fiducia di base nei confronti della figura di attaccamento, percepita come affidabile, presente e disponibile, e fruirà in futuro di questo bagno emotivo precoce.

 

        2 - Attaccamento insicuro - evitante.

Questo tipo di relazione vedrà bambini che tenderanno ad avere poca fiducia nell’altro. Saranno bambini che vivranno con la paura di essere rifiutati ed abbandonati. Queste relazioni saranno caratterizzate da madri poco affettuose, presenti ed anche evitanti.
Madri che non toccano, che non valorizzano, che non sanno amare.

 

         3 - Attaccamento insicuro ambivalente/resistente.

Relazione in cui il bambino presenta quote d’ansia ed angoscia verso la madre, manifestando atteggiamenti ambivalenti, improntati sempre alla ricerca di vicinanza alternata a rifiuto.

Il bambino insicuro-ambivalente, è un bambino che ha sperimentato durante la sua infanzia una madre incostante e contraddittoria, iperprotettiva o intrusiva o, addirittura, totalmente indifferente.

 

        4 - Attaccamento disorganizzato/disorientato.

È una modalità di relazione in cui il bambino è disorientato e confuso.

Si tratta di una forma di attaccamento associata allo sviluppo di gravi psicopatologie, in quanto il bambino si è relazionato con una figura di attaccamento non sicura, instabile e, spesso, patologica o maltrattante, quindi gravemente dannosa per la sua futura salute psichica.

 

 

Auguro di cuore a questi piccoli naufraghi di trovare, il più presto possibile, dei nuovi genitori che li aiutino a fare pace con il passato ed a costruire un futuro pieno d’amore, di certezze, e di cure.

Data pubblicazione: 21 ottobre 2017

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!

Guarda anche bambini