Il sesso, l'abuso ed i migranti

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

I migranti sono ormai una realtà.
E gli stupri anche.
Firenze, Rimini, Lecce, stupri di gruppo, singoli, in divisa o senza, ed ancora fidanzati gelosi ed assassini.

Insomma, tra italiani con i freni inibitori compromessi, e gli stranieri che pensano che la donna sia un oggetto di consumo, non ci facciamo mancare davvero nulla.

In Italia ci sono però, più stupri che denunce.

Le donne provano vergogna, paura, direi panico, nel denunciare la violenza subita, perchè temono di avere appiccicata addosso, e per sempre, un'etichetta diagnostica.
Diagnosi infausta - spesso da “poco di buono” per essere educata -, che non farà mai più cicatrizzare le ferite inflitte dallo stupro subito, già complesso da dimenticare.

Dal medioevo ad oggi, cos’è cambiato?
A quanto pare nulla.
Siamo passati dal delitto d'onore agli stupri di gruppo, fino alle attenuanti della pena per colpevolezze certificate.

Dal medioevo ad oggi, a quanto pare, la considerazione dell'essere donna non è cambiata di molto, anzi una donna più autonoma e forte destabilizza ed irrita profondamente.
Una donna vestita in modo seduttivo, sembra inviare dei messaggi subliminali – e, secondo le voci di popolo, forse non troppo subliminali - di tipo sessuale.
Una gonna corta invita allo stupro.
Un bicchiere di troppo anche.
Ed un sorriso in più, significa che ci sta.
La gentilezza viene confusa per disponibilità.

Ed i no, per sì.

Quindi, ricapitolando, secondo questa teoria, dovremmo avere una quantità enorme di donne spregiudicate e di uomini con i freni inibitori compromessi.

Le illazioni sulle vittime sono davvero tante, e gli "stupri verbali" successivi a quelli fisici, anche:

 

  • E, se se la fosse cercata?
  • Se fosse stata troppo svestita?
  • Audace?
  • Disinibita?
  • Ubriaca?
  • Straniera?
  • Transessuale?
  • In spiaggia fino a notte?
  • la solita ragazzetta facile?
  • le "americanine" nella citta dello sballo?

 

Alla denuncia dello stupro, segue un secondo e terzo stupro verbale: le insinuazioni.

Perché in Italia, non si sa perché, la vittima va inquisita.
Si dubita della versione dei fatti, si indaga, si perquisisce la sua anima e la sua psiche in cerca di prove a favore del carnefice.
Che trattasi di mariti abusanti, di fidanzati stalker, di migranti, di africani in branco, ed anche di minorenni.

 

I migranti ed il sesso, nuova proposta di legge
Ci sono paesi, distanti o forse no, dal nostro, dove la violenza sulle donne è considerata normale, naturale, la giusta conseguenza delle dinamiche tra uomo e donna.
L’integrazione culturale è davvero molto complessa e faticosa, ma diventa drammatica quando si tratta di modus operandi - per noi scontati - sulla sessualità.
Se la donna non è consenziente è stupro.
Nei loro paesi non funziona così.
Se la donna non è consenziente non può tirarsi indietro, non può negarsi sessualmente; quindi, se lo desidera o meno, se prova piacere o meno, poco importa.

Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, dopo lo stupro di Rimini, e per di più di gruppo, ha promosso un piano strategico del Viminale, per “educare i migranti alla salute sessuale”, ed al rispetto delle donne.

 

Conclusioni e perplessità
Con il massimo rispetto, ed empatia per i migranti e le loro tragedie "esistenziali", un pensiero va ai nostri ragazzi.
I nostri ragazzi non sono obbligati a frequentare dei corsi di educazione emozionale e sessuale, pur avendone un gran bisogno, perché la legge non lo prevede, e le scuole non hanno i fondi.
Nel frattempo noi privati organizziamo gratuitamente le Settimane del benessere sessuale, su scala nazionale, nel tentativo di sensibilizzare i giovani sul concetto di salute sessuale, promozione e prevenzione.

Credo che sia davvero fantasioso “insegnare” il rispetto - e per di più nel più breve tempo possibile, per evitare altri stupri di gruppo e derive della sessualità - ai migranti che hanno necessità più urgenti (come il cibo, le vaccinazioni, il lavoro) dei corsi di educazione civica e sessuale.

  • E, poi, come si fa a stravolgere secoli e secoli di usi e costumi sessuali, ereditati, trasmessi, appresi?
  • Obbligati de obbligatori?

Anche in questo caso giurisprudenza, psico-sessuologia, ed antropologia, dovrebbero operare a braccetto.

Data pubblicazione: 17 settembre 2017

8 commenti

#1
Foto profilo Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone
#2
Foto profilo Utente 427XXX
Utente 427XXX

Scusi, l'articolo è sicuramente giusto ma avete esagerato molto...
La donna oggi viene trattata in modo simile a come veniva trattata nel Medioevo, state scherzando?
Oggi in Italia la donna è emancipata e ha pari dignità e diritti dell'uomo, tant'è che a mio modesto parere il femminismo in generale, IN OCCIDENTE, è più una montatura da coda di paglia che non un'attività concreta. E questo non fa altro che creare fazioni ed ulteriori divisioni, perché il miglior modo per neutralizzare una discriminazione è non alimentarla, per lo stesso principio secondo cui il miglior modo per non far fare qualcosa è non proibirla (vedasi legalizzazione delle droghe leggere).
Sicuramente i problemi le donne li vivono in altri Paesi, ed è sicuramente vero che i migranti che arrivano da quei Paesi portino quella cultura e vadano educati, su questo concordo.
Per tutto il resto, è molto fumo e poco arrosto.

Il problema degli stupri esiste in quanto purtroppo esiste la violenza, in modo generico, del più forte contro il più debole, che vuole ottenere qualcosa utilizzando la sua superiorità fisica, ora che questo si verifichi tramite il bullismo, lo stupro, minacce, ricatti, aggressioni ecc... cambia poco perché la fonte arriva sempre da quel ragionamento: sono più forte e quindi posso ottenere ciò che voglio.
Tutto questo non c'entra con l'emancipazione della donna, sicuramente gli stupri accadrebbero anche se ci fosse parità assoluta, in quanto appunto non è (in Italia!) un problema della donna, ma del principio del "più forte".

Quindi come agirei? Innanzitutto non farei la vittima dicendo che siamo ai livelli del Medioevo, o generalizzare come fanno molti dicendo che gli uomini hanno la vita facile e le donne difficile, in quanto entrambi i sessi hanno i propri problemi e le proprie pressioni. Visto che questo creerebbe ulteriori fazioni e scontri.
Poi, mi concentrerei su culturalizzare (tramite la scuola) le nuove generazioni ad allontanare il concetto di violenza, in qualsiasi sua forma, e a far regredire l'idea di "sono più forte quindi decido io".

Serve cultura per combattere la violenza (inclusi gli stupri)... fare le vittime, dire che siamo al Medioevo, o dire che voi siete trattate male da noi maschi cattivoni, beh, non è proprio il massimo per combattere le discriminazioni...

#3
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Dr.ssa Valeria Randone

Buongiorno,
"Serve cultura per combattere la violenza (inclusi gli stupri)... fare le vittime, dire che siamo al Medioevo, o dire che voi siete trattate male da noi maschi cattivoni, beh, non è proprio il massimo per combattere le discriminazioni..."

Provi a leggere tutti gli altri miei scritti sulla violenza di genere, inclusi quelli sul mio sito personale www.valeeiarandone.it, vedrà che sono impegnata in prima linea, unitamente ai miei colleghi della commissione di sessuologia della società di andrologia, in un progetto arduo, ma su scala nazionale, che parte propio dalle scuole, sulla prevenzione dello Stalking.

Nessuno fa la Vittima.

Un cordiale saluto

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