L'influencer. Nuovo mestiere e rischi per gli adolescenti
Un tempo, non molto tempo addietro, c'era la fatica.
L’impegno.
C'era una volta la laurea, il tirocinio, la gavetta e l'identità professionale.
C'erano gli antichi mestieri, gli artigiani con il loro impegno, la loro creatività e la loro manualità.
Oggi c'è il web con le sue magie, alchimie ed il canto delle sirene.
E ci sono anche gli apprendisti stregoni.
Ebbene sì, basta avere milioni di followers che diventi una star del web: un influencer.
- Cosa farà mai un influencer?
Praticamente nulla! Anzi, influenza.
Ma, nonostante il suo nulla, muove le masse.
Un influencer posterá senza sosta di tutto e di più.
Dirà la sua e verrà seguito/a, condiviso, osannato da milioni e milioni di anime smarrite.
L'influencer non parlerà di cultura o di problemi sociali - dovesse servire però per muovere le masse e per far dilagare a macchia d'olio un pensiero, una moda, un brand, la fortunata ragazza verrà profumatamene pagata -, ma posterà contenuti di moda, musica e, soprattutto, fatti suoi personalissimi.
Solitamente, i più graditi.
Chiara Ferragni per esempio, tanto amata da mia figlia, la famosa e tanto invidiata fidanzata di Fedez, durante la sua recentissima vacanza nella mia Sicilia, è rimasta rapita dal nostro cibo, ed ha postato il suo incontro con le granite siciliane, con i nostri arancini e, per finire, con le pesche tabacchiere.
Un trofeo del gusto.
Adolescenza e modelli identificativi
“Le brave ragazze vanno in paradiso, le cattive dappertutto.”
Ute Ehrhardt
Questi nuovi modelli che il web propone, non fanno altro che sdoganare un concetto di facile realizzazione, immune soprattutto da fatiche e da impegno (quello che, solitamente, non piace a nessun adolescente).
Passa un messaggio relativo all'apparire più che all'essere.
Un messaggio inoltre, di facile erotizzazione dell'immagine del corpo, soprattutto femminile.
Nessuna influencer sarà brutta, anziana, o disabile.
Sembrano bastevoli degli occhi azzurri, o liquorosi, delle smorfie più o meno seduttive, postare il proprio privato online, milioni di followers, ed il gioco è fatto!
Rischi, emulazione ed omologazione
I nostri ragazzi, soprattutto in età pre-adolescenziale ed adolescenziale, non sono immuni da rischi.
Rischi di facile omologazione, e rischi di disillusione postuma.
Oltre il rischio da depressione da mancanza di like.
L’omologazione è la strategia che i ragazzi attuano per appartenere al gruppo, per non essere delle mosche bianche e non portare sulle loro spalle il peso della diversità, oltre che, per transitare alla vita adulta.
- Cosa intendiamo con il termine omologazione?
Con il termine omologazione, si intende:
“una propensione dell’individuo ad adeguarsi ai valori e alle norme di un gruppo che rappresenta la maggioranza e che esercita sul soggetto una influenza sociale”.
Brown, 1990.
L’adolescente naviga a vista, si trova in un territorio faticosissimo e di passaggio, a metà strada tra l’infanzia e la dimensione adulta.
Cerca dei modelli.
Osserva.
Scruta, si guarda intorno.
Ed è facilmente manipolabile e plagiabile.
Questi trambusti del vivere lo obbligano ad appoggiarsi necessariamente al gruppo dei pari - reale o virtuale -, considerato il gruppo privilegiato di appartenenza.
- Quindi, che ruolo hanno gli influencers sui nostri ragazzi?
- Con i loro facili successi?
- I quali, con milioni di followers, si sono arroccati sull’Olimpo del successo? E per di più imboccando la scorciatoia?
- Come si fa ad invitarli alla lettura se le immagini li hanno davvero stregati e catturati?
- Come si fa inoltre, a spiegare ad un figlio che faticare, studiare, e non omologarsi è veramente la strada verso il successo, se il successo sembra essere a portata di click?
Insomma, tra veline e tornisti, tra opinionisti ed influencers, per i nostri ragazzi, forse, un ritorno al rigore, alla fatica ed all'impegno, non sarebbe poi così male.