Il vitriolage, ti sfregio il volto con l'acido se tu non sarai più mia

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Si chiama vitriolage e cancella il volto dell'amata con l'acido.
Sappiamo bene che il dopo non sarà mai uguale al prima.
Sappiamo che la sofferenza che si prova quando finisce un amore è atroce.
Sappiamo anche che, l'abbandono rende folli, stalker, assassini.
Sappiamo che c'è uno stalker perché c'è una vittima, e c'è un dominante perché c'è l'altra metà del cielo, la donna sottomessa.
E, sappiamo anche che, ci sono dei segni prodromici che vengono sottostimati.

 

La vendetta, un balsamo per l'anima

La vendetta viene pensata, accarezzata con la fantasia, centellinata con il piacere sadico di chi la metterà in scena da lì a breve.

Uno schiaffo non basta più per placare la rabbia del rifiuto.

Uno strattone, una percossa non sono più bastevoli, perché lei, la sua donna e la sua vittima, si rialza sempre, con dignità e coraggio.

Soltanto una "vendetta perfetta", ed irreversibile, placherà le pene d'amore.

Quella donna, la sua donna - la parola ex non appartiene al suo vocabolario - dopo il suo sfregio, non avrà più un volto, né vita.

 

Si chiama vitriolage, ed a quanto pare, è di gran moda

L'acido, dall'acido nitrico a quello cloridrico, ad altre sostanze corrosive, andrà a corrodere la pelle, fino ad arrivare ai tessuti, ed alle ossa del viso, rendendo - irreversibilmente - quelle donne delle mostruosità, l'ombra di loro stesse.

L'acido si poggia sulla pelle, inizia a penetrarla, a corroderla, ed insieme a lei la psiche della donna.

È una modalità per cancellare definitivamente il volto della donna amata, o meglio di colei che un tempo era in suo possesso, come un trofeo di caccia.

Il volto non è un arto, ma correlata alla dimensione identitaria di ognuno di noi.

Ci vorranno poi, infinite, dolorose, e non sempre risolutive tappe di chirurgia plastica ricostruttiva, per restituire dignità a queste donne.

Tappe dolorose e simboliche che, unitamente alla pelle, ai muscoli ed ai tessuti, dovrebbero risanare l'anima trafitta e perforata dalla mutilazione estetica.

Il dopo non sarà mai uguale al prima.

Queste donne dovranno indossare i panni della ricostruzione, e l'anima del coraggio.

Il volto ricostruito non sarà mai uguale al precedente.

Il messaggio atroce che questi uomini incidono a fuoco sul volto delle loro vittime è, più o meno, il seguente:

 

  • "Né con me, né senza di me".
  • "Se mi lasci, ti cancello l'identità, il viso".
  • "Non avrai altri dopo di me".
  • Non avrai un volto da truccare, da esibire, per esistere".
  • " Non avrai un volto per sedurre, per essere accarezzato, o baciato".
  • "Dopo di me, non sarai più tu" e così via..

 

Ci sono mille atroci modi per interpretare questi insani e folli gesti.

Il silenzio uccide!
Il fiore che non marcisce mai diventa il seme dell’odio, nutrito e concimato dal silenzio.
Il silenzio delle donne.

Il silenzio fornito dalla negazione da parte delle autorità dell’ingravescenza di alcune situazioni.
Ed il silenzio dato dalle attenuanti delle pene.

 

 

  • Cosa dovrebbero fare questi uomini prima di venire arrestati, oltre che perseguitare, abusare e picchiare?
  • E, soprattutto, cosa dovrebbe accadere affinché possano rimanere in carcere, e non essere più una minaccia per queste donne?

 

Esiste poi, la buona condotta, gli arresti domiciliari, l'incapacità di intendere e di volere, uno stato alterato di coscienza, ovviamene transitorio, e così via.

Ma conosciamo bene l’epilogo, è solo questione di tempo, purtroppo non esistono ultimi atti avulsi da tragedie.

Sappiamo bene che questi uomini sono afflitti da una fissazione ideo-affettiva, e che quindi, è solo questione di tempo: prima o poi quella donna la uccideranno.

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Aggressione_con_acido

 

Bibliografia

Progetto della commissione di sessuologia della società italiana di sessuologia 2012, a cui appartengo.

Calef V., Weinshel E. (1981), “Some clinical consequences of introjection: Gaslighting”,Psychoanalytic Quarterly, 50(1), 44-66.
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Stern R. (2007) The Gaslight effect, Morgan Road Books, New York.
Zemon Gass G., Nichols W.C. (1988), “Gaslighting: A Marital Syndrome”, Journal of Contemporary Family Therapy, 10(1), 3-16
Françoise Sironi, (2001) Carnefici e vittime. Strategie di violenza, Feltrinelli
Judith Lewis Herman, (2005) Guarire dal trauma. Affrontare le conseguenze della violenza, dall’abuso domestico al terrorismo, magi editore

Data pubblicazione: 04 maggio 2017

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