Assorbire il dolore altrui
Tendi ad assorbire il dolore altrui? Senti un eccessivo dolore e pena quando gli altri stanno male? Ti capita anche verso persone che non conosci? Solidalizzare con gli altri è una qualità positiva e ricercata, ma quando ci si carica addosso il dolore degli altri, questo diventa paralizzante.
Assorbire il dolore altrui: quando è sano
Comprendere quando una persona soffre e sta male e solidalizzare con la stessa è una qualità positiva e desiderabile che permette di avere relazioni soddisfacenti.
Assorbire il dolore altrui: quando fa male
Quando però si assorbe automaticamente senza rendersene conto il dolore degli altri e ci si fa carico delle loro sofferenze si vive in una condizione di ipersensibilità debilitante. Ci si fa carico inconsciamente del peso del dolore degli altri. Questo causa ansia, agitazione e l'impulso a dover risolvere il dolore delle persone (e a sentirsi in colpa se non si riesce nell'intento).
Perché si assorbe il dolore degli altri?
Ancora una volta le cause vanno ricercate nella propria infanzia e famiglia di origine. Fin dalla nascita un bambino è completamente dipendente dai genitori fisicamente ed emotivamente. Essi lo nutrono con il cibo e lo calmano quando è agitato, lo rassicurano, lo tranquillizzano cullandolo.
Per questo l'obiettivo prioritario di un bambino fin dalla nascita è quello di avere l'amore dei genitori ed egli sente che per avere questo gli stessi devono stare bene. Quando un genitore e specialmente la madre soffre, il bambino lo percepisce chiaramente. E, per avere l'amore della mamma del quale ha tanto bisogno, il bambino spera che lei stia bene e sente che deve fare qualcosa quando sente e vede che è triste e che soffre.
Come si diventa spugne del dolore altrui
Il bambino inizia a sperare ardentemente che il dolore della mamma o dei genitori finisca e per questo instaura un meccanismo automatico che gli fa assorbire quel dolore per porvi fine. Questo automatismo si instaura semplicemente nel desiderare ardentemente che il dolore dei genitori cessi perché così potranno dargli l'amore di cui ha bisogno. E se non riesce ad aiutarli si sentirà poi in colpa e sentirà di aver fallito.
Se il dolore della madre o dei genitori e della famiglia è molto elevato, da adulti questo meccanismo automatico sarà anch'esso molto accentuato e si inizierà ad assorbire in profondità il dolore anche delle altre persone: si diventerà ipersensibili agli stati negativi degli altri.
Non solo il dolore dei propri cari
E questo meccanismo è talmente forte e automatico che si assorbirà anche il dolore di perfetti sconosciuti, non solo dei propri cari. Il meccanismo fa si che si diventi delle spugne del dolore degli altri, indipendentemente da dove viene questo dolore.
A questo proposito mi è rimasto impresso il racconto di una mamma e figlia che riportavano come accadesse che mentre stavano camminando per strada e passava una persona sconosciuta che stava male la figlia sentiva il suo dolore e soffriva per lo stesso.
Non avere confini emotivi e assorbire il dolore degli altri fa vivere con il peso delle sofferenze altrui e impedisce quindi di essere sereni e di raggiungere un buon grado di felicità personale.