Depressione di Natale: doni, stress ed ansia

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Il Natale è la festività dei bambini, dei dolci fatti in casa che profumano d'infanzia e di ricordi,  dell'albero pieno di addobbi, del presepe e delle tavole imbandite.
Più che una festa è uno stato d'animo.
Il mondo grida alla felicità: luci e lucine, addobbi e festoni, tavole festose e famiglie riunite.
Tutto sembra essere, obbligatoriamente, in festa.
Quando, da adulti, riusciamo a sentirci ancora un po' così, è già un grande regalo della vita.
Ma, sappiamo bene, che non tutti possono sintonizzarsi emotivamente con questo periodo dell'anno.

Il Natale infatti, contribuisce a slatentizzare solitudini mascherate, o a far emergere conflittualità di coppia, tenute a bada dai rituali del quotidiano.

 Depressione di Natale

Il Natale porta con sè luci ed ombre, ed anche l’altra metà del cielo: la depressione.

Il lato oscuro delle feste è, appunto, la depressione.

Smettiamo di correre, di alzarci presto al mattino e di faticare, e siamo obbligati a rallentare.

Abbiamo più tempo per pensare, per occuparci del nostro sentire più profondo, tra fornelli, shopping natalizio e pranzi familiari.

Le questioni irrisolte - sepolte come la povere sotto il tappeto dell'ipocrisia -, soprattutto con gli affetti, tornano a galla, e bussano alla porta delle coscienze addormentate.

Ed ecco che l'umore cambia, ed appare all'orizzonte la depressione.

Depressione che colpisce in maniera traversale:

  • Chi non ha affetti
  • Chi non può condividere la festività con chi ama davvero
  • Chi rimane da solo
  • Chi fa tristi bilanci, ed ha paura del tempo che passa
  • Chi ha vissuto un lutto, un tradimento, una separazione, o un abbandono
  • Chi non sta bene economicamente, fisicamente o psichicamente
  • Chi è infelice
  • Chi ha un problema di coppia.

 

               Questa "depressone natalizia" è chiamata Christmas blues.

Chi fa il mio lavoro sa bene che, in questo periodo dell'anno, riceviamo un incremento di richieste di consulenze, di Sos psichici; come se fosse davvero indispensabile mettere la felicità sotto l'albero, insieme ai doni.

Possibili cause della tristezza natalizia

  • Difficoltà a stare con la famiglia d'origine, o con quella attuale

La festività Natalizia è un vero inno alla famiglia.
Festa in cui si celebrano gli affetti, l’amore e la gioia.
Non tutti però sono in armonia, empatia e sintonia con i familiari ed i parenti, così i pranzi e le cene diventano più un'occasione di stress e di disagio che di armonia e di felicità.
C'è anche chi non ha davvero nessuno a cui voler bene, oppure chi vive distante dalle persone importati della loro vita.

La solitudine è un altro elemento che contribuisce a mantenere in vita la depressione natalizia.

 

 

  • Aspettative non realizzate, o eccessive.

Dicembre è il mese dei bilanci.
Unitamente all'ultimo foglio del calendario che strappiamo via dal muro, togliamo il velo dalla recita a copione, dal compromesso, e cerchiamo di passare a setaccio tutte le cose fatte, ma soprattutto quelle non fatte.
Quali sogni trasferiamo nel nuovo cassetto del 2017, quali obiettivi abbiamo realizzato, con chi li abbiamo condivisi, cosa non siamo riusciti ad attuare, e perché.
Appare la tristezza, la delusione ed il retrogusto amaro relativo al tempo già trascorso, non più modificabile.

  • Bilanci di fine anno: esistenziali, amorosi, lavorativi

Cambiamenti nella routine quotidiana: le festività rappresentano una pausa dalla routine quotidiana, portano quindi dei cambiamenti nelle abitudini e nelle attività, esattamente come le ferie estive.

Così quando non si è obbligati a fare, si è obbligati a sentire, ed a pensare.

  •  Cambiamento delle abitudini e dei ritmi di vita

Le interruzione delle normali attività lavorative e familiari - iper lavoro, figli da accompagnare a scuola o altrove, commissioni da svolgere, ecc... - la magica ed immediata sospensione dallo stress quotidiano e dalle cose concrete da dover fare, ci catapultano in una nuova realtà, dove il tempo diventa immediatamente dilatato, ed ostile.
Il tempo libero ci obbliga a guardarci dentro, a non avere scuse per mentire e noi stessi.
Così siamo obbligati a fermarci ed a pensare.
Emergono, o riemergono, frustrazioni e dolori, sofferenze per chi non è più con noi - lutti o separazioni -, per un affetto conclusosi male, o per un traguardo non raggiunto.

            Qualche nota sui regali. Il significato ed il ruolo dei regali
                 “Attraverso il regalo doniamo parti di noi” 

Scatta la corsa al regalo.

Regali obbligati ed obbligatori, altri formali o per ricambiare le gentilezze ricevute.

Ed altri che, invece, rappresentano la traduzione in oggetti - simbolici, di valore, fatti da noi, ecc.. - del sentimento che proviamo nei confronti di chi lo riceverà.

Un oggetto, qualunque esso sia, è la rappresentazione concreta di quel vissuto, di quell'emozione, di quell'unico ed irripetibile compleanno, Natale o anniversario.

Il regalo è quell'oggetto che consente di riportare alla memoria momenti importanti che abbiamo condiviso con la persona che amiamo.

Quando si è innamorati, il dono/regalo rappresenta sempre un "dono di parti di se stessi".

Viene pensato, immaginato e poi realizzato; scelto con grande cura ed ansia anticipatoria.

Con trepidazione - quasi apprensione - viene poi consegnato e donato al partner amato, provando piacere nel dare piacere.

Il dono amoroso è inoltre il perno delle proiezioni inconsce di chi lo pensa ed accarezza con la fantasia prima, ed acquista poi, in funzione del proprio vissuto, dell'amore e del momento storico di quella coppia.

Tra i partners vige spesso la regola della "significatività": il dono deve evocare la presenza dell'altro nelle loro vite.

Non è importante il valore economico, ma quello simbolico.

Ed anche noi adulti, esattamente come i nostri figli, ci ritroveremo emozionati nell’essere stati pensati in un’occasione così simbolica come il Natale.

                
                    Concludo questo mio scritto con un augurio affettuoso per tutti.
           

 

 

 

Bibliografia:

  • Godbuot Jacques T. Il linguaggio del dono Boringhieri, Torino, 1998

 

  • Hara Estroff Marano Surviving holiday hell Psychology Today, Nov-Dec. 1998

 

  • Mauss, Saggio sul dono, p. 183, cit. alla nt. 1.

 

  • L'anima delle donne, Milano, Bompiani, 2001

 

  • Il gioco delle passioni. Dinamiche dei rapporti amorosi, Milano Bompiani, 2002.

 

  • I sotterranei dell'anima, Milano, Bompiani, 1993

 

  • Riti e miti della seduzione, Milano, Bompiani, 1994

 

Aggiungo delle letture della dottoressa Massaro ed altre mie relative alle scorse festività.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Data pubblicazione: 21 dicembre 2016

3 commenti

#1

Un articolo davvero empatico, in cui ci si riconosce e si riflette, e può essere una riflessione preziosa perchè può permettere di vedere più chiaramente, cosa si vuole e cosa spesso, si può fare, per ottenerlo.. Auguri a te e a tutti.. Magda

#2
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Cara Magda,
Grazie per le tue note, si è verissimo, il Natale è sempre un momento di bilanci...

Un abbraccio ed augurissimi

#3
Ex utente
Ex utente

Mah! Strano modus operandi!esulo da ogni commento ,perché ci si confronterebbe col nulla .. Cmq intervengo perché il NAtale è sempre Natale! So che il nostro tempo (soprattutto cibernetico) abbia davvero bisogno di tornare alla fiducia e credere nrll'incredilbile che e' l'amore.l'amore e' sempre x sua natura un dono che viene dato gratuitamente ,ma accoglierlo ,e' esercizio di libertà.nn si ama né. Si corrisponde all'amore x forza.mai.nn sarebbe più amore.possiamo avere poco o nulla ,ma quando si e' Amati e si ama ci si sente davvero ricchi! guardi faccia quel che vuole,cancelli ,blocchi nn risponda poco importa, l'importante che si dia ancora la possibilita di credere e di amare. Mi auguro che ritrovi il vero senso nel natale.Auguri.

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