Stalking: cos'è e cosa fare

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PsicoterapeutaPsicologo

Qualche definizione

Da alcuni anni si sente parlare di Stalking, ma pochi sanno cos'è realmente e cosa significa.

 Il termine inglese deriva da To Stalk, che significa "appostarsi". E' un termine utilizzato per definire il comportamento predatorio. Il predatore si apposto, scruta la vittima e le sue mosse al fine di mettere in atto un comportamento che gli permetta di catturarla. Il termine, quindi, si riferisce ai casi più pericolosi di stalking, in particolare a quello che è comunemente definito "sadic stalking".

 Il "sadic stalking" è il comportamento messo in atto da quelle persone, solitamente con disagio mentale, che pedinano e assillano la vittima al fine di ucciderla o molestarla. Ma non esistono solamente questi casi di stalking.

 Le classificazioni prendono in esame sia la tipologia di stalker che la relazione pre-esitente tra vittima e stalker.

 Lo stalking può verificarsi con ex-partner. E' detto ex-stalking e all'interno di questa categoria possono rientrare quegli stalker che non tollerano il rifiuto o non sopportano la separazione.

Questi stalker possono essere sia uomini che donne, possono esserci stati rapporti occasionali, brevi o di lunga durata. A volte si ravvisa una rottura del legame di coppia in corrispondenza di un'evento stressante nella vita dello stalker, ma non è la regola.

 Il Corteggiatore risentito o respinto è colui che non accettando il rifiuto si sente umiliato e desidera ristabilire un rapporto di potere in sua vantaggio.

 Esiste anche la tipologia dell' incompetente sociale. Queste persone, specialmente se giovani, possono non rendersi conto della gravità del loro comportamento.

 In aumento sembra essere lo stalking condominiale. Cioè laddove i comportamenti vessatori sono messi in atto contro uno o più vicini di casa. L'esito di questi comportamenti può essere molto grave, fino a costringere alla vendita dell'appartamento o della casa.

 Lo stalking predatorio o sadic stalking è quello di cui abbiamo parlato in apertura. In questi casi il comportamento (e oggi reato) di stalking è purtroppo la premessa di comportamenti e reati più gravi.

 Chi diventa stalker?

 Dobbiamo partire dal presupposto che anche i comportamenti più patologici fanno parte, in misura estremamente ridotta, del bagaglio comportamentale umano. Tutti noi possediamo tratti ossessivi, narcisistici o istrionici. Chi più chi meno e proporzioni differenti.

 Il comportamento diventa patologico quando è la strada principalmente percorsa dalla persona. Questa premessa serve a precisare che non esiste la figura dello stalker. Può essere un familiare, un vicino di casa, un collega di lavoro, un perfetto estraneo.

 Le statistiche ci dicono che più frequentemente è una persona conosciuta e che tra le persone conosciute gli ex partner sono i più comuni stalker. Che il 70% sono uomini, ed il 30% sono donne.

 Dall'esperienza sul campo posso sostenere che esiste un numero di casi non denunciati molto alto e che sembrano essere proprio gli uomini che, quando vittime, esitano nel denunciare. Forse per vergogna, per ruolo sociale, per fattori culturali che portano a riconoscere il comportamento di una donna stalker come fastidioso solo quando ha raggiunto eccessi notevoli.

 La personalità dello stalker

 Comunemente si ritiene che lo stalker sia una persona che possiede tratti narcisistici ed ossessivi. Per cui sviluppa un senso di possesso sulla vittima che diventa nel tempo la sua ossessione. Si sente in qualche modo in diritto, non percepisce la gravità del gesto, ritiene giusto ed opportuno comportarsi così.

A volte si tratta di persone normali, che conducono una vita normale e che in virtù di certe esperienze si ritrovano comportarsi in modi che probabilmente non avrebbero neppure immaginato. Altre volte si tratta di persone che hanno sempre avuto un qualche disagio, e che per varie circostanze la loro attenzione si è focalizzata su una o più persone

 Gli errori delle vittime di stalking

 L'errore più frequentemente commesso dalle vittime di stalking è quello di voler risolvere la situazione solo nel momento in cui è gia grave. Piccole toleranze, alcuni comportamenti strani ma non troppo fastidiosi vengono tollerati fino a che la condotta di stalking si è delineata chiaramente in una serie di comportamenti vessativi che costringono a cambiare i propri comportamenti e le proprie abitudini.

 Altro errore è il voler risolvere la questione da soli. La persona che riceve chiamate continue tende a rispondere aggredendo, altre volte risponde in modo dolce, altre volte minaccia ed altre ancora tenta la riconciliazione. La vittima non accetta la perdita di controllo sulla situazione, non accetta il proprio stato di disagio, non accetta il proprio dolore ed il senso di impotenza. Perciò tarda nel chiedere un'aiuto professionalmente qualificato.

 Cosa fare

 Per prima cosa è necessario IGNORARE lo stalker. É la prima e unica regola condivisa nel settore. Nel dubbio ignora. L'unica forma di controllo che ha la vittima sullo stalker è quella di ignorarlo consapevolmente.

 Lo stalker tende a voler intimidire la vittima. Stabilere un contatto con essa. Mostrarsi forte ai suoi occhi. Una o più di queste cose. La vittima ignorando disincentiva il comportamento dello stalker.

Ovviamente rivolgersi a psicologi ed avvocati esperti in materia è fondamentale. Prima si riconosce che c'è un disagio, che si ha bisogno di aiuto, prima viene risolto.

 Le conseguenze dello stalking

 La mancanza di un sostegno psicologico alle vittime di stalking può determinare stati ansioso-depressivi e problematiche di ansia somatizzata. Molte persone cominciano con i problemi ad addormentarsi che diventano insonnia. Parlare della situazione può diventare estremamente doloroso, tanto da star male per ore. È necessario rendersi conto che chi è vittima di stalking va incontro a quei problemi tipici di chi è costretto a vivere in uno stato di paura e incertezza. A lungo termine si ha la sensazione che non finisca mai, che sia impossibile uscirne.

 Uscirne è possibile con un'aiuto qualificato, psicologico e legale.

Data pubblicazione: 29 marzo 2011