Siamo tutti davvero così depressi?
“La depressione è una malattia democratica: colpisce tutti.”
Indro Montanelli
Fa male tutto.
I pensieri diventano lenti o troppo accelerati.
La fame eccessiva, o eccessivamente poca.
Il sonno una vera punizione.
I sogni dei pessimi compagni di viaggio o del tutto assenti.
L'inconscio si ribella ed urla di essere ascoltato.
Il cuore infranto, e nessuna voglia di vivere.
Anche le azioni più semplici sembrano difficoltose se non impossibili da compiere.
Parola ormai abusata e ridondante, associata senza dubbio al buio dell'anima: la depressione.
La depressione, è una vera emergenza sociale e, soprattutto, sembra declinarsi - come sempre - al femminile.
L"osservatorio nazionale sulla salute della donna" (Onda) ha presentato alla camera dei deputati una ricerca davvero interessante ed un libro ad essa associato: il "Libro bianco sulla depressione" Franco Angeli editore, per rendere pubblico e, soprattutto, chiaro il fenomeno in Italia.
Ecco qualche fato:
- Ben quattro milioni e mezzo di persone, con un'incidenza al femminile esattamente raddoppiata.
- Ogni paziente costa allo stato ben 11.000 euro l'anno.
Secondo l'organizzazione mondiale della sanità nel 2030 - quindi si può tranquillamente parlare di una una vera emergenza sociale - la depressione sarà tra le prime patologie da dover curare, con un impatto elevato al femminile.
Dal libro emerge che i sintomi vengono trascurati, confusi, sotto stimati, e ci si rivolge al medico soltanto dopo due anni dall'insorgenza della malattia.
La depressione viene associata ad uno stigma sociale, a qualcosa di cui vergognarsi e per la quale sarebbe meglio "farcela da soli", magari in funzione della tanto acclarata forza di volontà.
La giornata mondiale per la salute mentale che si terrà il 10 ottobre prossimo, vedrà coinvolti sul territorio clinici ed organizzazioni per sensibilizzare - tramite i media, il web e la stampa - la popolazione sulla tematica "salute" e "qualità di vita"; tematiche complesse quando si parla di anima e di psiche, "luoghi simbolici" che hanno a che fare con la salute psichica.
Perché le donne sono più vulnerabili?
Noi donne, senza dubbio, siamo più esposte a quote di stress maggiore, ricordiamo spesso la Dea Indù dalle mille mani: una per i nostri figli, una per gestire la casa con le sue incombenze e fatiche, l'altra al computer, e così via...
Un altro aspetto da non sottovalutare è il rischio correlato a particolari fasi topiche della nostra vita: menarca, deflorazione, parto, dopo parto, allattamento, eventuali divorzi con figli, menopausa, ecc..
Insomma, tra psiche, ormoni e fasi della vita, come sappiamo, c'è una strettissima correlazione.
- Ma dobbiamo davvero medicalizzare tutto?
- Tutte le fasi della vita?
- Anche le sofferenze del cuore, un lutto, un amore finito, va medicalizzato?
- La tristezza si trasforma sempre in depressione?
- E, soprattutto, va curata?
La tristezza, se saputa ascoltare senza paura e senza troppi sintomi, talvolta può anche essere un vero valore aggiunto alla nostra esistenza.
Può indicarci la strada da seguire o da non seguire, le scelte da fare o da non fare. Spesso apre la strada della creatività e del silenzio fertile; anche se spesso fa paura.
Nei casi di prolungato disagio psico/fisico psichiatra e psicologo diventano i veri compagni di viaggio per la via del recupero della qualità di vita.