Infiniti orgasmi al giorno, la PSAS, che fare?

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Infiniti orgasmi al giorno, la PSAS, che fare?
La PSAS, "Persistent Sexual Arousal Syndrome", è la “sindrome da eccitamento sessuale permanente”, è un fenomeno molto complesso ed altrettanto raro, che colpisce esclusivamente la popolazione femminile , sgradevole e dolente e, va  assolutamente differenziata, per caratteristiche  e vissuto della donna, dalla  “sindrome da ipersessualità femminile”. La sessualità femminile, per notevoli difficoltà di definizione e di percezione soggettiva, non ha ancora ricevuto un inquadramento diagnostico adeguato.La PSAS, è caratterizzata da un corteo di sintomi disturbanti, spesso invalidanti, che rendono la vita di chi ne soffre scadente dal punto di vista dell’integrazione e della qualità.
La sintomatologia è  caratterizzata da un’eccitazione genitale persistente, che viene percepita come autonoma, non conseguente ad una normale fase del desiderio sessuale, né conseguente ad una stimolazione visiva, tattile, uditiva o immaginativa.
Lo stato eccitatatorio, viene percepito come intrusivo , non gradito e, soprattutto non  risolutivo in fase post-orgasmica, né a seguito di uno, due o  orgasmi multipli.
 Tale eccitazione genitale persistente  causa spesso alla donne che ne soffrono, notevole stress , disagio, imbarazzo e difficoltà nel celare durante la vita di coppia, professionale e ludica, questa sintomatologia.
La maggioranza dei casi presenta una eziologia sconosciuta, anche se talvolta vi è una correlazione con  un’infiammazione o  un’infezione nell’area pelvica che stimola reiteratamente la zona clitoridea o, spesso viene causata dall’utilizzo pregresso ed in itinere di alcuni antidepressivi oppure ancora essere espressione di un disagio emozionale ed esistenziale della  donna in cui abita.
 La PSAS, va distinta dall’ipersessualità femminile, per caratteristiche e vissuto della donna e, soprattutto per l’assenza dell’appagante e risolutiva risposta orgasmica successiva.
Ai fini di una “diagnosi differenziale” tra le due condizioni cliniche, è opportuno valutare le seguenti definizioni diagnostiche:

        1-Il disturbo da eccitazione sessuale persistente (“Persistent Sexual Arousal Syndrome”) ha le seguenti caratteristiche:

“Persistente eccitazione sessuale genitale (congestione, pulsazione, lubrificazione vaginale)percepita  come spontanea, intrusiva e non gradita, in assenza di desiderio e di interesse sessuale.L’eccitazione non è ridotta o estinta da uno o più orgasmi. La sensazione di eccitazione fisica genitale può persistere per ore, giorni o più.”Lo stato di eccitazione può essere causato anche  in presenza di stimoli neutri o comunque privi di connotazioni sessuali, sia soggettivi, che oggettivi, come per esempio le vibrazioni anche minime dell’auto, del motorino, dell’asciuga capelli……, sensazioni ad alto impatto genitale, che obbligano la donna alla masturbazione ai fini di poter trovare un po’ di sollievo.
 Lo stato di eccitazione però, non si riduce od esaurisce completamente, né con l’autoerotismo né con il rapporto, lasciando la donna nervosa ed irritabile.

              2-L’ipersessualità femminile, anche se rara, diversamente dalla PSAS, è caratterizzata da:

desiderio elevato, con frequenti fantasie sessuali, volontarie e involontarie , detti sexual day dreams, o sogni sessuali ad occhi aperti, che si affacciano alla coscienza costantemente e spontaneamente, spesso con modalità intrusive, quando la donna è impegnata altrove; alta frequenza di masturbazione, in genere riferita come piacevole, e che comporta piena risoluzione dell’eccitazione, con successivo appagamento , quiete e  serenità post-orgasmica; ricerca di  rapporti sessuali  frequenti e, ricerca di frequente autoerotismo”
L’ipersessualità femminile, è spesso “ ego- sintonica”, cioè in sintonia con l’Io della donna, quindi percepita come gradita , mentre nella PSAS, viene percepita coma assolutamente “ego -distonica”, ossia sgradevole, intrusiva ed invalidante.
Un suggerimento che sento di dare alle donne che ne soffrono, è evitare che un velo di imbarazzo e censura ammanti la loro vita, percependosi come inadeguate o ninfomani, atteggiamento mentale punitivo, che paralizza e danneggia la qualità di vita delle donne e della coppia in cui abitano.
Obbligatoria diventa una diagnosi clinica, sia ginecologica , che sessuologica, ai fini di un contenimento dell’ansia e di una possibile strategia terapeutica.


Data pubblicazione: 28 marzo 2011

5 commenti

#1
Utente 440XXX
Utente 440XXX

Buongiorno. Insieme alla sindrome cronica di contrattura del pavimento pelvico mi è stata diagnosticata la PSAS: Il medico che me la ha diagnosticata non mi ha detto nulla, l'ho capito quando sono tornata a casa e ho visto sul computer. Sono rimasta di ghiaccio e poi con un notevole aumento di ansia e disperazione.
Non ho mai potuto parlare con questo medico che non colloquia con le pazienti e per di più visita a 800 km da dove vivo.
Qui dove sto nessuno la conosce la PSAS.-
Ho parlato con delle psicologhe ma non la conoscono. Io sto seguendo un percorso psicoterapeutico da anni ma non voglio cambiare terapista.
Sembra che i sessuologi siano tutti psichiatri. Ho già combattuto con la fibromialgia e la cistite interstiziale. Sono rimasta senza un compagno e faccio fatica a cercare di vivere la mia vita.
Fino a adesso non ho necessità di avere orgasmi, non ho questo marcato sintomo ma senso di gonfiore interno, contrazione, prurito, formicolio, tensione, scosse elettriche, a volte addormentamento pelvico . Ultimamente sembra che partano da quella zona anche degli stimoli simili a conati di vomito. Ho pensato di ricorrere a 15 gocce di Laroxil due volte al giorno visto che la sera prendo 12 gocce di Laroxil e 1,5 mg di lexotan come richiesto dai medici. Mi da una speranza che possa attenuare e non peggiorare la sintomatologia? Ho collezionato già tre malattie rare con questa.
Ci aiutate a metterci in contatto tra noi?
Grazie molte.

#2
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

"Sembra che i sessuologi siano tutti psichiatri"

No, gentile Utente, i sessuologi sono psicologi, medici, psicoterapeuti, o psichiatri, dipende.
La diagnosi dovrebbe essere seguita da una terapia - della sola diagnosi non se ne fa nulla - e dalla disamina dell'etiologia.
Il blog ha uno solo scopo divulgativo, non serve per mettere in contatto le pazienti.
Penso che le serva un medico, più che parlare con altre pazienti...
Un caro augurio

#3
Utente 440XXX
Utente 440XXX

Grazie molte Gentile Dottoressa Randone.
So che a una diagnosi dovrebbe seguire una terapia, ma come ho scritto il medico che l'ha diagnosticata, urologo e neurologo, non me ne ha parlato. E gli psichiatri mi dicono di iniziare un nuovo percorso con loro lasciando la mia terapeuta. La mia terapeuta è disponibile a farsi indietro dimostrando, credo, una grande correttezza e una volontà di fare il mio bene. Lo posso comprendere ma non è facile troncare un rapporto di fiducia di anni per cercare , se mai sarà possibile, un altro terapista con cui instaurare lo stesso rapporto ricominciando tutto da capo. Ho 62 anni.
I medici qui non sanno che dirmi.
Spero di trovare qualcuno che mi dia una mano .
La saluto cordialmente.

#4
Utente 435XXX
Utente 435XXX

Una precisazione in merito all'articolo: la Psas può affliggere anche il genere maschile.

#5
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Buona sera,
La PSAS è una condizione clinica rara, ancora poco studiata, ma femminile, e non trattasi di un'ipersessialità.

Nell'uomo, se mai ci fosse, non sarebbe attuabile, perché l'uomo dopo L'orgasmo è obbligato al periodo refrattario, oltre ad avere una detumescenza del pene.

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