Amore e ansia.

Fame d'amore, ansia e depressione sono correlate?

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

"C’è sempre una certa follia nell’amore. Ma c’è anche sempre qualche ragione nella follia". Friedrich Nietzsche

L'amore con le sue dolci seduzioni, false verità e atroci vendette, ci cammina a fianco sin da bambini e grazie a lui nasciamo, cresciamo, ci nutriamo e, talvolta, ci avveleniamo le spiacevoli conseguenze di ansia e depressione.

Bisogno d'amore, ansia e depressione: quale legame?

Apparentemente disgiunti, sembrano tre elementi senza nessun nesso tra di loro, ma in realtà sono strettamente connessi e intersecati l'uno con l'altro. Sappiamo bene che la capacità di scegliere prima il partner e di stare in coppia dopo, dipende da come siamo stati amati e, soprattutto, se siamo stati amati.

Infanzia, autonomia, dipendenza e amore

Le precoci esperienze di accudimento nutrono l'anima e l'autostima e contribuiscono poi a trasformare quel bambino, bisognoso di cure e d'amore, in un adulto autonomo, sereno e capace di relazionarsi con il partner e con il mondo, senza quell'atavica ferita che spesso portano con se i "non amati".

La ferita dei non amati è spesso la causa di una carenza di fiducia di base e di amore verso se stessi che si ripercuote inesorabilmente sul partner e sul legame d’amore.

Il partner non viene scelto soltanto in funzione della fisicità e dell'attrazione fisica o caratteriale, ma in funzione di tantissimo altro, spesso "invisibile agli occhi". Molte storie d'amore avvengono tra anime complici e tra infanzie (o voragini dell'infanzia) simili.

Le scelte d'amore sono spesso "scelte collusive", molte volte i partners scelti sono quelli che, in qualche modo, riportano indietro alle terre dell'infanzia.

Partner che curano, che accudiscono, che placano le ansie più profonde.

La fame d'amore, strettamente correlata alla "ferita dei non amati", quell'atavica mancanza d'amore che, come un marchio indelebile muove le fila di scelte affettive e relazionali, sono strettamente correlate all'ansia e alla deflessione del tono dell'umore.

Salute della coppia e ansia da separazione

Lavorando stabilmente con le coppie, naufragate, irrisolte, separate o separande, posso affermare che la salute della coppia e la sua qualità di vita, dipende dalla salute di ogni protagonista di quel legame. Da come, e se sono stati amati, e dalla capacità che hanno di dare e di donare all'interno del legame d'amore.

Un altro elemento di centrale importanza è l'ansia da separazione.

Quando uno dei due, o entrambi i protagonisti di quell'Amore, vengono mossi da gelosia folle, da un bisogno impetuoso di controllare l'altro, e dalla paura - quasi terrore - di perdere il partner, ci sono tutti gli elementi per far naufragare prima o poi quel legame.

Trattasi infatti di un "amore affamato, bisognoso, dipendente", legame nel quale vittima e carnefice si alternano, nutrendo e mantenendo in vita la dipendenza affettiva.

Roland Barthes in "Frammenti di un discorso amoroso" scriveva in maniera molto suggestiva: "Ho male all'altro".

Per approfondire:Amore non corrisposto: cosa fare?

I sintomi della fame d'amore

La fame d'amore si manifesta quasi sempre con le stesse caratteristiche, atroci e insopportabili:

  • Un bisogno d'amore incolmabile
  • Una tristezza impossibile da sopportare
  • L'amore visto e vissuto come una stampella
  • Iper investimento del partner
  • Una disperata dedizione all'amato/a
  • Efferata gelosia
  • Possessività
  • Bisogno di conferme e di certezze
  • Ansia e ansia da separazione
  • Il non sentirsi mai abbastanza amati
  • Mancanza di interesse per sé e per i propri interessi (con uno spostamento emozionale verso il partner)
  • Devozione estrema
  • Ansia e panico di fronte ad ogni contrattempo o temporanea distanza dal partner
  • Assenza totale di confini con il partner, tendenza alla simbiosi ed al rapporto fusionale.

I protagonisti di questi amori malati, sono spesso irrisolti sul piano psichico e tentano di trovare la cura dei malanni dell’anima, nella coppia e nell’amore.

Quanto incidono l'ansia e la depressione?

L’amore, in chi soffre di dipendenza, diventa una droga, una vera e propria necessità psico/fisica, fino a trasformarsi in gioia e dolore della loro stessa vita. Sono amori folli, amori malsani, abitati dagli eccessi, dagli scompensi, dalla mancanza di equilibrio.

Questi amori, sono amori caratterizzati da un desiderio massiccio, mai del tutto appagato, di amore assoluto e fusionale, nutrito sempre e comunque da angosce abbandoniche, spesso mosso dalla necessità di conferme da parte dell’altro/a.

I sintomi di ansia e deflessione dell'umore

Quando un amore porta con se sofferenza, prima o poi il corpo inizia a lamentarsi con sintomi fisici, a gridare che qualcosa non va più e quell'Amore tenderà a naufragare.

Il corpo, come sappiamo, si esprime con il linguaggio dei sintomi che, in realtà, sono la porta d'ingresso dell'anima.

  • Indolenzimenti vari, sine causa.
  • Agitazione psico-motoria.
  • Infiniti notti insonni a contare le pecore.
  • Disturbi della sfera oro-alimentare.
  • Tachicardia.
  • Palpitazioni, la strana e fastidiosa sensazione di sentire il cuore.
  • Dolori al centro del petto.
  • Cali di pressione.
  • La sensazione terrificante di perdita del controllo sul proprio corpo, e sul proprio destino.
  • Difficoltà respiratorie e sensazione di soffocamento.
  • Anche la minzione verrà regolamentata dall'ansia e dall'inquietudine:
  • Aumento della frequenza urinaria
  • Disturbi del ciclo mestruale
  • Disturbi della risposta sessuale: anorgasmia e disturbi del desiderio sessuale.
  • Ansia diffusa e somatica.
  • Irritabilità, incapacità a staccare la spina.
  • Facilità al pianto, scarsa modulazione delle emozioni.

Ricapitolando, il nostro corpo è la cartina tornasole della nostra anima e del nostro benessere o malessere psico/fisico.

Ascoltarlo, averne cura ed avere la capacità di comprendere se un Amore è un amore che nutre o che depaupera, che accudisce o che destabilizza, è la strada più rapida verso la felicità o, almeno, la serenità.

Data pubblicazione: 26 giugno 2016 Ultimo aggiornamento: 24 agosto 2021

15 commenti

#1

Cara Valeria, articolo splendido , utile, chiaro, che risente di studi e letture, ma anche di anni di esperienza, ascolto, empatia, e insight...
I complimenti non bastano.. Magda

#2
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Dr.ssa Valeria Randone

Grazie Cara Magda,
Sei sempre molto generosa ed attenta.

Un abbraccio.

Valeria

#3
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Ex utente

Gentile Dottoressa Randone,
Esiste un orientamento in particolare che si occupa in particolare di queste problematiche? Grazie

#4
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Dr.ssa Valeria Randone

Genrile Utente buona sera,
è decisamente importante che il professionalità sia empatico, simpatico, adeguatamente formato, che lei si senta a "casa", a suo agio e compresa.

La formazione secondo me più indicata è quella psicoanalitica o comunque un percorso psicoterapico - ma in linea di principio andrebbero bene tutte - un sessuologo clinico come me per esempio, che tratta quotidianamente tematiche riguardanti l'affettività e la sessualità, andrebbe bene.

Un cordiale saluto.

#5
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Ex utente

Gentile Dottoressa,
Grazie del suo consiglio. Da circa tre mesi sto andando una psicoterapeuta di orientamento gestaltico. All'inizio, dopo le sedute provavo tristezza nel dovermi congedarmi dalla psicoterapeuta e pensavo di provare affetto nei suoi confronti. Poi, col passare delle sedute penso di aver maturato un trasfert negativo nei suoi confronti e penso che il rapporto si stia deteriorando. Se si ha un transfert negativo verso il proprio terapeuta, è meglio cambiarlo? Inoltre la mia psicoterapeuta, mi ha confessato di aver un controtransfert nei miei confronti. E' una cosa positiva o negativa?
Sono finita in terapia dopo un rifiuto da parte di una ragazzo che non corrisponde i miei sentimenti ed essendo la prima esperienza, beh, ci soffro molto, nonostante si passato un anno e mezzo e non lo veda da più di un anno. La mia vita si è praticamente fermata.
Che differenza c'è tra uno psicoterapeuta ad indirizzo psiconalitico ed uno psicanalista? So che ci sono varie correnti all'interno della psicanalisi. Vanno tutte bene? Spesso leggo in giro di approccio psicodinamico, analisi transazionale etc. Quali sono le differenze? Scusi per le domande

#6
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Dr.ssa Valeria Randone

È difficile ed anche molto complesso poter rispondere a tutte le sue domande, tra l'altro potrebbero rappresentare dei meccanismi di difesa della sua psiche, più che semplici curiosità.

Transfert e contro trasfert sono normali ed utilissimi, ne discuta con la suo terapeuta, diventerà un momento utile per il suo percorso.

#7
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Utente 404XXX

Trovo molto di vero in ciò che scrive. I miei complimenti purtroppo si parla molto della mia vita e della mia dipendenza affettiva.

#9
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Utente 435XXX

Carissima Dottoressa,
il Suo articolo sulla fame d'amore non mi è piaciuto per niente! E' un'appellabile condanna dei "non amati" come me a soffrire per tutta la vita e non trovare la felicità con la propria anima gemella.
Se leggo ciò che scrive, come posso avere una speranza? Ho

#10
Foto profilo Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Immagino che lei non lo abbia letto con attenzione.

La fame d'amore o dipendenza affettiva, si cura, esattamente come le altre problematiche psichiche.

Un cordiale saluto

#11
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Utente 456XXX

Questa è per il 90% la mia descrizione. Come faccio per cercare di cambiare e "migliorare"? Non vorrei che la mia relazione finisse a causa mia.

#12
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Dr.ssa Valeria Randone

Buona sera,
può soltanto andare in terapia, per salvare se stessa e la sua coppia.

Auguri di cuore per tutto.

#13
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Utente 503XXX

Salve,
Questo articolo mi descrive alla perfezione. La mia precedente relazione è finita anche per questo motivo . Dopo ho fatto un lungo lavoro su me stesso e sono riuscita a legarmi ad un'altra persona. Credevo di aver superato certi atteggiamenti ,sembrava una relazione sana : non avevo bisogno di controllarlo,niente gelosie ossessive,nessun attaccamento morboso... Solo qualche raro episodio di paura ,ma niente di eclatante. Da circa un mesetto lui è entrato in crisi,con sè stesso e con la coppia, e nonostante la sua voglia di provare a rimettere le cose a posto,io non riesco a stare tranquilla, vivo perennemente nell'ansia di essere abbandonata e non so come uscirne. Ho paura di non riuscire a superare questo momento con lui,con me stessa,di rovinare tutto e non voglio perché lo amo davvero...è così frustrante

#15
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Utente 212XXX

Buongiorno Dottoressa, sapevo già di essere un "dipendente" e questo suo articolo me lo ha confermato, sono in psicoterapia umanistico-esistenziale da qualche mese, la mia psicoterapeuta è molto brava e professionale, ma come lei ben saprà, per uscire da queste problematiche, bisogna soffrire per cambiare se stessi, le proprie "abitudini" di essere, non è impossibile, ma molto difficile... spero di farcela.

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