Il gaslighting in amore: la manipolazione della mente altrui, ansia e depressione
"A volte quello che si desidera di più, è quello senza il quale si sta meglio". O.Wilde
Non è la prima volta che succede.
E quando succede una volta, succede ancora, ed ancora un'altra volta.
Quella zona intima - l'anima - viene calpestata da chi una volta la accarezzava con presunto amore.
Il gaslighting è un crudele comportamento manipolatorio messo in atto da un partner abusante per far si che la sua vittima - solitamente la sua donna - dubiti di tutto, soprattutto di se stessa e del suo esame di realtà, in modo che, come quando viene lentamente inoculato del veleno, cominci a sentirsi confusa, ed a pensare davvero essere impazzita.
- Violenze fisiche e violenze dell'anima.
- Mancanza di cure e di dolcezze.
- Amore e possesso.
- Amore e sofferenza.
- Amore e sottomissione.
VIDEO INTERVISTA:
Per approfondire:7 segnali per capire se sei vittima di un narcisista
Queste ed altre dicotomiche scissioni abitano gli amori ambivalenti, gli amori tossici, gli amori letali.
Senza la violenza fisica, si può parlare davvero di violenza?
La violenza non è rappresentata soltanto dalle percosse o dagli abusi fisici, ma spesso anche - e soprattutto - dai lividi dell'anima.
Lividi invisibili ma indelebili.
"Ecchimosi" che per guarire impiegano anni, cicatrici che accompagneranno a lungo la futura vita e qualità di vita della donna che li ha - sfortunatamente - sperimentati.
Uomini abusanti e maltrattanti, uomini che manipolano e che seducono, donne sottomesse, fragili e manipolabili, sono i soliti attori di un film già visto.
Questo lento processo di avvelenamento psichico prende il nome di gaslighting
Trattasi di una manipolazione della mente altrui, sottile e costante, come la goccia che buca la pietra.
La vittima, solitamente la donna amata, in una prima fase è ignara, decisamente poco consapevole del suo malessere e del suo sentire più profondo.
Poi, lentamente ma costantemente, subentrano i disturbi psico-somatici, le insicurezze, le ansie, accompagnate da cefalee e notti insonni ed infinite.
L'obiettivo del gaslighting è quello di privare la vittima di sicurezza e di fiducia in sé e, talvolta, anche della capacità di intendere e di volere.
Un baratro di disperazione e di sofferenza, spesso senza possibilità di ritorno.
La coppia: palcoscenico o terreno fertile?
La coppia, caratterizzata dalla vittima e dal suo carnefice, è, come sempre, una “coppia collusiva": l'uno mantiene in vita il potere/sottomissione dell'altro e viceversa.
L'uomo abusante esiste perché esiste l'altra metà del cielo: la sua vittima.
La donna fragile ed emotivamente vulnerabile in un primo momento si sente protetta, contenuta, aiutata ed amata, ed esiste soltanto tra le braccia del suo carnefice.
Chi attua il gaslighter ha un profilo personologico solitamente dominante ed intrigante, mette in atto infatti, tutta una serie di strategie seduttive e di dominio sulla sua vittima al fine di poter esercitare il proprio potere su di lei.
La sua autostima, in realtà parecchio fragile, si nutre e si fonda sulla distruzione dell’altro.
Mentre lo stalker ama - con modalità assillanti e simbiotiche la sua vittima, desiderandola per se e non tollerando la possibilità di perdere l'oggetto d'amore - il gaslighting invece, desidera manipolare, controllare e distruggere la sua donna.
Il comportamento di gaslighting attraversa tre fasi:
La prima è caratterizzata dall'incredulità: la vittima non crede a quello che sta accadendo, perché innamorata, né a ciò che vorrebbe farle credere il suo “carnefice”.
Brancola nel buio.
La seconda fase è la fase della difesa: la vittima inizia a difendersi con rabbia ed a sostenere la sua posizione di persona sana e presente a se stessa, nella vita e nella coppia.
Prevale la rabbia.
La terza fase è la fase depressiva: la vittima barcolla ed inizia a smarrirsi.
Si convince così che il (suo) manipolatore ha ragione; getta la spugna, si rassegna, la ragione lascia il posto all'insicurezza, e la vulnerabilità e la dipendenza prendono totalmente il sopravvento.
L'obiettivo del comportamento di gaslighting è ridurre la (sua) vittima ad un totale livello di "dipendenza fisica e psicologica", annullare la sua autonomia: così se da un lato nutre dall'altro depaupera, se da un lato seduce dall'altro controlla ed insulta.
L'alternanza di seduzione e manipolazione, di dolcezze e di feroci insulti, è un'altalena davvero letale per ogni struttura psichica, anche la più tenace.
Ambivalenze linguistiche: quando le parole diventano lame
Le parole hanno un potere immenso, nella vita ed in amore.
Curano, seducono ed ammaliano, accarezzano e feriscono.
In amore soprattutto, sono davvero più preziose di mille seduzioni; rinsaldano l'intimità e la mantengono al sicuro da mille intemperie.
Le parole sono però un'arma a doppio taglio: accarezzano e feriscono, drogano e fanno compagnia, nutrono i silenzi e l'anima, e quando non ci sono più - o non sono più leali e congrue - un amore sfiorisce, giunge alla morte.
Quando ancora, le parole diventano spade, fanno più male di mille pugni in pancia.
Nel gaslighter, in una prima fase, la fase della manipolazione, vengono "agite" delle vere e proprie distorsioni della comunicazione.
Il protagonista invia alla vittima dei "messaggi contrastanti ed ambivalenti": da una parte ostili e dall'altra seduttivi, ed allo stesso tempo lasciano sempre il dubbio su ciò che è stato percepito.
L'ostilità non è mai manifesta.
L’ostilità infatti non è mai chiara e palese, viene ben celata dietro silenzi e bronci protratti, dietro frasi offensive, umilianti e denigratorie, espresse sotto forma di scherzo.
La vittima è sempre più confusa, e ad un passo dalla follia.
Tra colpa e depressione: il vissuto della vittima
La mancanza di collaborazione del gaslighter nel cercare di instaurare un dialogo, di chiarire e di chiarirsi, porta la vittima ad uno stato depressivo e di colpevolizzazione.
La vittima infatti, inizia a convincersi di ciò che le è stato detto e fatto credere.
Crede oltretutto di essere la sola responsabile della situazione che si è venuta a creare, immagina anche di non essere adeguata e di non godere davvero di una buona salute mentale.
Conclusioni
L'amore dovrebbe sempre arrichire la vita, scaldare le giornate fredde ed illuminare quelle buie, le violenze fisiche e psichiche non appartengono alla dimensione magica ed alchemica di questo nobile sentimento.
Rompere con rabbia e determinazione la "collusione del silenzio", farsi aiutare da un professionista e cambiare rotta, quando la precedente non è più percorribile, sono le uniche soluzioni possibile.
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