San Valentino, ma è ancora la festa degli innamorati?
In un momento storico in cui gli amori sono a termine, i tradimenti sembrano appartenere alla coppia, i divorzi aumentano con modalità preoccuparti ed esponenziali, ed ancora, epoca in cui l'amore evoca paura e l'impegno spaventa, è ancora lecito festeggiare San Valentino, la festa degli innamorati per eccellenza?
Qualche riflessione
Questa data, così simbolica, è imbrigliata tra rituali, cioccolatini e doni, ed infinite aspettative e bilanci.
Seguono, ma non per importanza, il bisogno di conferme, il desiderio di essere desiderati e pensati, e la voglia di sorprese e di novità.
- Cosa viene chiesto al partner?
- Quali messaggi subliminali?
- Quali aspettative?
- Queste attenzioni, ufficialmente riconosciute e trasformate in fiori o doni, cosa rappresentano davvero?
- Quando trattasi di amore, quello vero, è importante che sia dimostrato con gesti concreti?
E’ innegabile infatti che, di frequente, per svariati percorsi di vita, molti partners sono più innamorati dell'amore che del partner stesso.
Scelte collusive, si alternano a scelte inconsce, non sempre adeguate, che creano una spaccatura tra "idealita' e " realtà".
In questi casi, la fetta di San Valentino ed i suoi rituali, rappresenta una sorta di prova del nove delle scelte amorose.
Per San Valentino infatti - così come spesso accade nel giorno dell’anniversario - le aspettative sono sempre molto elevate, a conferma della " idoneità" della scelta amorosa.
Festa o bilancio emozionale?
Molte coppie, soprattutto quelle più sofferenti, stanche ed annoiate, scontate ed ammalate di malinconia, forse per il 14 Febbraio, si accingono ad effettuare “bilanci” più che festeggiamenti.
Le festività, come Natale, il compleanno, gli anniversari, ed anche mesi simbolici come settembre e gennaio, invitano alla riflessione.
Come se il rosso del calendario o dell'anima, obbligasse - anche per un solo giorno - ad essere onesti almeno con se stessi.
Molti coniugi hanno smesso di amarsi e di rispettarsi da tempo, ma, nonostante tutto, festeggiano ancora, tra rose e baci perugina.
- È davvero possibile indossare l’anima della festa, per cene e rituali da calendario, senza avere l'Amore nel cuore?
Ma l’Amore ha bisogno di date per essere festeggiato?
Da clinico che si occupa stabilmente di coppie, coppie in crisi, coppie separande, coppie naufragate, coppie smarrite e poi ritrovate, credo fermamente che l'Amore, la passione e, soprattutto, la volontà di mantenere un legame in vita, senza farlo appassire per inerzia o per l'erosione del tempo che passa, dovrebbe passare dal concetto di “manutenzione” emotiva e degli effetti, così come l'ambito della comunicazione e della sessualità.
Il rapporto di coppia, è come una piantina, necessita di acqua quando fa troppo caldo, di luce o di ombra, di essere messo al riparo dalla pioggia se è torrenziale, di concime e di tantissime altre cure per nascere, crescere e, soprattutto, sopravvivere alle intemperie quotidiane, diventando un "amore longevo".
Ma i rituali servono davvero, quando sono una mera strategia commerciale?
Dipende.
Dipende dalla coppia, dalla sua storia e dal significato che si attribuisce a quel fiore o a quel dono.
Dipende da quanto e quando i partners sono attenti al mondo dell'altro, se lo sono spesso, saltuariamente, soltanto per le festività e così via.
Di certo un dono ricevuto per la festività non potrà mai sopperire alla mancanza di cure e di gentilezza dei rimanenti giorni dell'anno.
Quindi si a fiori e cioccolatini, ma che siano la concretizzazione di un sentimento profondo, non intermittente, e longevo.
Aggiungo qualche nota sull'amore letto ed interpretato da vari autori.
Fromm nel suo meraviglioso libro "L'arte d'amare" affermava che il bisogno di amare è un bisogno fondamentale dell’uomo, superiore per urgenza a quello della fame, della sete e della sessualità.
È un bisogno atavico che nasce con l'uomo e che lo accompagna durante tutte le tappe della sua vita.
Aldo Carotenuto, psicoanalista Junghiano, mio correlatore ed analista/maestro stimato, ha scritto davvero tanto sull'amore, in tutte le sue declinazione.
Cito soltanto alcuni dei suoi testi che mi hanno fatto compagnia durante la mia formazione:
"Amare tradire", "La segreta simmetria", "Eros e pathos", la "Colomba di Kant", "La scala che scende nell'acqua", il meraviglioso "Vivere la distanza", un vero manuale di vita per gli amori altri, ed ancora "Il gioco delle passioni. Dinamiche dei rapporti amorosi"
Secondo il prof. Carotenuto tutta la nostra vita - sin dalla nascita - è una lotta per afferrare qualcosa che ci sfugge, per poter lottare in amore dobbiamo imparare a sentire sulla nostra pelle il peso dell'assenza dell'altro.
Il tema dell'amore/ separazione è sempre stato centrale nelle sue opere.
Aldo Carotenuto, scrisse un suo ultimo articolo prima di morire, pubblicato proprio per san Valentino - il 14 febbraio 2005 - da “Il Mattino”.
Questo articolo era un inno all'amore, ma alla tutela dalle - inevitabili -pene d'amore, scriveva infatti che solo l'autoaccettazione e la conoscenza delle propie fragiltà può condurre verso l'indipendenza, consentendo la vera "relazione".
Questo modus operandi, secondo Carotenuto, sembrava essere l'unico modo per salvarsi la vita dalla sofferenza che l'Amore porta con se.
L'amore rende vulnerabili, fragili, bisognosi dell'altro, quindi evoca angosce abbandoniche, la paura del tradimento e della partita.
Spesso i percorsi di psicoterapia, effettuati per le più svariate problematiche o sofferenze dell'anima, non consentono di eliminare questo senso di vuoto che l'amore, illudendoci, ci promette di riempire.
Per Spinoza, per esempio - pensiero che condiviso appieno, la cui testimonianza mi viene regalata dalla vita dei miei pazienti - il desiderio è strettamente correlato all'Amore, ed è rappresentato la tristezza per la mancanza di quello che amiamo.
Il desiderio sessuale costituisce la dimensione più sfuggente della sessualità umana, e senza l'uno non può esserci l'altro e viceversa.
Secondo la definizione filosofica - ed anche molto poetica - di Spinoza bisogna tener presente di tre aspetti:
Il senso di una mancanza: di un qualcosa che non possediamo ma che vorremmo avere e che in diversa misura ci completa.
La tristezza: questa mancanza ci addolora, si fa sentire come un bisogno. Abbiamo bisogno di ciò che ci manca per ristabilire un benessere, un'omeostasi psichica e biologica.
L'amore: è difficile parlare di desiderio senza parlare di amore. La spinta pulsionale è integrata alla dimensione affettiva e relazionale. Aspetto questo particolarmente evidente nella percezione femminile del desiderio, in cui la dimensione emotiva dell'intimità è percepita come - talvolta - più importante di quella fisica. (si parla infatti di desiderio oggettuale, e non pulsionale).
Per Freud, padre della psicoanalisi, l’amore è invece legato a doppia mandata alle leggi della pulsione che muovono le fila della ricerca dell’oggetto perduto del primo soddisfacimento.
Secondo l'autore la "dipendenza dall’oggetto d’amore" è caratterizzata dall’angoscia di perdere il suo amore non “in quanto tale”, ma perché necessario alla sopravvivenza ed anche perché essenziale al recupero dell'unità iniziale, nutrendo il proprio narcisismo.
Un concetto a me molto caro sempre dello stesso autore è il "concetto di scissione tra amore e sessualità".
Freud sosteneva che molti uomini amano donne che non desiderano e desiderano donne che non amano, enfatizzando il lato oscuro ed i sentieri impervi del desiderio sessuale.
Platone infine, parlava - descrivendo il sentire degli innamorati - di «delirio divino».
Questa affermazione racchiudeva appieno quella sorta di "rapimento estatico" di cui gli innamorati sono protagonisti, vittime ed artefici allo stesso tempo.
Platone inoltre, ha fatto sognare infiniti lettori, con il suo romantico "mito della mezza mela", sostenendo che quando si ama davvero, il partner rappresenta la nostra mezza mela, colui che ci completa.
Secondo Platone, ogni individuo di fronte all'amato, prova un senso di pienezza ed allo stesso tempo avverte chiara la sensazione di aver vissuto fino a quel momento in uno stato di deprivazione e di solitudine.
Chi si occupa di coppie e di affettività/sessualità, sa bene che la mezza mela, se pur romantica ed evocativa, non funziona e non rende gli amori longevi e stabili.
La coppia per essere tale deve essere formata da due identità, non da due metà.
BIGLIOGRAFIA
- 1996 “Sul letto di Procuste. Introduzione alla sociologia della sessualità”. Franco Angeli Milano.
- Giddens 1995 “La trasformazione dell’intimità. Sessualità, amore ed erotismo nelle società moderne” Il Mulino Bologna
- Ruspini 2009 “Uomini e corpi. Una riflessione sui rivestimenti della mascolinità” Franco Angeli.
- Giommi Perrotta “Educazione sessuale come prevenzione. Nuovi modelli per la famiglia, la scuola, i servizi” Edizioni del Cerro Pisa.
- Marco Inghilleri- Ruspini 2011“ Sessualità narrante” Franco Angeli