Bambini meno ansiosi con la compagnia di un cane

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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta

Secondo un recente studio americano pubblicato su Preventing Chronic Disease la convivenza in casa con un cane potrebbe avere un effetto benefico sui livelli d'ansia dei più piccoli.

La ricerca ha dimostrato come i bambini che hanno un cane da coccolare, con cui parlare e giocare, hanno meno probabilità di soffrire di ansia.

 

Lo studio

I ricercatori hanno minitorato per 18 mesi 643 bambini di età compresa tra i 6 e 7 anni ai quali sono stati registrati e monitorati i livelli di agitazione, sia con che senza il cane.

Tra i bambini cresciuti con il cane (il 58% del totale), soltanto il 12% era positivo al test di screening per l'ansia contro il 21% dei bambini che invece non possiede questo animale.

I bambini che crescono con i cani sembrano dunque sviluppare un sistema immunitario più forte e crescono socievoli e capaci di comunicare. Infatti, interagire con un cane, stando a quanto emerso dallo studio, può portare ad un aumento dell'ossitocina e a ridurre i livelli di cortisolo, attenuando quindi la risposta psicologica allo stress.

 

 

Gli effetti benefici degli animali da compagnia

Precedenti studi avevano suggerito che convivere fin da piccoli con gli animali domestici può ridurre il rischio di allergie e di asma nei bambini, inoltre vengono utilizzati per la riabilitazione di minori con difficoltà emotive e intellettive e ora sempre più spesso anche all'interno di residenze assistenziali per anziani, mettendo in luce l'esistenza di un'associazione tra il fatto di vivere con un cane (o altro animale da compagnia) e una migliore salute in età adulta.

Nel caso specifico dei bambini, i benefici di una compagnia animale riguardano vari aspetti, ma le differenze più significative tra i possessori di cani (animale su cui è stata fatta la ricerca) e gli altri incidono maggiormente sulla componente dell' ansia da separazione e su quella dell'ansia sociale. Secondo lo studio infatti i cani hanno un effetto “rompi-ghiaccio”, stimolando la conversazione e alleviando l'angoscia di separazione dalle figure di attaccamento.

 

I disturbi d'ansia in età evolutiva

L'ansia non è solo degli adulti, anche i bambini ne possono soffrire, quando una semplice e innocua apprensione a volte diventa una vera e propria forma di angoscia.

I bambini possono manifestare irritabilità, insicurezza ed essere sempre alla ricerca di rassicurazione e alla continua richiesta di vicinanza alle figure di riferimento.

Come nell'adulto, anche nel bambino l'ansia è associata a manifestazioni somatiche quali mal di stomaco o tensione muscolare che portano i bambini a chiedere ad esempio di non andare a scuola o di uscire prima o ad avere difficoltà nell'addormentarsi.

 

Alcune paure sono normali durante l'infanzia e rientrano nel normale sviluppo come aver paura del buio o dei tuoni; quando però i livelli di paura sono sproporzionati al tipo di stimolo o al grado di sviluppo del bambino tali da interferire in modo significativo con il funzionamento quotidiano, allora si può parlare di disturbi d' ansia. Essi rappresentano la patologia psichiatrica più comune in età evolutiva che li espone a un più alto rischio di scarso rendimento scolastico e di rinuncia a esperienze sociali fondamentali.

 

Lo studio ha tenuto in considerazione vari elementi relativi al contesto socio-economico delle famiglie prese in esame dal momento che, spiegano gli autori, le famiglie con animali domestici possono essere più stabili e più benestanti, fatto che da solo potrebbe spiegare le differenze tra i bambini.

Tuttavia, si tratta ancora di uno studio osservazionale «può essere che ad avere i cani siano i bambini meno ansiosi o che i cani rendano meno ansiosi i bambini» in cui è stata individuata l’associazione tra due fattori ma non un legame di causa-effetto, per cui non è ancora possibile dire con certezza se sia esattamente il cane a rendere i bambini più sereni. Ulteriori studi sono necessari, ma questi risultati portano a credere che la presenza di un cane possa comunque fare la differenza.

Alcuni genitori sono restii a prendere un animale in casa a causa della quantità di responsabilità che comporta, ma forse, come ci insegnano i bambini, un animale domestico può davvero diventare un "migliore amico".

 

 

Fonti:

http://www.cdc.gov/pcd/issues/2015/15_0204.htm

Feehan, M., McGee, R., & Williams, S.M. (1993). Mental health disorders from age 15 to age 18 years. Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, 32, 1118-1126.

Ferdinand, R., F., & Werhulst, F., C. (1995). Psychopathology from adolescence into young adulthood: an 8 year follow-up study. American Journal of Psychiatry, 152, 586-594.

Langley, A.K., Bergman, R.L., McCracken, J., Piacentini, J.C. (2004). Impairment in childhood anxiety disorders: preliminary examination of the Child Anxiety Impact Scale-Parent Version. Journal of Child and Adolescent Psychopharmacology, 14, 105-141.

Merikangas, K.R., He, J., Burstein, M., Swanson, S.A., Avenevoli, S., Cui, L. et al. (2010). Lifetime prevalence of mental disorders in US adolescents. Results from the National Comorbidity Study Replication-Adolescent Supplements (NCS-A). Journal of American Academy of Child and Adolescent Psychistry, 49, 980-989.

 

Data pubblicazione: 03 dicembre 2015 Ultimo aggiornamento: 11 gennaio 2016

5 commenti

#1
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti

Penso allo stress dei genitori che se ne devono occupare (dell'animale, intendo)... Il conto complessivo sarà positivo per la famiglia e per le dinamiche interne?

Forse si potrebbe pensare a un animale... a ore, come avviene nelle residenze per anziani...


#2
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Dr.ssa Ilaria La Manna

Ciao Carla Maria,

grazie per il tuo contributo e per la questione che poni.

Un animale, per piccolo e tenero che sia, porta con sè anche impegno e incombenze per le persone che poi se ne devono occupare a livello pratico, ma voglio credere che poi alla fine il "conto" sarà positivo, per tutta la famiglia.

Un caro saluto

#3
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti

Ritengo che parte della difficoltà risieda nel fatto che i genitori non riescono a sostenere i figli nell'assunzione di quelle piccole responsabilità quotidiane, a cui - prima dell'acquisto - i bimbi avevano spergiurato di adempiere.

E ciò crea o un conflitto perenne tra genitori e figli, oppure un rassegnarsi del genitore all'assunzione "in proprio" di tutte le incombenze. Che però lancia un segnale educativo negativo, e cioé che si possa amare (il bambino verso l'animale) senza assunzione di responsabilità.

Volevo semplicemente aprire la problematica ad una maggiore complessità, quella che ogni giorno incontriamo nella clinica.

Ciao! Carlamaria

#4

L'ingresso di un cane in famiglia comporta una riorganizzazione degli spazi e del tempo nonché un'assunzione di responsanbilita' condivise che non tutte le famiglie riescono a gestire. In questo senso, quindi, il conseguente incremento di stress potrebbe avere una ricaduta negativa su tutta la famiglia e sul 'povero' cane, del tutto inconsapevole di aver destabilizzato il sistema. Detto questo, non posso non concordare con i risultati della ricerca, che la dott.ssa La Manna ha brillantemente presentato, anche alla luce delle mie esperienze personali e di quelle terapeutiche con i miei pazienti fobici, ansiosi, ossessivi, depressi o, 'semplicemente', soli. Ho anche riscontrato una diminuzione di sensibilita 'agli allergeni nei soggetti allergici dopo l'esposizione al cane o al gatto. Al di la' di tutto questo, comunque, ritengo importante la costruzione di un rapporto tra bambino e cane per una serie di motivi la cui esposizione richiederebbe almeno un altro articolo.

#5
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Dr.ssa Ilaria La Manna

Ciao Elisabetta,

grazie per le tue riflessioni e il tuo apprezzamento.

Lo studio si "limitava" ad osservare gli effetti benefici che i bambini ne possono trarre dalla convivenza in casa con un cane, pur tuttavia, come sottolinei tu, è importante non dimenticare ciò che questo comporta sotto diversi punti di vista sia a livello pratico e logistico che di responsabilità e che tutto questo debba essere tenuto ben presente per fare poi una scelta, in un senso o nell'altro, con maggior consapevolezza.

Un cordiale saluto

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