Il ruolo delle donne nel deficit erettivo dell'uomo
“Il sesso deve essere innaffiato di lacrime e di parole, di promesse e di scenate di gelosia, di tutte le spezie della paura, di viaggi all’estero, di romanzi e di racconti, di sogni e di fantasie, di musica, di danza, di oppio e di vino.”
Anais Nin
La caccia alle streghe in ambito sessuale è tra gli errori più frequenti che i pazienti possano fare.
La ricerca compulsiva ed ansiogena di raggiungere la meta – l’orgasmo – spesso compromette il piacere del percorso, danneggiando anima, corpo e coppia.
Quando qualcosa non funziona al meglio in camera da letto, i partners iniziano a darsi la colpa, ad evitare l’intimità, oppure ad essere ossessionati dal non-funzionamento sessuale.
Infinite domande faranno loro compagnia:
Di chi è la colpa?
Di chi è la disfunzione sessuale?
Chi danneggia chi?
Forse non gli piaccio abbastanza?
Mi avrà tradito/a?
Non sono sufficientemente eccitante?
E cosi via.
Questa modalità di affrontare le problematiche sessuologiche è sicuramente la strada più rapida per costruire tra i partners un muro di omertà e di acredine che, lentamente ma costantemente, corroderà la comunicazione ed il legame d'amore.
Il disagio sessuologico non riguarda quasi mai - tranne nei casi di etiologia meramente organica - soltanto il partner portatore del sintomo sessuale, ma ovviamente anche l'altra metà del cielo: la partner e la coppia.
La diagnosi clinica – andrologica per l’uomo - è sempre il primo step da cui partire, inclusa la scrupolosa ricerca dell'etiologia.
La sessualità, l'intimità e l'incontro profondo di anima e di sensi con il partner non può essere analizzato esclusivamente in maniera manichea – organico/psichico - disgiungendo l'eros dalla dimensione dell'amore, ma, siamo obbligati ad approfondire le dinamiche di coppia, quelle visibili, ed ancor di più, quelle invisibili, inconsce.
Come sappiamo, oggi, l'egemonia del “principio di prestazione e del piacere" ha danneggiato fortemente la dimensione desiderante della sessualità, trasformandola in una sorta di “compito in classe”, scevro dal desiderio e soprattutto dalla dimensione reale e profonda del legame “ di coppia”.
Il viagra e simili, con le sue magie ed alchimie, da un lato hanno reso l'uomo onnipotente, dall'altro rappresentano la scorciatoia verso il piacere, evitando - talvolta - la conoscenza dell'aspetto psichico, simbolico e relazionale correlato al deficit erettivo.
Ogni terapia - anche esclusivamente farmacologia - per il deficit erettivo ad etiologia mista, necessita di una disamina profonda e competente delle “cause psichiche e relazionali” che contribuiscono all'insorgenza ed al mantenimento della disfunzione sessuale.
Un approccio rivolto esclusivamente al sintomo, risulta “orfano” di un percorso poliedrico, capace di garantire emozioni e sensazioni preziose ed uniche che riguardano l'intimità e la sessualità.
Quando si trattano tematiche così complesse come quelle relative alla sessualità, fisiologia, psiche e dinamiche di coppia, non possono essere disgiunte: bisognerebbe infatti mantenere uno sguardo sempre vigile ed attento alle infinite variabili affinché la sessualità possa mantenersi sana, appagante e, soprattutto, longeva all’interno della stessa coppia.
Il ruolo della donna
La donna ha un ruolo centrale sia nell'insorgenza che nel mantenimento della disfunzione sessuale, vediamo qualche esempio di comportamenti disfunzionali al femminile, spesso, ovviamente inconsci e non voluti:
- partner colludenti: trattasi di donne che si alleano inconsciamente con il sintomo, mantenendolo in vita.
Sono donne che evitano di far emergere il problema; donne che, solitamente, hanno problematiche sessuologiche come per esempio un vaginismo e per le quali il deficit erettivo del partner è un sintomo chiaro a tutela e garanzia di una sessualità acerba ed immatura. - partner ansiogene: trattasi di donne che con il loro comportamento evitante o esigente ed ambivalente, spesso inconsciamente richiedente, generano ansia nel partner.
Sguardi indiscreti, parole abusate o fuori posto, verbalizzazioni aggressive, atteggiamenti valutanti, mantengono in vita la disfunzione sessuale. - partner richiedenti ed aggressive: le donne di oggi, anche le più giovani, sono particolarmente richiedenti ed esigenti sotto le lenzuola.
Sono donne che hanno superato il triste destino che le obbligava a recitare orgasmi inesistenti per rassicurare il partner e per nutrire autostima ed orgoglio maschile, così chiedono, si lamentano e sono scarsamente tolleranti rispetto a possibili fluttuazione o a defezioni della sessualità dei loro partners.
Un atteggiamento simile, se la coppia non è collaudata e longeva, sarà fautore di ulteriori disfunzioni sessuali come l'ansia da prestazione. - partner evasive/evitanti: alcune donne per problematiche personali portate in dote dentro la loro coppia - come un'educazione rigida od estremamente cattolica - e per la presenza di pregresse disfunzioni sessuali, evitano l'intimità ed evitano di far emergere la problematica.
Questo silenzio nella coppia e questo evitamento nel far emergere la disfunzione, equivale a mantenerla in vita ed a nutrirla. - partner colpevolizzanti: esiste una datata e falsa correlazione tra orgasmo femminile e deficit erettivo, in realtà la correlazione non è così semplice e dalla facile lettura.
Molte donne anorgasmiche, che soffrono cioè di anorgasmia coitale, trovano più semplice attribuire la “colpa, o responsabilità” al partner, piuttosto che analizzare con un clinico le reali problematiche che hanno mantenuto in vita la loro anorgasmia. La diagnosi è sempre di tipo differenziale.
Conclusioni
Molto spesso, nella sessualità e nella coppia, “causa ed effetto” si confondono e soprattutto si rinforzano nel tempo, creando quello che noi clinici chiamiamo “fattori di mantenimento” della disfunzione.
La disamina da effettuare è sempre su più livelli ed a più mani.
Riassumendo: dialogo aperto, empatico e non colpevolizzante, clinici adeguatamente formati ed anche dalle più buie e dolente disfunzioni sessuali è possibile guarire.