Il ruolo delle donne nel deficit erettivo dell'uomo

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

“Il sesso deve essere innaffiato di lacrime e di parole, di promesse e di scenate di gelosia, di tutte le spezie della paura, di viaggi all’estero, di romanzi e di racconti, di sogni e di fantasie, di musica, di danza, di oppio e di vino.”
Anais Nin

 

La caccia alle streghe in ambito sessuale è tra gli errori più frequenti che i pazienti possano fare.
La ricerca compulsiva ed ansiogena di raggiungere la meta – l’orgasmo – spesso compromette il piacere del percorso, danneggiando anima, corpo e coppia.
Quando qualcosa non funziona al meglio in camera da letto, i partners iniziano a darsi la colpa, ad evitare l’intimità, oppure ad essere ossessionati dal non-funzionamento sessuale.
Infinite domande faranno loro compagnia:

Di chi è la colpa?
Di chi è la disfunzione sessuale?
Chi danneggia chi?
Forse non gli piaccio abbastanza?
Mi avrà tradito/a?
Non sono sufficientemente eccitante?

E cosi via.

Questa modalità di affrontare le problematiche sessuologiche è sicuramente la strada più rapida per costruire tra i partners un muro di omertà e di acredine che, lentamente ma costantemente, corroderà la comunicazione ed il legame d'amore.

Il disagio sessuologico non riguarda quasi mai - tranne nei casi di etiologia meramente organica - soltanto il partner portatore del sintomo sessuale, ma ovviamente anche l'altra metà del cielo: la partner e la coppia.

La diagnosi clinica – andrologica per l’uomo - è sempre il primo step da cui partire, inclusa la scrupolosa ricerca dell'etiologia.
La sessualità, l'intimità e l'incontro profondo di anima e di sensi con il partner non può essere analizzato esclusivamente in maniera manichea – organico/psichico - disgiungendo l'eros dalla dimensione dell'amore, ma, siamo obbligati ad approfondire le dinamiche di coppia, quelle visibili, ed ancor di più, quelle invisibili, inconsce.

Come sappiamo, oggi, l'egemonia del “principio di prestazione e del piacere" ha danneggiato fortemente la dimensione desiderante della sessualità, trasformandola in una sorta di “compito in classe”, scevro dal desiderio e soprattutto dalla dimensione reale e profonda del legame “ di coppia”.

Il viagra e simili, con le sue magie ed alchimie, da un lato hanno reso l'uomo onnipotente, dall'altro rappresentano la scorciatoia verso il piacere, evitando - talvolta - la conoscenza dell'aspetto psichico, simbolico e relazionale correlato al deficit erettivo.

Ogni terapia - anche esclusivamente farmacologia - per il deficit erettivo ad etiologia mista, necessita di una disamina profonda e competente delle “cause psichiche e relazionali” che contribuiscono all'insorgenza ed al mantenimento della disfunzione sessuale.

Un approccio rivolto esclusivamente al sintomo, risulta “orfano” di un percorso poliedrico, capace di garantire emozioni e sensazioni preziose ed uniche che riguardano l'intimità e la sessualità.

Quando si trattano tematiche così complesse come quelle relative alla sessualità, fisiologia, psiche e dinamiche di coppia, non possono essere disgiunte: bisognerebbe infatti mantenere uno sguardo sempre vigile ed attento alle infinite variabili affinché la sessualità possa mantenersi sana, appagante e, soprattutto, longeva all’interno della stessa coppia.

Il ruolo della donna

La donna ha un ruolo centrale sia nell'insorgenza che nel mantenimento della disfunzione sessuale, vediamo qualche esempio di comportamenti disfunzionali al femminile, spesso, ovviamente inconsci e non voluti:

  1.  partner colludenti: trattasi di donne che si alleano inconsciamente con il sintomo, mantenendolo in vita. 
    Sono donne che evitano di far emergere il problema; donne che, solitamente, hanno problematiche sessuologiche come per esempio un vaginismo e per le quali il deficit erettivo del partner è un sintomo chiaro a tutela e garanzia di una sessualità acerba ed immatura.
  2. partner ansiogene: trattasi di donne che con il loro comportamento evitante o esigente ed ambivalente, spesso inconsciamente richiedente, generano ansia nel partner.
    Sguardi indiscreti, parole abusate o fuori posto, verbalizzazioni aggressive, atteggiamenti valutanti, mantengono in vita la disfunzione sessuale.
  3. partner richiedenti ed aggressive: le donne di oggi, anche le più giovani, sono particolarmente richiedenti ed esigenti sotto le lenzuola.
    Sono donne che hanno superato il triste destino che le obbligava a recitare orgasmi inesistenti per rassicurare il partner e per nutrire autostima ed orgoglio maschile, così chiedono, si lamentano e sono scarsamente tolleranti rispetto a possibili fluttuazione o a defezioni della sessualità dei loro partners.
    Un atteggiamento simile, se la coppia non è collaudata e longeva, sarà fautore di ulteriori disfunzioni sessuali come l'ansia da prestazione.
  4. partner evasive/evitanti: alcune donne per problematiche personali portate in dote dentro la loro coppia - come un'educazione rigida od estremamente cattolica - e per la presenza di pregresse disfunzioni sessuali, evitano l'intimità ed evitano di far emergere la problematica. 
    Questo silenzio nella coppia e questo evitamento nel far emergere la disfunzione, equivale a mantenerla in vita ed a nutrirla.
  5. partner colpevolizzanti: esiste una datata e falsa correlazione tra orgasmo femminile e deficit erettivo, in realtà la correlazione non è così semplice e dalla facile lettura. 
    Molte donne anorgasmiche, che soffrono cioè di anorgasmia coitale, trovano più semplice attribuire la “colpa, o responsabilità” al partner, piuttosto che analizzare con un clinico le reali problematiche che hanno mantenuto in vita la loro anorgasmia. La diagnosi è sempre di tipo differenziale.

 

Conclusioni

Molto spesso, nella sessualità e nella coppia, “causa ed effetto” si confondono e soprattutto si rinforzano nel tempo, creando quello che noi clinici chiamiamo “fattori di mantenimento” della disfunzione.
La disamina da effettuare è sempre su più livelli ed a più mani.

Riassumendo: dialogo aperto, empatico e non colpevolizzante, clinici adeguatamente formati ed anche dalle più buie e dolente disfunzioni sessuali è possibile guarire.

 

Data pubblicazione: 15 novembre 2015

22 commenti

#1
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Dr.ssa Valeria Randone
#5
Foto profilo Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Grazie Magda,
Sono contenta che l'articolo ti sia piaciuto.
Buon inizio di settimana.

Valeria

#6
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Dr. Giuseppe Santonocito

Condivido in larga parte i contenuti dell'articolo. Tuttavia alcune osservazioni:

>>> viagra e simili, con le sue magie ed alchimie, da un lato hanno reso l'uomo onnipotente
>>>

Questo non è sempre vero, non nella totalità dei casi. In molti casi di deficit erettile il farmaco funziona all'inizio della somministrazione, poi sempre di meno. In altri ancora non è efficace. È però vero che ha risolto un grosso problema a molti uomini e molte coppie, fatto da tener presente e non sottovalutare assolutamente.

>>> Ogni terapia - anche esclusivamente farmacologia - per il deficit erettivo ad etiologia mista, necessita di una disamina profonda e competente delle “cause psichiche e relazionali” che contribuiscono all'insorgenza ed al mantenimento della disfunzione sessuale.
>>>

Anche questo non è necessariamente così. In alcune psicoterapie, come quelle che discendono dalla tradizione di Palo Alto, non si cercano cause profonde, piuttosto modelli relazionali disfunzionali che manifestano i propri effetti nel presente.

>>> Un approccio rivolto esclusivamente al sintomo, risulta “orfano” di un percorso poliedrico, capace di garantire emozioni e sensazioni preziose ed uniche che riguardano l'intimità e la sessualità
>>>

È vero, ma oggi nessuna psicoterapia - limitandoci a questo campo - lavora esclusivamente sul sintomo. Ad esempio in terapia breve strategica si indaga appunto sul suddetto malfunzionamento nel presente di determinati comportamenti o modelli relazionali. In altre parole non si cercano "perché" e non solo i "cosa", ma soprattutto i "come".

#7
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Dr.ssa Valeria Randone

Ciao Giuseppe,
grazie per le tue riflessioni che mi consentono di aggiungere altri pensieri a riguardo.

Mi dispiace ma devo dissentire dalle tue parole:

1- "Questo non è sempre vero, non nella totalità dei casi. In molti casi di deficit erettile il farmaco funziona all'inizio della somministrazione, poi sempre di meno"

Il farmaco può funzionare o non funzionare per niente - se le cause psicogene sono profonde o le difficoltà diadiche importanti, o quando c'è una problematica di desiderio - non funziona per niente.
Se funziona, funziona bene e sempre, infatti i pazienti hanno poi notevoli difficoltà nello "svezzamento farmacologico": sviluppano la paura di vivere la loro sessualità senza la terapia, la paura di non sentirsi così potenti come con la terapia, la paura dell'imprevisto sessuale, e la dipendenza psicologica da molecola!

2- Ogni terapia - anche esclusivamente farmacologia - per il deficit erettivo ad etiologia mista, necessita di una disamina profonda e competente delle “cause psichiche e relazionali” che contribuiscono all'insorgenza ed al mantenimento della disfunzione sessuale. >>>

Anche questo non è necessariamente così. In alcune psicoterapie, come quelle che discendono dalla tradizione di Palo Alto, non si cercano cause profonde, piuttosto modelli relazionali disfunzionali che manifestano i propri effetti nel presente. >>

Bene, ma se le cause profonde non vengono toccate, "lavoreranno" indisturbate ancora ed ancora ed anche con le altre partners...
Anche se fosse la Bellucci della situazione..
Infatti, soprattutto negli ultimi anni, mi capita di vedere pazienti che hanno sviluppato dei "pellegrinaggi sessuali" per evitare di essere scoperti...
Ma non è cambiando donna e "setting sessuale" che guariranno.
Quando il paziente ha un nucleo fobico, o psicotico, come nel caso della vagina dentata, per citarne soltanto uno, sei obbligato ad occuparti anche di altro.

3- Un approccio rivolto esclusivamente al sintomo, risulta “orfano” di un percorso poliedrico, capace di garantire emozioni e sensazioni preziose ed uniche che riguardano l'intimità e la sessualità >>> È vero, ma oggi nessuna psicoterapia - limitandoci a questo campo - lavora esclusivamente sul sintomo.


Infatti! Mi riferivo alla terapia farmacologica.

4- In altre parole non si cercano "perché" e non solo i "cosa", ma soprattutto i "come".

A mio avviso, ma questo è un mio parere frutto della pratica clinica, i "perché, cosa, e come" non sono disgiunti e non analizzare e lavorare su uno dei tre, penalizza gli altri due.

Grazie per lo scambio, buon lavoro.

Valeria

#8
Foto profilo Dr. Giuseppe Santonocito
Dr. Giuseppe Santonocito

>>> Se funziona, funziona bene e sempre
>>>

No, non è così. Alcuni pazienti passano da un'iniziale e soddisfacente efficacia del farmaco a una insoddisfacente. A me sono capitati pazienti giovani con questo problema nel problema, senza altre patologie in atto a spiegare la diminuzione d'efficacia.

Anche se la questione della tachifilassi nel sildenafil e affini è ancora controversa, a quanto mi risulta, è probabile che una qualche forma di tolleranza esista, perché il fenomeno della diminuzione d'efficacia è reale. In questi casi occorre ovviamente percorrere altre strade.

>>> Bene, ma se le cause profonde non vengono toccate, "lavoreranno" indisturbate ancora ed ancora ed anche con le altre partners...
>>>

Valeria, così tu spieghi una cosa attraverso se stessa. Cioè tautologicamente dai per scontato che delle "cause profonde" esistano. Invece io sto dicendo che indipendentemente dal fatto che tali cause profonde esistano o meno, è spesso possibile intervenire in modo risolutivo. Operando cioè sui meccanismi che al presente mantengono in essere la disfunzionalità. Sempre dal punto di vista psicoterapeutico, cioè fatte salve condizioni di altro tipo.

Se porto la macchina dal meccanico perché ha un problema, il lavoro del meccanico consiste nel localizzare il problema e risolverlo. Se la batteria non carica, ad esempio, e la "causa" è identificata nell'alternatore rotto, basterà che lo sostituisca. Non occorrerà che stia troppo tempo a cercare di capire la "causa della causa", cioè come mai si è rotto l'alternatore.

>>> i "perché, cosa, e come" non sono disgiunti e non analizzare e lavorare su uno dei tre, penalizza gli altri due
>>>

Questo è un assunto che può avere una sua utilità pratica, ma non è vero in assoluto. A parte il problema di termini nell'identificare o credere di aver identificato una causa, o una causa della causa, gli stessi risultati si possono ottenere occupandosi solo del come e del cosa. Sempre parlando di risultati efficaci e duraturi, senza compromessi. Anche perché i “perché” sono soggetti a opinioni e interpretazioni, i “come” e i “cosa” lo sono in misura minore. Se ottenere un certo risultato è possibile con meno, perché moltiplicare i concetti?

Ne parlo in quest'articolo:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6092-in-terapia-con-popper-e-occam.html

Grazie a te per lo spazio e ospitalità.

#9
Foto profilo Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

"Cioè tautologicamente dai per scontato che delle "cause profonde" esistano."

No Giuseppe,
io ho scritto: "Quando il paziente ha un nucleo fobico, o psicotico, come nel caso della vagina dentata, per citarne soltanto uno, sei obbligato ad occuparti anche di altro.", forse ti sarà sfuggito, non ho dato per scontato che esistano sempre.

Nel d.e molte cause sono da "cattivo apprendimento sessuale", da "spectatoring", ecc..
Il canale salute le analizza tutte.

https://www.medicitalia.it/salute/andrologia/111-disfunzione-erettile.html

Per quanto riguarda il controverso tema farmaco terapia, ti allego un lavoro presentato alla Sia qualche anno addietro, ma vi sarebbe da scrivere all'infinito.

https://www.medicitalia.it/blog/andrologia/106-dipendenza-psicologica-dalla-terapia-orale-per-il-deficit-erettivo.html


Il bello di Medicitalia è che ognuno di noi ha la propria formazione e visione, ed ogni visione e formazione arricchisce quella degli altri, non si corre il rischio di annoiarsi.

Un caro saluto.

Valeria.


#10
Foto profilo Dr. Giuseppe Santonocito
Dr. Giuseppe Santonocito

>>> io ho scritto: "Quando il paziente ha un nucleo fobico, o psicotico, come nel caso della vagina dentata, per citarne soltanto uno, sei obbligato ad occuparti anche di altro.", forse ti sarà sfuggito, non ho dato per scontato che esistano sempre.
>>>

Non mi è sfuggito, ho risposto proprio a quello.

Dal mio punto di vista è proprio nei pazienti fobici che la ricerca di cause profonde è poco o per nulla utile. A maggior ragione nei casi di psicosi, dove i margini di manovra sono molto ridotti, così come le possibilità del paziente di seguirti nella ricerca di catene causali.

>>> Il bello di Medicitalia è che [...] non si corre il rischio di annoiarsi
>>>

Su questo non c'è dubbio!

#11
Foto profilo Utente 209XXX
Utente 209XXX

Buongiorno. Ho 28 anni e da qualche mese io ed il mio compagno di 46 anni stiamo pensando di avere un bambino. Premetto che tra noi non ci sono rapporti fisici da molto tempo. Però abbiamo intrapreso un percorso terapeutico per capire l'origine di questo(suo) blocco. Sabato scorso abbiamo avuto un rapporto completo e non nascondo che mi son sentita finalmente positiva verso il futuro della nostra coppia. Domenica ci abbiamo riprovato ma, forse per stress, non è riuscito a mantenere l'erezione. L'ho tranquillizzato, ma da lì dice di non provare nessuno stimolo fisico.
Sostiene da sempre che il problema non dipende da me e lo conferma il fatto che nei miei confronti prova del reale desiderio. Si è deciso a fare ulteriori accertamenti medici. Ma son sicura non si tratti di quello, ma bensì di un problema psicologico. Ciononostante, dopo la sua affermazione, ho visto tutti i miei progetti, il mio futuro e i passi in avanti sfumare. Sono arrabbiata con lui, mi sento derubata. Ma lo sono anche con me stessa per aver desiderato così tanto qualcosa che, viste le premesse, non era fattibile avere. Non so più se sia giusto restare con lui. Ci tengo troppo, ma ho paura che rinunciando a così tanto, viveremmo una vita fatta di risentimento e di rabbia. Forse dovrei adattarmi..forse questi pensieri sono già sintomo di scarso amore? Sono molto confusa e sofferente. Mi sento in colpa per queste emozioni ma di contro provo una forte delusione. Credo che arrivati a questo punto la situazione di blocco sessuale non si risolva più. Lui affronta in problema con spirito positivo e intende risolverlo. Ma se non accadesse? Io non voglio illudermi per poi restarci nuovamente male. Sono una codarda? Si dovrebbe stare insieme a prescindere dai progetti? Mi sento ad un bivio..mi sta crollando tutto addosso. Avrei forse dovuto aspettarmelo dato che ho scelto un partner più grande di me?

#12
Foto profilo Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Gentile Utente,
Avere un partner più grande di lei, che ha solo 46 anni non significa che sia candidato ad una disfunzione sessuale.
Mi chiedo che diagnosi ha fatto l'andrologo?
Deficit erettivo primario, secondario?
Situazionale?
Assoluto?
Parziale?
Con quale etiologia?
Mista?
Psicogena?
E se fosse solo psicogena, quali sono le,cause e come le state curando?
Il desiderio sessuale è stato investigato?
Ha fatto degli esami ormonali?
Con quali risultati?
È stata prescritta una cura anche farmacologica?
Soffre di qualche patologia fisica o psichica?

Come vede l'indagine e l'anamnesi sessuologica è ampia e complessa, ovviamente non fatti bile online.

La cura del d.e psicogeno è anche della coppia in cui la sesualita abita, lei è partecipe allo stesso modo.

Ci sono inoltre cause scatenati e cause di mantenimento, vantaggi dei sintomi e cattivi apprendimenti sessuali..
Un inconscio ed un immaginario erotico che influenzano la funzionalità e la disfunzionalità della vita sessuale

Se desidera nel mio sito personale e blog troverà tanto altro, incluse delle video interviste e dei canali salute "tutto sul d.e"

Un cordiale saluto.

#13
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Dr.ssa Valeria Randone

Dimenticavo di chiederle se il desierio di concepimento è reciproco e se il suo partner proviene da un divorzio e da pregresse paternità.

#14
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Utente 209XXX

La ringrazio per avermi ascoltata. Domani andremo a ritirare il referto dell'esame del sangue per scoprire se ci sia o meno in atto un tumore alla prostata.
E sempre domani ha un'ecografia. Dopodichè avrà un incontro con l'andrologo.
L'unico percorso preso è stato quello psicologico. Ci andiamo insieme e ogni volta riportiamo episodi del nostro quotidiano, piuttosto che sentimenti prima e dopo una lite. Oggi però non mi sono sentita presa sul serio dalla Drssa. Non vedo la fine di questo percorso. Anzi, non vedo i frutti. Da ieri non riesco nemmeno a guardare in faccia il mio compagno. Mi odio per questo ma sento che al momento non posso farci nulla. Solo due settimane fa sembrava ci fosse una piccola ripresa. Da ieri, dopo varie aspettative, di nuovo il crollo. Stiamo bene insieme, ci capiamo, siamo complici. Lavoriamo insieme e le nostre personalità si incastrano alla perfezione. Però l'idea di non avere altro mi spaventa. Di comune accordo abbiamo desiderato di diventare genitori. Ora tutto è sparito. Chissà per quale motivo. E chissà se mai lo si capirà. Ci vorranno mesi o forse anni. Ed io non sento di aver la forza di aspettare così a lungo. Ha deciso lui per entrambi e questo compromesso mi schiaccia, costringendomi a stare in un angolo.
Ho letto i suoi blog e mi sono decisa a contattarla. Non sapendo bene come, ho scritto alla fine di questo articolo.

#15
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Dr.ssa Valeria Randone

Io parlavo di altre indagini, che deve prescrivere L'andrologo di riferimento.

Il percorso psicologico senza diagnosi clinica è orfano della possibilità di un suo successo.

Ho riletto lo storico dei suoi consulti ed ho visto che ha già chiesto più volte per la problematica sessuologica del suo compagno.
Affrontatele con calma e soprattutto con competenza con le indagini ed i clinici adeguati al problema, se c'è compatibilità emozionale e c'è amore è decisamente più semplice.

Un cordiale saluto.

#16
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Utente 209XXX

Io continuo a sostenere che a livello fisico non abbia nessun problema.
Ed è per questo che provo molta rabbia. Rabbia che non accenna ad attenuarsi.
Il problema non è solo suo. Ma anche mio. Solo che per il suo ci sono diagnosi, referti. Mentre per quanto mi riguarda non c'è nulla. Solo una gran dolore che nessun dottore può curare.

Cordiali saluti

#17
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Utente 209XXX

P.s Questo problema dura da 3 anni.
Pazienza

#18

Carissima, Lei ci dice.. ".. continuo a sostenere che a livello fisico non ha alcun problema..Ma non basta, come le è stato detto da tutti noi.. il problema è che se uno ha una Ferrari , ma non ..ci mette o non arriva la benzina ..la macchina non parte, così torniamo all'importanza delle
maledette cause profonde che inceppano l'espressione del desiderio..
..State facendo un percorso con una Collega, abbia pazienza che i risultati arriveranno, senza rabbia , più veloci...
Coraggio, sguardi affettuosi e positivi..

#19
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Utente 209XXX

Ringrazio ancora per l'ascolto. Questo per me è un argomento nuovo e molto sfaccettato, da lì l'ansia nel non saper come affrontarlo.
Ieri sera ho fatto uno sforzo enorme e l'ho abbracciato, perchè la sua sofferenza è anche la mia. E stamattina i risultati ci sono stati. Spero che il mio amore, al di là di tutto, lo possa aiutare.
Buona giornata

#21
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Utente 209XXX

Buongiorno, se possibile vorrei aggiornare quanto scritto precedentemente.
Il mio compagno ha fatto un'ecografia dalla quale è emersa un' ipertrofia prostatica non nodulare di 38cc.
In seguito ha effettuato una visita con andrologo (visita retale) evidenziando che la prostata è gonfia e ha prescritto questi farmaci Keraflox, Toxter e Cialis.
La cura è di 10gg. Poi dovrà eseguire lo spermiogramma e spermiocoltura, anche se penso che questi ultimi siano un pò prematuri visto che non abbiamo ancora provato seriamente a cercare un bambino. Questo perchè non vorrei aggiungere altro stress ad una situazione non ancora troppo chiara.
Potremo avere la speranza di riprendere ad avere rapporti sessuali? Ultimamente l'erezione era a fasi alterne. Spero per entrambi che tutto si possa aggiustare. Grazie.

#22
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Dr.ssa Valeria Randone

Dovrebbe porre le stesse domande all'andrologo che ha il piacere di occuparsi di voi.

Ogni disfunzione sessuale però, anche ad etiologia organica, ha sempre una componente mista o psicogena, da non sottovalutare.

Un cordiale saluto.

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