Il crowdbirthing: lo spettacolo in sala parto
Il crowdbirthing: la nuova moda di condividere la nascita del proprio bambino invitando parenti ed amici in sala parto.
Questi sono i decenni della condivisione: selfie, foto di gruppo, istantanee sul cibo, tutto purché si condivida ogni istante della propria vita, come se senza selfie non si esistesse. Non a caso si parla di sindrome da selfie, l'ossessione di condividere ripetutamente le proprie fotografie sui social network, in attesa del "mi piace" di turno.
Oggi si torna a parlare di foto e condivisione in seguito alla diffusione di una nuova moda che sta spopolando in Inghilterra: il crowdbirthing.
Si tratta semplicemente di aprire le porte della sala parto ad amici e parenti, in media fino ad 8 oltre a tutto il personale medico e infermieristico. Il fenomeno è venuto a galla grazie ad un sondaggio condotto dal sito web Channel Mum che ha raccolto le risposte di oltre 2.000 mamme.
Come sono lontani i tempi in cui riuscire a convincere il papà ad assistere al parto era una medaglia da appendere al collo!
Adesso non c'è parto senza party!
In Italia il fenomeno non è ancora arrivato e dubito che riuscirà mai a farlo, considerati i regolamenti ospedalieri molto rigidi al riguardo. Per il momento ci si limita a pubblicare la classica foto della mamma un po' sudaticcia, stanca ed estenuata con a fianco il piccolino in fasce.
Forse risulterò bacchettona e controcorrente, ma mi chiedo: dov'è finita l'intimità della nascita del proprio bambino?
Perché è così importante mostrare, condividere, ostentare e rendere plateale un'emozione così intensa come quella di incrociare per la prima volta gli occhi del proprio figlio?
Senza un selfie post-parto forse la nascita avrebbe meno valore? Siamo ancora capaci di gioire nel privato o abbiamo bisogno di un pubblico che ci gratifichi per quello che stiamo facendo giorno dopo giorno?