Cannabis e schizofrenia
Alcuni consumatori di cannabis scrivono a questo sito riportando vari sintomi psicologici e psichiatrici, e si meravigliano nel sentirsi rispondere che possano essere legati al consumo di questa droga. Forse la conoscenza di alcune recenti ricerche sui danni psichici derivanti dalla cannabis potrà essere utile per chiarire meglio che tutte le droghe sono potenzialmente dannose e hanno effetti sulla psiche e sul cervello.
La cannabis precocizza la psicosi
Uno studio australiano condotto su 20.000 soggetti affetti da psicosi ha dimostrato che chi di loro fumava abitualmente cannabis ha ricevuto la diagnosi di schizofrenia mediamente 3 anni prima degli altri e si è ammalato quindi di un disturbo psicotico con un certo anticipo rispetto al resto della popolazione in cura psichiatrica.
Il ruolo del consumo di cannabis nell’anticipare l’esordio della schizofrenia è dunque confermato dopo essere già stato esaminato da molti altri studi, ma secondo i ricercatori non è chiaro attraverso quale meccanismo si verifichi questo effetto.
La Società Italiana di Psichiatria aveva già evidenziato come un solo spinello alla settimana (50 spinelli all’anno) aumenti di molto il rischio di ammalarsi malattie mentali, e che fra i consumatori di cannabis la presenza di sintomi psicotici è 10 volte superiore al resto della popolazione, che non ne fa uso.
Quali sono i danni alla psiche legati al solo uso di cannabis?
In letteratura sono riportati danni a memoria e attenzione, attacchi di panico, disforia, delirio a contenuto persecutorio e paranoia.
La reazione individuale alla sostanza può però essere determinante nel favorire l’insorgenza di altri disturbi psichici e soprattutto nel slatentizzare disturbi che altrimenti si sarebbero presentati anni dopo o non sarebbero mai emersi (psicosi tossica).
E altri possibili danni alla salute?
Tralasciando tutti gli altri effetti nocivi, sfatando il mito secondo cui una canna farebbe meno male di una sigaretta uno studio spagnolo ha dimostrato che il fumo di cannabis altera il DNA e favorisce l’insorgenza del cancro ai polmoni: uno spinello contiene infatti il 50% in più di sostanze cancerogene rispetto ad una sigaretta.
Dalla marijuana OGM al Ser.T., un passo sempre più breve
I dati appena pubblicati dal Servizio Dipendenze dell’Asl di Milano lo dicono chiaramente: i consumatori di cannabis in cura presso i Servizi per le Tossicodipendenze sono raddoppiati in 3 anni rispetto ai consumatori di altre droghe, passando dal 4,8% al 10,3%.
Da cosa può dipendere tutto ciò?
Oltre gli effetti caratteristici del principio attivo in sè, non si può ignorare che negli ultimi anni l’analisi della cannabis sequestrata ha evidenziato un deciso aumento del contenuto di THC (il principio attivo di questa droga) rispetto agli anni precedenti.
In pratica, uno spinello di oggi è molto più potente di uno di 10 o 20 anni fa, e non si può dire che “una canna è sempre una canna”: se negli anni Settanta uno spinello conteneva il 3-5% di THC, negli anni Novanta ne conteneva il 10% e negli ultimi anni la percentuale è salta al 25%.
Una canna di oggi equivale quindi mediamente a 5-8 canne di 30 anni fa.
Questo è possibile anche perché i coltivatori utilizzano piante di marijuana OGM, con caratteristiche diverse rispetto alle varietà piantate decenni or sono, che permettono di sviluppare concentrazioni maggiori di THC e sono più facilmente gestibili.
Per essere dannoso il consumo di cannabis deve sicuramente coniugare quantità e qualità della cannabis, durata nel tempo dell'assunzione e vulnerabilità del consumatore.
Fra questi fattori però solo la durata del consumo è controllabile (sempre che non si instauri una dipendenza), mentre i diretti interessati non hanno la minima idea di quanto THC stiano assumendo nè di quale sia la propria vulnerabilità all'insorgenza di schizofrenia o altri disturbi mentali.
Le ricerche che ho citato offrono informazioni e spunti che ognuno utilizzerà come crede, ma penso che per una scelta consapevole sia necessario conoscere gli effetti di una droga che spesso viene definita "leggera" per ignoranza dei suoi reali effetti o per ideologia, o ancora perchè chi ne parla così fa riferimento agli spinelli dei suoi tempi, quelli da 5 a 8 volte meno potenti degli attuali.
Non ultimi fra loro alcuni genitori di ragazzi delle scuole medie, che durante una serata sulle droghe ho sentito commentare: "da giovani l'abbiamo fatto tutti!"