Discoteca, bullismo, droga e sesso a 12 anni
E’ un fenomeno sommerso, sconvolgente, ma che si sta diffondendo sempre di più tra i ragazzini/e di 12-13 anni: un gioco pericoloso, che fa sentire “grandi”, importanti, che ti fa sentire “qualcuno”.
Si tratta di ragazzine che frequentano le discoteche pomeridiane e che si apprestano a fare le CUBISTE, ammirate e apprezzate da tutti i ragazzini della loro età, o poco più grandi. Escono di casa dicendo ai genitori che vanno a fare un giro in centro, con le amiche, e poi si recano in discoteca, togliendosi gli abiti di tutti i giorni, e indossando pantaloncini corti, calze autoreggenti e top o reggiseni con lustrini appariscenti. I gestori dei locali hanno 17-18 anni e, in cambio di prestazioni sessuali, propongono alle ragazzine, questo “lavoro”, che le fa guadagnare, come gli adulti. E’ molto allettante la proposta: possono così comprarsi i vestiti, le borse e le scarpe firmate, non quelle prese al mercato, che usano le amiche “sfigate”!
In discoteca ballano avvinghiate al palo, sotto gli occhi di tutti, che riprendono con il telefonino, per pubblicare i video e le foto sui social network o su youtube. Le immagini fanno il giro degli amici e non solo, finiscono in rete, dove vi sono anche uomini adulti, pedofili, che cercano minorenni da adescare, approfittando della loro ingenuità e leggerezza nell’esporsi ad un mondo immenso, incontrollabile e pericoloso. Inoltre, il cyberbullismo, l'attacco continuo tramite la rete e il timore di essere deriso dai compagni, è molto diffuso tra gli adolescenti.
Le stesse ragazzine praticano il SEXTING, lo scambio di messaggi, foto e video in pose sexy e provocanti con altri adolescenti, per farsi fare i complimenti, sentirsi “belle”, apprezzate, parlando di sesso, magari toccandosi attraverso una video-chat, vivendo una sessualità virtuale, deformata che viene messa in pratica precocemente, senza desiderarlo veramente, senza innamoramento.
Quello che sconvolge maggiormente è appunto la SESSUALIZZAZIONE: vivono il sesso fin dagli 11-12 anni come un gioco, totalmente avulso dai sentimenti. Lo vivono in maniera molto disinibita, con la leggerezza con cui fino a ieri manipolavano i giocattoli, usando il proprio corpo, come se non appartenesse a sé. Molte ragazzine hanno rapporti promiscui, non protetti, rischiano una gravidanza indesiderata, che quando avviene è vista come un impedimento per il divertimento futuro, “non posso rovinarmi la vita per un moccioso!”…
L’aborto viene eseguito con leggerezza, di nascosto dai genitori, accompagnate da un’amica e il giorno dopo tutto torna come prima, pronte per un’altra storia, un’altra avventura.
In molti casi, i ragazzini che frequentano le discoteche fumano, bevono alcolici e fanno uso di sostanze stupefacenti, e non è raro che all’uscita dalla disco, intontiti dalla musica e dalla droga, finiscano fuori strada o contro un palo con il motorino. Quando accadono tragedie come queste, si fermano, anche se soltanto per un attimo, a pensare all’amico o conoscente che non c’è più…
Questi ragazzini sono tutti iscritti ai forum, dove utilizzano un linguaggio spinto, volgare, che fa trasparire tutta la rabbia, l’aggressività e il desiderio di sentirsi importanti, insultando insegnanti, genitori e adulti in genere, che non capiscono le loro esigenze, che non comprendono la loro voglia di diventare grandi, ma in fretta, bruciando tutte le tappe, mettendo da parte bambole e giocattoli, non impegnandosi a scuola, perché “studiare non serve, se sei furbo e intelligente, fai i soldi anche senza un titolo di studio…”
I genitori sono figure distratte, assenti: le madri troppo impegnate con la casa, il lavoro e la carriera, sfuggenti, non attente alle richieste di attenzione dei propri figli, e i padri spesso assenti, lontani, molte volte anche fisicamente, perché assorbiti dal lavoro che li porta in un’altra città; i continui conflitti coniugali, inoltre, fanno diventare i figli molto delusi e arrabbiati.
In conclusione, ritengo sia fondamentale il ruolo e la presenza reale, attiva dei genitori, per capire quello che il proprio figlio/a sta vivendo, le emozioni negative, la paura, il disagio, il malessere che sta trasmettendo: in fondo, sono soltanto bambini, che stanno lanciando un grido d’aiuto…