Perfezione vs Felicità
La perfezione non esiste, la felicità sì
Fare le cose con cura, meticolosità e precisione è certamente qualcosa di positivo, che ci permette di svolgere un compito nel migliore dei modi e, con impegno, di raggiungere alti standard, ovunque lo desideriamo.
Ma, quando termini come “migliore” o “alto” si riferiscono a qualcosa che supera di gran lunga ciò che è realistico aspettarsi, ci si ritrova a inseguire vette impossibili che non potranno essere mai raggiunte.
Nonostante si ottengano risultati eccellenti, diventa, quindi, impossibile riconoscerseli perché la perfezione attesa non è stata raggiunta e mai lo sarà.
Allora, si vive in continua apprensione per tutto quello che si deve fare per non cadere nell'errore, che non viene visto come un'opportunità per migliorarsi ma solo come una "catastrofe", che definisce non solo la non riuscita del compito ma anche un vero e proprio fallimento come essere umano.
Questa inflessibilità e rigidità, compromettono la vita di tutti i giorni, causando stress, ansia, depressione e possono essere ritrovate in altri disturbi; come in quello ossessivo-compulsivo e nei disturbi del comportamento alimentare, dove l’angoscia dell’errore e del perfezionismo sono fortemente presenti.
Dunque, da dove iniziare per migliorare la situazione?
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Scegliete. Probabilmente vi ritrovate spesso a fare più cose insieme, come se ognuna fosse vitale per raggiungere la perfezione. Fermatevi e pensate singolarmente a tutto ciò che state facendo; scommetto che troverete solo un compito davvero importante ai fini dell’obiettivo. Bene, concentratevi solo su quello.
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Allontanatevi. Quando l’ossessione vi divora e non riuscite a smettere di lavorare su qualcosa, o peggio, su più cose insieme, andate a fare una passeggiata, anche di pochi minuti. Dovete distrarre la mente e quando tornerete a fare ciò che stavate facendo, potreste scoprire la ciliegina che vi mancava o rendervi conto che non serve nient'altro.
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Rallentate. Il vostro corpo non è una macchina. Dovete dormire, mangiare e rilassarvi. Se non avete il tempo per fare queste cose, allora non avete fatto bene i conti. E’ ora di rivedere i vostri obiettivi e renderli più sensati.
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Rimandate! Se ogni tanto spostate un impegno, non fate nulla di male. Potreste utilizzare quel tempo per fare qualcosa per voi, che vi ricarichi di entusiasmo e positività. Non pensate che lavorereste meglio con il buon umore?
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Delegate! Fidatevi degli altri e lasciate andare qualcosa. Se non vi sentite tranquilli nel farlo, cercate di insegnare a chi vi circonda, il modo in cui voi fate le cose. In questo modo potrete distribuire i compiti con meno resistenza.
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Premiatevi quando avete successo e anche quando fallite. Non solo meritate una ricompensa quando fate qualcosa di buono ma anche un premio di consolazione quando qualcosa va storto. Probabilmente non siete abituati così, ed è proprio per questo che dovreste impegnarvi soprattutto su questo punto.
Ricordate che lo scopo non è escludere la ricerca della perfezione dalla vostra vita, ma mirare ad un perfezionismo positivo, che vi sproni a impegnarvi, che porti soddisfazione e che vi aiuti a imparare dagli errori, senza temerli.
E voi, pensate di rendervi la vita più difficile di quello che dovrebbe? Come state abbattendo il vostro perfezionismo nocivo?
Scritto da Barbara Persichetti Auteri - Psicologa di Roma