Eiaculazione precoce: la terapia combinata funziona, da 64 secondi a 600!
Un sesto degli italiani soffre di eiaculazione precoce!
Lo afferma uno studio appena presentato al congresso europeo di Madrid dagli esperti della Società italiana di urologia, anticipando i dati raccolti in uno studio in via di pubblicazione condotto dall’équipe di Paolo Verze, ricercatore dell’Università Federico II di Napoli.
“Dallo studio appena terminato emerge che l’eiaculazione precoce è il disturbo sessuale più comune tra gli uomini italiani. Ne soffre circa il 17% del totale, ovvero quasi cinque milioni di persone. Al secondo posto ci sono le disfunzioni erettili, di cui soffre il 13% dei maschi".
Nella maggior parte dei casi si tratta di eiaculazione precoce di tipo primario, cioè che si manifesta già durante l’adolescenza - agli esordi della vita sessuale - in occasione delle prime sperimentazioni sessuali, una patologia cronica chiamata "life long", invalidante e decisamente sgradevole da gestire.
L'e.p. è una disfunzione sessuale silente, vissuta con senso di inadeguatezza e di vergogna ed è capace di danneggiare autostima, psiche ed ovviamente coppia.
Ancora uno studio
Sempre in occasione del congresso di Madrid è stato presentato un altro studio italiano, realizzato da un’équipe di ricercatori dell’Università di Palermo, coordinata da Carlo Pavone.
I ricercatori hanno esaminato l’efficacia di un farmaco (dapoxetina, per la precisione) e psicoterapia per la cura dell’eiaculazione precoce su un campione di 150 pazienti.
Risultati
- I pazienti che utilizzano solo il solo farmaco, sono arrivati a far durare il rapporto sessuale da 79 secondi a 203 secondi (tempo trascorso tra inizio del rapporto ed eiaculazione)
- Con l'ausilio della psicoterapia, sono invece passati da 75 secondi a 323
- Il terzo gruppo che ha ricevuto una terapia combinata - combinazione tra farmacoterapia e lavoro su psiche, sessualità e coppia - infine, è passato da 74 secondi a 600.
Conclusioni
I risultati mostrano che la cura migliore per l’eiaculazione precoce sembra essere proprio una terapia combinata di farmaci e psicoterapia. Conclusioni che avallano la tesi secondo la quale è letteralmente impossibile disgiungere la psiche dal soma, soprattutto per quel che ri guarda la sfera della sessualità.
Un lavoro sul sintomo risulta orfano di un patrimonio sensoriale ed emozionale del singolo o della coppia.
Riflessioni cliniche
Cronometro a parte, l'e.p è una disfunzione sessuale complessa che necessita di clinici competenti e formati e soprattutto obbliga ad effettuare un lavoro in team sul paziente portatore del disagio sessuologico.
In ambito sessuologico infatti, e nella fattispecie nell’e.p., non si può trattare esclusivamente il sintomo (tramite ginnastica pelvica e terapia farmacologica), trascurando la cornice emozionale, ambientale e relazionale in cui si manifesta.
L'e.p è infatti una disfunzione sessuale, che necessita di un clinico, che possa e sappia farsi carico dell’aspetto diagnostico, terapeutico e del carico emozionale che questa disfunzione porta con sè.
Una “diagnosi non completa” ed una terapia che non affronti le cause nella loro globalità - psiche, soma, coppia -possono costituire un fattore di "mantenimento del disturbo" nel tempo, anziché la risoluzione della disfunzione.
Restituire al paziente ed alla coppia serenità e salute sessuale è possibile e fattibile.
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