Hai il coraggio di essere te stesso?

La verità ti renderà libero.. e felice!

Nelle relazioni di tutti i giorni, siamo costantemente messi a confronto con la necessità, di far incontrare i nostri bisogni e desideri con quelli degli altri.

Quando questo non riesce come dovrebbe, può significare che:

 

  • Qualcuno si è imposto sugli altri, in maniera aggressiva, finché ha ottenuto ciò che voleva

  • Qualcuno per essere “carino” e non creare problemi, non ha ottenuto ciò che voleva

 

A tutti può essere capitato nel corso della vita, o succede tutt’ora, di non sentirsi davvero in contatto con le persone che fanno parte della propria quotidianità.

Calpestare gli altri, essere egocentrici, ostili e arroganti, non aiuterà, ma neanche essere deboli, passivi e accondiscendenti.

 

Allora fermatevi e chiedetevi, qual è il vostro caso?

Siete una persona che dice sempre ciò che vuole, quando lo vuole e come lo vuole, provocando sottomissione negli altri e, in definitiva, sentendoli un po’ distanti?

Oppure siete qualcuno che non riesce a dire ciò che vuole, vivendo i rapporti con ansia e paura?

Qualunque sia il vostro caso, quello che vi serve è un po’ di assertività! 

L’assertività è la capacità di alzarsi in piedi e parlare per sé…ma con gli altri e per gli altri.

E’ l’abilità di capire cosa vogliamo, esprimerlo, ma allo stesso tempo saper ascoltare anche ciò che gli altri vogliono.

La vita è un compromesso; non possiamo vivere solo per gli altri ma neanche solo per noi stessi.

L’assertività diventa, quindi, un antidoto alla paura, alla timidezza, alla passività e alla rabbia ed è qualcosa che possiamo sempre migliorare.

 

Ma come?

 

Vi sentite aggressivi?

  • Chiedete agli altri cosa stanno pensando e provando e se a volte, qualcosa che avete fatto o detto ha creato dispiacere. Cercate di immaginarvi nei panni dell’altro, cosa ne pensate?

  • Ricordatevi che ognuno fa esperienza del mondo a suo modo e la vostra prospettiva non è né più né meno importante di quella degli altri. 

  • Smettete di dettare legge. Provate a capire cosa desidera la persona di fronte a voi e coinvolgetela nella ricerca di soluzioni.

  • Cercate di non interrompere gli altri. All’inizio sarà difficile ma poi imparerete a parlare di meno e ad ascoltare di più.

  • La perfezione non esiste. Ammettete i vostri errori o i vostri cambiamenti di opinione; percepirete subito un clima più rilassato e vi sentirete più compresi e vicini a chi vi circonda.

  • Parlare di voi è importante, tuttavia fate attenzione a non monopolizzare la conversazione. Se dovete proprio farlo, osservate i vostri spettatori: Vi sembrano partecipanti attivi e interessati?

 

Vi sentite passivi?

  • Fate richieste, date un tono alla vostra voce; quando sentite che quello che accade non vi corrisponde, dovete solo dirlo. E’ questo che fanno le persone alle quali guardate con ammirazione e che vorreste imitare. Iniziate da qui!

  • Quando vi rimane “l’amaro in bocca” chiedetevi cosa fare di diverso la prossima volta. Se lo stare con gli altri è vissuto con ansia, l’incomprensione ne è spesso causa. Siate più chiari e diretti!

  • Sappiate dire di NO! Se non potete (o volete) fare qualcosa che vi viene chiesto, non dovreste sentirvi in colpa, tantomeno giustificarvi. Dite la verità e questo sarà più apprezzato che qualsiasi “si” (falso) che potrete mai pronunciare.

  • Mostrate le vostre emozioni, positive o negative che siano. Ancora: sincerità.

  • Chiedete il perché delle cose e non per sfidare le decisioni prese, ma per assumervi la responsabilità di ciò che vi circonda.

  • Ricordatevi che l’unico che può invalidare ciò che pensate, siete voi stessi. Perciò avanti, iniziate a lavorare sulla vostra autostima.

 

Tenete a mente che l'importante non è realizzare ogni nostro desiderio ma migliorare la nostra vita insieme a chi ci circonda, con un continuo e costante impegno.

E voi? State già lavorando sulla vostra assertività?

 

Scritto da Barbara Persichetti Auteri - Psicologa di Roma

Blog AttualMente Psicologia

Data pubblicazione: 15 marzo 2015

2 commenti

#1
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Ex utente

L'assertività sembra qualcosa di molto utile e semplice a livello teorico, ma la realtà èpiù complessa. Chi decide che un comportamento è passivo e un altro è aggressivo? E' molto soggettivo. Dipende da come si vivono le situazioni. E poi è chiaro che il comportamento assertivo di una persona, può esserlo dal lato di chi lo mette in atto ma può sembrare aggressivo per chi lo riceve. Faccio un esempio: il mio capo mi chiede di rimanere oltre l'orario di la in ufficio perchè c'è un'emergenza di lavoro, però ho un appuntamento già preso e non posso esaudire le richieste del mio superiore. Allo stesso tempo capisco che il mio capo è in difficoltà e se me ne vado lo lascio un po' nei guai. A questo punto posso essere assertivo e gli dico che il mio orario di lavoro è finito e che ho un appuntamento. E me ne vado. Il mio comportamento è stato assertivo o aggressivo? Da un punto di vista tecnico sembrerebbe un comportamento assertivo, ma di fatto il mio capo lo giudicherà aggressivo perchè me ne vado in un momento di bisogno ed emergenza. Questo per dire che spesso i cosiddetti comportamenti assertivi sono spesso comportamenti poco empatici e compassionevoli. Empatia e compassione sono però caratteristiche importanti per mantenere buone relazioni. L'assertività invece pare creare una sorta di asetticità dei rapporti, dove ognuno cerca di far prevalere i propri interessi (spesso con tecniche di persuasione, alla fine aggressive).

#2

Caro utente 30412, l'empatia e la compassione sono caratteristiche assolutamente centrali nelle relazioni ma non solo. La compassione, ad esempio, è qualcosa che va rivolta anche a se stessi, con lo scopo di riconoscere i nostri limiti e le nostre necessità.
L'assertività è lo strumento che permette di applicare ciò e con essa, si afferma il principio "io valgo quanto vali tu".
E questo è qualcosa di fondamentale per vivere bene nella propria pelle e con le altre persone.

Un comportamento aggressivo, non tiene conto dell'altro.
Un comportamento passivo, non tiene conto di sé.

La risposta è nel mezzo, con l'assertività che, tutt'altro che asettica, pone un confine e denota amor proprio e rispetto per l'altro.

Per richiamare il suo esempio, spiegare al proprio capo che, nonostante si comprenda il momento delicato, non è possibile restare a causa di impegni inderogabili, è qualcosa che comunica empatia ma integrità nel rispetto di qualcosa che dobbiamo fare, nonostante l'imprevisto in corso.

Se siamo persone disponibili, quando possibile e lavoriamo con uno spirito di collaborazione e stima, sicuramente i nostri sforzi verranno riconosciuti, nonostante l'episodio dell'esempio.

Questo articolo è stato scritto con lo scopo di fornire degli spunti di riflessione e soprattutto, comunicare che la crescita personale è un lavoro continuo, fatto di piccoli passi.

Spero di aver risposto ai suoi dubbi al riguardo,

Dottoressa Persichetti

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