Web, allarme "disconnessi": nuovi analfabeti tra povertà economica e educativa
A pochi giorni dal Safer Internet Day 2015, Save the Children - l'Organizzazione che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti - come ogni anno, monitora il rapporto tra minori e nuove tecnologie.
La ricerca affronta moltissimi aspetti e consigliamo la lettura integrale del report.
Qui affrontiamo un aspetto specifico: la linea di demarcazione che corre attraverso la generazione dei nativi 2.0 e che divide nettamente i “sempre connessi” dai “disconnessi”, quel mezzo milione di ragazzi e ragazze italiani che non possono usufruire di tale opportunità.
Qualche dato sui "connessi"
Secondo la ricerca IPSOS per Save the Children,
- il 39% dei minori si è iscritto a Facebook a 12 anni,
- il 32% ha dichiarato di averne 18.
- Uno su due conosce le regole sulla privacy (51%), ma non se ne preoccupa (57%);
-
uno su quattro (24%) invia messaggi, video o foto con riferimenti sessuali a gruppi dove non conosce tutti i partecipanti,
-
uno su tre (33%) si dà appuntamento con qualcuno conosciuto solo attraverso questi gruppi.
I "disconnessi", nuovi analfabeti
Da un lato gli “on-line”,
dall’altra i “disconnessi”;
due facce della stessa medaglia che racconta la generazione dei “nativi digitali”.
- Sono quasi mezzo milione (ben 452.000) gli adolescenti che non hanno mai usato Internet, cioè l’11,5% dei ragazzi che vivono in Italia tra gli 11 e i 17 anni,
- la percentuale più elevata è nel Sud e nelle Isole (17,4%, 270.000 persone).
- La presenza di adolescenti disconnessi è maggiore nelle famiglie che dichiarano di vivere in condizioni economiche “assolutamente insufficienti” (22,7%) o con “risorse scarse” (14,2%),
- mentre è estremamente ridotta in quelle che dichiarano di vivere in condizioni economiche “ottime o adeguate” (6,5%).
Disconnessi da Internet, ma anche - dato ulteriormente preoccupante - da altre opportunità educative e culturali, che li allontanano ancora di più dai loro coetanei. Tra i “disconnessi” infatti, secondo un’elaborazione dei dati ISTAT specifici per i minori tra 11 e 17 anni, sono tantissimi quelli che non hanno accesso nemmeno ad altre opportunità educative e culturali.
Tra coloro che non hanno mai usato Internet:
- 269.000 sono i ragazzi che non hanno letto nemmeno un libro nell’ultimo anno e
- 187.000 di loro non sono neppure mai andati al cinema nello stesso periodo.
Tutto ciò porta a riflettere sulla distanza che si crea, e che andrà aumentando, tra chi ha accesso al WEB e chi no, dando origine a persone ed opportunità di serie A e di serie B.
Internet come risorsa
“I nuovi media rappresentano una grande opportunità per i nostri ragazzi, per la loro crescita personale e formativa. L’accesso a queste tecnologie è un diritto che dovrebbe essere garantito a tutti i ragazzi, così come un’adeguata formazione nell’utilizzo di questi strumenti e la sicurezza di potersi muovere in un ambiente digitale che non nasconda rischi o pericoli”, afferma Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.
“Il rischio è quello di trovarci di fronte a dei “nuovi analfabeti”, che non hanno la possibilità di utilizzare le nuove tecnologie o che non hanno le necessarie competenze per farlo.
È fondamentale garantire ai nostri adolescenti il diritto all’accesso, alla formazione e alla sicurezza di queste tecnologie e le istituzioni e la scuola in primis, le famiglie devono essere più consapevoli di questa responsabilità ”.
Cosa si sta facendo
Da sempre sottolineiamo che un uso consapevole delle nuove tecnologie da parte dei giovani è l’obiettivo primario, perchè permette di utilizzarle come risorse rendendo minimi i pericoli, dei quali c’è piena consapevolezza. Ma che fare contro la mancanza di opportunità?
Save the Children, al fine di contrastare la povertà educativa, cioè la mancanza di opportunità formative per tanti minori, ha lanciato la campagna di sensibilizzazione e intervento “Illuminiamo il futuro”, creando 11 Punti Luce in 8 regioni italiane (Sicilia, Calabria, Puglia, Campania, Lazio, Liguria, Piemonte, Lombardia).
Sono spazi ad alta densità educativa in zone prive di servizi, dove bambini e adolescenti possono studiare, giocare, avere accesso ad attività sportive, culturali e creative, tra cui laboratori per un uso appropriato di Internet e l'accompagnamento nell’utilizzo del computer per lo studio e i compiti.
Nei casi di particolari condizioni accertate di povertà, viene predisposta una dote educativa individuale volta ad esempio l’acquisto di libri e materiale scolastico, l’iscrizione a un corso di musica, sportivo, di informatica, o la fornitura di un PC, la partecipazione ad un campo estivo o altre attività educative.
Anche il sito "Generazioni connesse", dedicato ai ragazzi, ai bambini, agli educatori, è di grande interesse e di notevole utilità.
Noi che ci occupiamo frequentemente delle dipendenze da Internet (ossia delle patologie), e che nonostante ciò lo riteniamo una risorsa incomparabile, riteniamo che le iniziative sopra descritte siano delle modalità molto interessanti di alfabetizzazione digitale integrata con altre attività: di socializzazione, di formazione e di opportunità culturali rivolte a ragazze e ragazzi socialmente ed economicamente deprivati, che fruiscono di scarse risorse, che sono disconnessi da Internet ma - al contempo - anche da altre opportunità educative e culturali e ciò li distanzia sempre più dai loro coetanei.
Se Internet viene celebrato come la massima forma di democrazia, che si ritiene renda tutti uguali perchè mette a disposizione uguali opportunità di sapere, questa ricerca ci fa ricredere, anzi preoccupare.
Fonte:
Save the Children Italia, Ricerca effettuata da IPSOS per Save the Children