Genitori-nonni: guerra o pace?

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo

La Corte Europea ha recentemente stabilito che il diritto dei nonni a frequentare i nipoti equivale a quello dei genitori; ma il caso in esame e l’esperienza ci mettono di fronte a forme hard e soft di "boicottaggio della frequentazione dei nipoti" tra genitori e nonni; tutti assistiamo a qualche forma di guerra fredda che si nutre di scambi di cattiverie, di dispetti, di rivalità, di svalutazione dell’altro; fino alla negazione di frequentare i nipoti.

Come può succedere ciò tra persone adulte, tanto vicine affettivamente?

 

Il peso della storia famigliare

I conflitti di oggi evocano il permanere, o il risorgere degli antichi conflitti di una volta, tra i genitori e i figli, ora ognuno con trent’anni di più, e dunque diventati nonni e genitori.

Si consideri che fra genitori e figli adulti è inevitabile che ci siano grandi o piccole differenze; ogni generazione percorre una propria strada, ogni generazione riceve degli input dal contesto sociale e storico in cui cresce, e quindi inevitabilmente si sviluppa in modo diverso da quella precedente.

Ciò non significa necessariamente “guerra fra le generazioni”, talvolta semplicemente implica collaborazione tra le generazioni per quello che ognuna riesce a dare.

 

Se però il genitore ha ancora dei sospesi con la propria famiglia di origine perché non ha risolto problemi di attaccamento e di distanziamento dai genitori, oppure perché li ha elaborati male, tutto ri-emerge nel reale e nel simbolico quando a sua volta diventa padre/madre; e soprattutto quando i suoi figli hanno relazioni affettivamente ricche con i loro nonni.

Ma queste problematiche possono esserci anche dalla perte dei nonni...!

 

L’oggi

Altre volte le relazioni tra nonni e genitori sono difficili perché la generazione più anziana tende a proseguire senza limiti di tempo nel proprio ruolo di genitore, esercitandolo allo stesso modo  con il figlio ormai adulto e con il nipote come avveniva nella famiglia di “una volta”.

Possono giungere a mettere in discussione e in dubbio il modo che il proprio figlio ha di fare il padre, frutto dell'elaborazione personale e della giovane coppia.

Non si rendono conto i nonni che, così facendo, sminuiscono l'autorità del genitore, ne mettono in dubbio la funzione di guida nei confronti del figlio, mantengono strettamente il cordone ombelicale, creano dissidi tra coniugi.

 

Ancor più drammatico è il “confronto tra donne” che si crea tra la neo-mamma e la nonna, soprattutto quando suocera e nuora.

La giovane mamma, che spesso fino a quel momento ha esercitato un lavoro fuori casa, desidera misurarsi con questa nuova e intensa esperienza. La nonna, proprio considerandola di poca esperienza, si propone senza essere invitata, dà consigli non richiesti, porta il minestrone “che piace tanto a mio figlio”. E, specie se suocera, dà origine a risentimenti ingombranti, che si approfondiscono se e quando la coppia, alla ripresa lavorativa della mamma, affida il figlio alla medesima.

Altra difficile situazione si riscontra con la separazione della coppia genitoriale: succede che uno dei due genitori ponga come condizione che il proprio figlio ("proprio" come "proprietà"...) non frequenti i genitori dell'altro.

 

Nonni contro

A dire il vero, ci sono anche nonni/nonne che hanno dimenticato da molto tempo di essere stati giovani; che non tollerano l’irrequietezza infantile e che rimproverano ai nipoti ogni minimo errore.

Altri che vivono male la libertà e l'intimità delle coppie d’oggi; l’invidia, il risentimento verso la vita, li porta ad essere pieni di acrimonia, acidi verso i figli e le nuore.

Ci sono nonni che hanno scordato di essere stati genitori e di tutte le difficoltà che si incontrano nell'educare un figlio; e che dunque non perdono occasione di sottolineare gli errori dei propri figli, ora divenuti genitori, anche di fronte ai nipoti.

 

Considerazioni

Un'eccessiva severità è dannosa per le relazioni quanto un’eccessiva debolezza.

Svalutare i genitori da parte di altri adulti - i nonni in questo caso - anche quando essi commettono seri errori nell'educazione, se fatta davanti ai figli sminuisce e compromette seriamente la loro autorevolezza, danneggiando quindi in realtà i piccoli che da loro sono educati. In tale modo questi “vecchi adulti” rappresentano solo un esempio negativo, portando i nipoti a intuire che neanche tra nonni e genitori c'è tolleranza e rendendoli abili nello sfruttare in modo opportunistico le discrepanze tra gli adulti.

 

Creare dissidi nella coppia neo-genitoriale mettendo il proprio figlio contro sua moglie - la nuora - è uno dei maggiori disastri che i nonni possono compiere, danneggiando contemporaneamente la coppia e la genitorialità.

Talvolta è per questi motivi che la coppia “si difende” dalla frequentazione dei nonni: per legittima difesa.

Ma occorre cercare strade differenti, che difendano pure il diritto dei nonni.

Esse possono essere: far pace interiormente con i propri genitori, consolidare la coppia considerandola ormai “la propria famiglia”, coltivare le competenze e la fiducia nelle proprie capacità genitoriali, affidare il proprio figlio ai genitori/suoceri baby sitter nella piena consapevolezza che - di fronte al risparmio economico - ci sono altri prezzi da pagare.

 

Leggi la prima parte su: Nonni-nipoti: la legge li tutela. E la psicologia?

 

Fonte

 

 

Per approfondire

 

 

 

Data pubblicazione: 29 gennaio 2015

25 commenti

#1
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Dr. Antonio Vita

Ci sono dei limiti per i nonni. Saranno sempre i genitori a stabilire le linee guida dell'educazione dei figli. Qualche volta occorre dare suggerimenti ai nonni per limitare la loro sfera d'influenza.
Per ora questa breve nota, spero di poter ritornare presto sull'argomento, ma sono convalescente (ancora influenza!).

#4
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Utente 312XXX

Mi è piaciuto molto questo articolo. Ma noi nonni - maschi - possiamo avere qualche ruolo in questo stra-potere femminile delle mamme e delle nonne?
Noi fuori della nostra professione siamo un po' alieni; ci aiuta a trovare il nostro posto in questo mondo prevalentemente femminile?

#5

Ossrrvazione molto interessante.

Due sono gli aspetti.

Nei confronti dei/delle nipoti: la presenza del maschile, così carente oggi in ambito educativo, permette e rafforza l'identificazione nei nipoti maschi; nelle nipoti femmine facilita la conoscenza del maschile e l'interazione con esso.

Nel rappirto tra adulti: il nonno - generalmente - è meno emotivo, passionale, possessivo, nelle relazioni tra genitori e nonni. Può rappresentare dunque un polo di equilibrio sia nei confronti della moglie/nonna , sia verso la generazione giovane.

Riconosco ai nonni maschi una bussola di saggezza insostituibile.

#11
Foto profilo Dr. Paolo Diotallevi
Dr. Paolo Diotallevi

Articolo interessantissimo.
Non sono esperto in psicologia familiare, ma avendo cinque figli, ognuno con il suo carattere, ho sperimentato molte forme di relazione con i nonni ( materni e paterni).
In linea di massima, fermi restando gli errori umani, ho maturato la convinzione che i nonni rappresentano sempre una risorsa.
Particolarmente interessante secondo me e' la loro funzione di "ammortizzatore emotivo".

PS A quando un articolo relativo agli effetti del web sui repressi egodistonici?

#12
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti

Grazie!
Sì, ammortizzatore emotivo, se non sono più "così" preda di emozioni incontrollabili, bensì le collocano in un quadro di accadimenti in evoluzione.
Questo accade sopratutto agli uomini nonni, meno invischiati in piccole cose quotidiane.
D'altra parte tale importante funzione maschile "ri-equilibratrice della distanza" la si riconosce ormai anche in un'altra essensiale fase del ciclo di vita famigliare: quella post-parto.

Se non fosse per il PS, che interpreto come un appoggio, Ti avrei chiesto di rendere pubblico il Tuo importante commento...

#13
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Dr. Paolo Diotallevi

Articolo molto interessante.
Non sono esperto in psicologia familiare, ma avendo cinque figli, ognuno con il suo carattere, ho sperimentato molte forme di relazione con i nonni ( materni e paterni).
In linea di massima, fermi restando gli errori umani, ho maturato la convinzione che i nonni rappresentano sempre una risorsa.
Particolarmente interessante secondo me e' la loro funzione di "ammortizzatore emotivo".

#14
Foto profilo Specialista deceduto
Dr. Antonio Vita

Ok. Non ho usato il termine di ammortizzatore emotivo sul mio libro (nostro- è anche di mia moglie) perché non ci ho pensato, mentre l'ha fatto, giustamente, la collega Carla Maria. E' un'espressione che rende l'idea di una delle varie funzioni dei nonni. Per il prossimo, cercherò di farmi assistere da un editing di valore come la d.ssa Brunialti

#15
Foto profilo Specialista deceduto
Dr. Antonio Vita

@ Carla Maria :
Se vuoi puoi farlo. Non ho tempo di scrivere qualcosa sull'argomento e mi sono dimenticato di quello che avevo in mente allora. Ma è un commento striminzito.

#16
Foto profilo Dr.ssa Carla Maria Brunialti
Dr.ssa Carla Maria Brunialti

Al Dr. Paolo, al dott. Vita
grazie dei Vostri commenti. Saranno ceramente utili ai nosti lettori!

#17
Foto profilo Dr. Paolo Diotallevi
Dr. Paolo Diotallevi

@Vita
Faccio umilmente notare che il termine " ammortizzatore emotivo" l 'ho tirato fuori io, che sono un semplice Radiologo di borgata......(sorrisetto)
Mi fa piacerenche due Psicologi lo trovino interessante.

#18
Foto profilo Specialista deceduto
Dr. Antonio Vita

Infatti, leggendo con calma. Quindi i complimenti al dr. Paolo e a risentirci su Medicitalia.

#19
Foto profilo Dr.ssa Carla Maria Brunialti
Dr.ssa Carla Maria Brunialti

"Ammortizzatore emotivo", i radiologi vedono ... in trasparenza "il dentro"! :-)) . Ottima sintesi

#22

Grazie della richiesta.

Per gli zii e zie vale buona parte delle cose dette per i nonni; dell'importanza loro attribuita, dei pericoli (relazionali tra adulti) da cui anche loro devono guardarsi.
In più c'è un rapporto "tra pari" tra lo/la zio/a con uno dei due genitori (il proprio fratello o sorella), che permette un dibattito sull'educare più facile per certi versi che non quello asimmetrico e sbilanciato tra genitori e propri genitori (i nonni).
Gli zii hanno un'età più giovane dei nonni e dunque una minore "distanza", se non altro anagrafica, dai propri/e nipoti, che li rende destinatari di confidenza, di complicità.

#23

Mi sembrano interessanti questi dati.

"Demolire uno dei principali stereotipi legati alla terza età, che vorrebbe la persona anziana come un peso per la società tutta, è l'obiettivo di FederAnziani. La federazione mette in evidenza il contributo fondamentale dei senior nei confronti della società e dell'economia sottolineando alcune cifre significative:

- l'accudimento dei nipoti vale 24 miliardi di euro in quanto consente alle mamme di lavorare,
- il sostentamento alle famiglie dei propri figli consta di 5,4 miliardi di euro ogni anno, sottoforma di trasferimenti di denaro e acquisti di beni necessari a figli e nipoti,
- gli anziani più fragili danno lavoro a 3 milioni di assistenti familiari.
- Infine, vengono investiti ogni anno dagli anziani 6 miliardi di euro nel settore del turismo."

#24
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Dr.ssa Anna Potenza

In quanto nonna felice di quattro nipoti, non posso che approvare. In quanto psicologa, referente del network dell'Ordine Lazio per la mia cittadina, ho condiviso l'articolo sulla pagina FB Psicologi di Ciampino. Spero che farà riflettere alcuni giovani colleghi ancora non del tutto disponibili ad accettare l'aiuto, il confronto, la condivisione di affetti tra genitori e nonni... specie se si tratta dei suoceri.

#25

Grazie Anna,

del Tuo sentito commento!
I nonni sono proprio una vera ricchezza.
Nella mia storia personale di bambina e di adolescente hanno rappresentato dei fari importanti.
Nella mia storia di mamma è stato certamente più complesso, ma osservo quanto le mie figlie ne hanno goduto!

Che poi la "con-divisione di affetti" non rappresenta una sud-divisione, ma una moltiplicazione...

Ciao.





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