Ti preoccupi troppo?
Ti preoccupi troppo? Ti preoccupi per il futuro, per il partner, per i figli, per la tua salute? Devi sapere allora che preoccuparsi non è una cosa che si decide di fare ma che ha precise e profonde cause psicologiche.
L'enciclopedia Treccani online definisce in termini psicologici la preoccupazione come un "Pensiero che occupa la mente determinando uno stato di inquietudine, di apprensione, ansia, incertezza, timore e simili". Questo stato quando diventa eccessivo rende penoso il proprio sentire interiore, crea problemi nelle relazioni d'amore con il partner, con i figli e con le persone che si amano e mina fortermente anche l'ambito lavorativo.
I consigli dannosi
Abbiamo letto tutti, e internet e riviste sono piene di consigli del tipo: per smettere di preoccuparti devi capire che le preoccupazioni non hanno senso, che preoccuparsi è inutile, che bisogna smettere di prendersi troppo sul serio. Tutte motivazioni che piuttosto di aiutare a mio parere irritano (a me irritano), perchè è come dire: se ti preoccupi è colpa tua e se vuoi puoi trovare il modo di non preoccuparti. Cosa questa in generale assolutamente falsa che toglie ancor di più autostima alla persona afflitta dalle preoccupazioni invece di aiutarla.
Le cause
Cerchiamo allora di capire quali sono le cause più comuni del preoccuparsi troppo:
La causa dell'eccessivo preoccuparsi va trovata soprattutto e a partire dai vissuti nella propria famiglia di origine. E il denominatore comune è sempre l'ansia che scaturisce dalla paura dell'abbandono emotivo e/o fisico dei genitori e dalla paura della punizione.
Tensione in famiglia. Nelle famiglie con forti conflitti il figlio vive costantemente in allerta in attesa della "prossima tempesta". I cambiamenti di umore repentini che causano litigi fanno essere costantemente preoccupati di quando potrà innescarsi la prossima bufera emotiva. Questo perchè con essa arriveranno emozioni negative che sono dolorose e dalle quali quindi si cerca di essere preparati per proteggersi chiudendosi. Questo fa si che ci sia uno stato di costante allerta, attivazione e preoccupazione. Tale settaggio sbilanciato del sistema di allerta viene portato con sè anche in età adulta portando ad eccessive preoccupazioni.
Genitori abusanti emotivamente e/o fisicamente. L'ansia e le preoccupazioni dei genitori possono comportare degli abusi emotivi e/o fisici e far emergere rabbie represse che vengono sfogate nei figli. Ad esempio nel caso in cui il genitore che va in ansia eccessiva (anche questa dovuta alla sua ansia di abbandono) quando il figlio non rispetta l'orario di ritorno serale. Quando l'ansia diventa troppo forte e il genitore non la sa controllare, esso può arrivare a sfogare eccessivamente la rabbia sul figlio con abusi di tipo emotivo e anche fisico. Anche in questo caso il figlio si abitua a stare in allerta e a preoccuparsi di quando possa arrivare il prossimo abuso emotivo e/o fisico.
Genitori particolarmente ansiosi e preoccupati. Genitori che a loro volta hanno una forte ansia di abbandono e sono eccessivamente preoccupati per le questioni economiche, per la salute ecc. trasmetteranno in buona fede queste eccessive preoccupazioni ai figli. E questo stile ansioso verrà portato con sè in età adulta portando ad abituarsi a preoccuparsi eccessivamente.
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