Le menzogne del cuore: eros e ferite d'amore
"Non ci può essere profonda delusione dove non c'è un amore profondo"
M. L. King
Quante volte abbiamo sentito parlare di "pene d'amore" o di "mal d'amore", di quel dolore cupo e sordo che impedisce di vivere e di respirare.
Quella straziante esperienza d'abbandono e di morte che toglie sapore ai cibi e luce alle giornate.
Le nostre giornate di lavoro- di chi si occupa di affettività e di coppie- sono spesso abitate da tante storie di vita e di sofferenza, da pazienti ascoltati nel loro dolore- spesso reduci da destruenti abbandoni- da invalidanti scoperte di tradimento, da matrimoni che naufragano e da cuori spezzati.
Tanti consulti online vengono erogati: donne tradite, abbandonate, coppie devastate e devastanti ed infinite promesse infrante, così come i loro cuori.
L'amore con le sue dolci seduzioni, false verità ed atroci vendette, ci cammina a fianco sin da bambini e grazie a lui, nasciamo, cresciamo, ci nutriamo e-talvolta- ci avveleniamo.
Le precoci esperienze di accudimento, come sappiamo, nutrono l'anima e l'autostima e contribuiscono poi a trasformare quel bambino- bisognoso di cure e d'amore- in un adulto autonomo, sereno e capace di relazionarsi con il partner e con il mondo, senza quell'atavica ferita che spesso portano con sè i "non amati".
La ferita dei non amati, è un marchio- spesso indelebile- che condiziona le future scelte del cuore: questi pazienti- uomini o donne che siano- cercheranno poi nella loro coppia, l'Amore che non li ha nutriti, l'Amore che non li ha scaldati a sufficienza, l'Amore che non ha creduto in lui e che non lo ha accarezzato abbastanza, facilitando spesso "scelte inconsce, malsane ed idealizzate".
Ma l'Amore è irrazionalità, sogno, seduzione, fascinazione... altrimenti non sarebbe tale.
- Cosa fare quando l'Amore mente ed inganna?
- Come fiutare l'inganno e la dolce - quanto tossica - manipolazione?
- Come aiutare a lenire le sofferenze del futuro abbandono, quando trattasi d'inganno e non d' amore?
La miopia mentale che acceca e seduce, porta i nostri pazienti a fare scelte azzardate, impulsive, patti d'amore e salti nel vuoto senza paracadute.
Cosa fare in questi casi?
Le nostre nonne dicevano che il tempo, con i suoi balsami, rappresenta sempre la migliore medicina.
Voci di popolo suggeriscono la famosa- o meglio famigerata- strategia "chiodo scaccia chiodo".
Noi psicologi l'elaborazione del lutto.
Il "dopo" è un momento di estrema sofferenza e di solitudine, un momento- spesso più d'un breve lasso di tempo- caratterizzato da ricordi, sensazioni ed emozioni che scavalcano prepotentemente la censura cosciente ed arrecano un vero tumulto dell'anima.
Un profumo od un cibo, attivano la memoria olfattiva e la ricaduta è dietro l'angolo.
Una foto od un messaggio e la tentazione di rivivere le antiche emozioni, si fa strada nella coscienza.
Testa e cuore litigano e sono in perenne disaccordo: creando confusione, dolore e nervosismo.
Il dopo, è caratterizzato da un faticoso processo di ripresa in carico di parti psichiche, una sorta di "trasloco" dall'altro a se stessi, quelle parti nuove che sono nate e si sono sviluppate grazie alla relazione e grazie a quell'amore.
Ogni partner dopo non sarà mai più quello di prima ed anche un solo piccolo pezzetto di sè sarà frutto dell'altro.
In caso di pazienti benedetti o maledetti da un'anima tormentata e da una mente pensante, il processo sarà più lungo e tortuoso, sarà un processo capillare che obbligherà a pensare, a riflettere, a rivisitare mentalmente il passato e ad elaborare.
In caso di pazienti affetti dal mal d'amore, bisognosi di cure e di supporto, anche in questo caso non sarà un cammino facile.
Il "dopo" che caratterizza la fine di un amore, correla con un'infinità di variabili psichiche: la capacità di volersi ancora bene, i pregressi traumi infantili subiti, la capacità di elaborare la perdita, gli altri eventuali lutti subiti, il supporto familiare e la capacità di fruirne.
L'elaborazione del lutto viene caratterizzata grossolanamente da tre fasi:
- La prima caratterizzata dalla rabbia e dalla negazione: il/la paziente dice "perché proprio a me", è incredulo, nega a se stesso l'accaduto e cerca il colpevole fuori dalla coppia.
- La seconda, in ordine temporale, dalla capacità di sentire il dolore e di lasciare spazio alla sofferenza al fine di elaborarla con gli strumenti interni disponibili.
- La terza- e finalmente ultima- è caratterizzata dal lasciare andare il dolore al fine di lasciare spazio per una nuova nascita o rinascita.
Conclusioni
Nei casi più severi, quando l'elaborazione del lutto non avviene adeguatamente e quando il corpo- nonostante il trascorrere del tempo- continuerà ad esprimersi con un corteo sintomatologico come insonnia, gastrite, ipersonnia, disturbi alimentari, disturbi d'ansia e dell'umore, diventa indispensabile consultare gli specialisti: psichiatra e psicologo.
Anche dalle menzogne d'Amore si può guarire.