Scambio di embrioni: i figli sono dei genitori genetici o di chi li partorisce?

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

“Nessuno stato è così simile alla pazzia da un lato ed
al divino dall'altro, quanto l'essere incinta. 
La madre è raddoppiata, poi divisa a metà e mai più sarà intera.”
Erica Jong 

Un errore durante una PMA (procreazione medicalmente assistita) avvenuto presso l'ospedale Pertini di Roma, divide due coppie di genitori e l'Italia a metà, tra dolore e polemiche.

I primi genitori sono quelli "genetici"- dalla donna della coppia proviene l'ovulo - i secondi sono invece quelli di "gestazione" ossia la donna che porta in grembo il bambino.

Agosto di fuoco per le due coppie, la legge ha deciso: i gemellini, così tanto contesi, rimarranno con la mamma che li ha partoriti.

"La legge italiana dichiara che i bambini sono di chi li partorisce, ovvero della madre che li porta in grembo e del padre che li dichiara tali".

 

Questa atroce vicenda da vita (legge a parte) ad un dilemma etico e morale.

Una storia toccante, dove la scienza e la legge si sono alternate ed intersecate, senza ascoltare il dolore di questi genitori e soprattutto senza pensare alla futura identità dei bambini, che talvolta sembrano essere i grandi assenti di questa vicenda.

Da mamma e da clinico mi pongo infinite domande a cui non so rispondere:

  • Esiste una incongruenza tra la giurisprudenza e la psiche?
  • Siamo certi che la legge interpreti la soluzione migliore, soprattutto per i bambini che nasceranno?
  • I bambini, prima o poi, vorranno spiegazioni sulla loro nascita e cercheranno la verità; cosa verrà detto loro?
  • Con la fecondazione eterologa in Italia, il donatore di gameti, ha il diritto (dovere) di rimanere anonimo; in questo caso - che di anonimo non c'è più nessuno - come sarebbe stato utile comportarsi?
  • E' più importante avere lo stesso dna dei genitori o è bastevole il ruolo della madre che per nove mesi assicura amorevole nutrimento e calore al nascituro?
  • Nel caso della maternità surrogata - "utero in affitto"- la situazione è differente?
  • E' più importante la madre che contiene o chi fornisce il dna mediante gli ovociti? (nel caso dell' utero in affitto, la madre che contiene sembra non avere nessun valore, anzi fa soltanto da "tramite" dalla gestazione alla nascita...).
  • I nuovi genitori, quelli non genetici, come faranno a guardare i piccoli negli occhi e sapere che sono frutto di uno sbaglio e che i veri genitori sono altri?

 

Raccontare ai bambini le loro origini

Questa spinosa e dolorosa questione andrebbe analizzata, a mio avviso, da svariati punti di vista: legali, emozionali, da parte dei genitori biologici e da parte di quelli naturali e - non per ultimi - da parte dei bambini che cresceranno.
Sembra invece, dalle svariate testate giornalistiche, che si tenda a tutelare esclusivamente gli adulti e non i bambini.

Immagino che un giorno la madre biologica andrà a cercare suo figlio, andrà fuori dalla scuola, vorrà vedere se le somiglia, se invece somiglia al padre e così via... Immaginiamo il sentire dei bambini che sapranno - prima o poi - di essere figli di altri genitori o meglio, frutto di uno sbaglio, di un errore.

Molti studi sulla fecondazione assistita, hanno paragonato il concepimento mediante pma con il vissuto del bambino adottato: un mancato "legame genetico" tra genitore e figlio potrebbe essere un elemento che minaccia fortemente la relazione tra genitori e figli (Warnock, 1984).

Il segreto che - a tutt'oggi in Italia - ammanta la donazione dell'ovulo o dello sperma, potrebbe danneggiare le future relazioni familiari e far sì che i bambini concepiti con donazione di gamete si possano sentire "confusi" riguardo la loro identità (Snowden et al. 1983; Claman 1989; Snowden, 1990; Daniels and Taylor, 1993).

Un bambino, non è soltanto un trofeo narcisistico da avere a tutti i costi, ma è un essere umano che andrebbe tutelato ancora prima di nascere.

Noi genitori, nel momento in cui lo immaginiamo, lo desideriamo, dobbiamo essere certi che nascerà in un ambiente psichico, mentale ed emozionale adeguato per la sua futura crescita psico/fisica.

La nostra gratificazione da genitore, dovrebbe essere solo consequenziale il suo benessere.
Se il bambino nato con fecondazione assistita debba sapere o meno delle sue origini genetiche, rimane una delle questioni etiche più scottanti da analizzare.
In questo caso però, il vaso di Pandora è già stato scoperchiato e l' anonimato non può più essere garantito, inoltre ben quattro genitori vertono in uno stato di atroce sofferenza.

Credo, da mamma e da clinico, che ogni individuo abbia il diritto/dovere di conoscere le proprie "origini biologiche" per evitare future, adolescenziali, crisi identitarie.

I bambini non sono stupidi, hanno tutto il diritto di sapere la verità: quello che non comprendono oggi, lo comprenderanno con lo sguardo e la coscienza di domani.

Non è possibile mentire loro sulle loro origini, un genitore che ha affrontato svariate avversità per averlo, dovrebbe avere il coraggio di raccontargli come è venuto al mondo: frutto del loro amore e della loro tenacia e non solo del freddo della provetta.

Questi gemellini - ed immagino tanti altri ancora - credo che porteranno a vita un pesante fardello, quello di essere stati concepiti con un’identità spezzata e metà ed un bisogno di verità negata ad oltranza.

 

 

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/09/gemelli-contesi-ecco-la-sentenza-solo-loro-potranno-decidere-di-chi-sono-figli/1086910/

 

Data pubblicazione: 18 agosto 2014

15 commenti

#2
Foto profilo Dr. Ario Joghtapour
Dr. Ario Joghtapour

Cara Valeria, è una vicenda molto complessa, sempre mi sono chiesto come andrà a finire, apparentemente è risolto molto velocemente e in maniera semplice. Ogni decisione poteva essere atroce per l'altra coppia, ma naturalmente in questo momento il pensiero andrebbe ai genitori biologici. Un saluto

#3
Foto profilo Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Ciao Ario,
anche a me la "soluzione " è sembrata troppo rapida ...
Ho provato a mettermi nei panni di tutti ed il dolore è immenso.
Grazie per le tue note.
Valeria

#4
Foto profilo Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Aggiungo le note ricevute via email da parte di una mia amica Mirta Bayamonte sullo scottante argomento

LO SCAMBIO DEI GEMELLI A ROMA NELL'AMBITO DI TECNICHE DI P.M.A.

Da Embriologo Clinico in P.M.A. dico a chiare lettere :
1) i genitori biologici sono in assoluto i genitori dei due gemelli
2) la gravidanza portata avanti sino al parto da parte della madre ricevente "per errore" non determina l'appartenenza genitoriale. infatti negli stati in cui e' permessa la tecnica dell' "utero in affitto" , non e' neanche ipotizzata l'appartenenza genitoriale di chi presta il proprio utero per consentire lo sviluppo e la nascita di uno o più' embrioni
3) i genitori biologici non possono pagare il dazio per un errore gravissimo commesso da "addetti ai lavori nella P.M.A."
4) un dato e' invece importante : il trasferimento in utero di embrioni dopo tecniche di P.M.A. non garantisce in automatico l'impianto e quindi l'avvio della gravidanza . per essere più' precisi : non vi e' certezza massima che il trasferimento dei due embrioni nell'utero della madre biologica , e legittima ribadisco, avrebbe garantito l'impianto . potrebbe darsi che la ricevente "per errore" abbia avuto quella che noi chiamiamo in termini professionali " una recettivita' endometriale " più' forte rispetto a quella che avrebbe potuto avere la madre biologica , così' come no.
Quindi resta il pensiero che probabilmente la ricevente "per errore" ne abbia permesso la nascita , che poteva sia avvenire con la madre biologica come no. Su tali premesse , i gemelli andavano restituiti ai genitori biologici , cercando poi , come unica alternativa , di trovare una cooperazione tra le due coppie di genitori nella crescita dei bimbi con il dovuto supporto di psicologici esperti .

Parere della DR. MIRTA BAJAMONTE , specialista in P.M.A

#5
Foto profilo Dr. Ario Joghtapour
Dr. Ario Joghtapour

Vedi Valeria, la faccenda come ben sai non è così semplice come dice la tua amica:
..di trovare una cooperazione tra le due coppie di genitori nella crescita dei bimbi con il dovuto supporto di psicologici esperti .
Io mi occupo dell'infertilità, come fai a fare crescere due gemelli con 4 genitori?? a quanto ho letto dai giornali, i genitori biologico non hanno accettato un'incontro con altri genitori (questo prima della nascita), è una faccenda maledettamente complessa, scusa del termine.

#6

E' veramente una "maledetta faccenda", ma non si può non essere d'accordo con la collega Bajamonte.
Io credo che i genitori non-biologici stiano complicando le cose al fine di poter ricevere un congruo risarcimento ("A pensar male si fa peccato, ma alle volte ci si azzecca").
Com'è possibile infatti crescere dei bimbi che sanno non esser propri,

La cosa più saggia sarebbe che questi genitori, oltre a ricevere un risarcimento, si adoperassero per ottenere un' ulteriore impianto di altro embrione, se è effettivo e sincero la voglia di essere madre e padre.

#7

[correzione]:

Com'è possibile infatti crescere dei bimbi che si sa non essere i propri?

La cosa più saggia sarebbe che questi genitori, oltre a ricevere un risarcimento, si adoperassero per ottenere un' ulteriore impianto di altro embrione, se è effettiva e sincera la voglia di essere madre e padre.

#8
Foto profilo Dr. Ario Joghtapour
Dr. Ario Joghtapour

.........Io credo che i genitori non-biologici stiano complicando le cose al fine di poter ricevere un congruo risarcimento.

Io penso di no, poi tutto può essere, non sono cose comuni che capitano sempre, estremamente rari, portare dentro di sedei gemelli e poi sapere che non sono i tuoi, la cosa più ragionevole poteva essere di far incontrare le coppie.

#9
Foto profilo Dr. Ario Joghtapour
Dr. Ario Joghtapour

.........Io credo che i genitori non-biologici stiano complicando le cose al fine di poter ricevere un congruo risarcimento.

Io penso di no, poi tutto può essere, non sono cose comuni che capitano sempre, estremamente rari, portare dentro di sedei gemelli e poi sapere che non sono i tuoi, la cosa più ragionevole poteva essere di far incontrare le coppie.

#10

Ma dello scambio di embrioni non si è saputo subito? Quanto tempo è passato dall'impianto all'aver appreso dell' errore?

#11
Foto profilo Dr. Ario Joghtapour
Dr. Ario Joghtapour

Non voglio sbagliare ma mi sembra a metà aprile, cioè dopo 20-24 settimana di gestazione.

#12
Foto profilo Dr.ssa Chiara Lestuzzi
Dr.ssa Chiara Lestuzzi

Giovanni, non credo proprio che la mamma che ha partorito i gemelli voglia un risarcimento! Lei voleva avere dei figli e -da quello che ho capito- gli embrioni dei genitori non biologici sono stati impiantati in un altra donna (credo proprio la madre biologica di qyuleli che sono nati, cioè lo scambio è stato embrione della coppia A nella mamma bella coppia B e viceversa) e non ha attecchito, quindi la coppia che ha partorito non ha possibilità di tentare un nuovo impianto, a meno ceh la donna non si sottoponga di nuovo alle varie tecniche di stimolazione dell' ovulazione che sono di norma necessarie, e non prive di rischi.
Umanamente non sembra neanche giusto che una donna che ha portato a termine una gravidanza al posto di una che apparentemente era meno recettiva (e che forse, senza scambio di embrioni sarebbe rimasta lo stesso non fertile)venga privata della possibilità di essere madre!
Quanto al diritto del figlio di conoscere le sue origine genetiche, è sacrosanto, anche per motivi medici (se fosse a rischio di qualche malattia?).
Io mi sono chiesta però perché nessuno abbia preso in considerazione la soluzione salomonica (meno cruenta di quella dsella bibbia): che uno dei due gemelli venga ceduto (a questo puntyo in adozione) ai genitori biologici e che le due famiglie si tengano poi in contatto, in modo che i due fratelli possano conoscersi. Penso a due miei colleghi che hanno adottato due bambini sudamericani pochi anni fa: i fratelli adottabili erano 4, e sono stati dati due ai miei colleghi, due a una coppia che abita nel vicino Veneto. Le due coppie si tengono in contatto, e fanno anche parte delle vacanze insieme, per permettere ai fratelli di non perdersi. La soluzione dei gemelli che vivono con i genitori "sbagliati" mentre i genitori biologici li vanno a trovare a mo' di zii mi sembra invece altamente destabilizzante per tutti (genitori "defraudati" per primi).

#13

Si, Chiara è un grosso pasticcio, ma non possiamo fare il "processo alle intenzioni", nel senso che <forse, senza scambio di embrioni sarebbe rimasta lo stesso non fertile>. Chi può dirlo?

In Italia credo che non sia legalmente consentito "l'utero in affitto", ma in questo caso, soprattutto per la tutela di quei bambini, la decisione "salomonica" sarebbe potuta essere proprio questa, (considerale quell'utero in affitto) anche se, in carenza legislativa (e soprattutto con quelle attuali) la madre "ricevente" si può rifiutare, come in effetti si rifiuta, di cedere alla madre naturale quei bambini da lei partoriti,ma non concepiti.

La soluzione da te indicata mi sembra "salomonicamente" la migliore.

Il dramma è che nessuno si preoccupa della vita futura di questi bimbi.
Io penso che se la madre naturale, per il bene dei suoi figli, rinunciasse a loro, dimostrando così un grande senso di abnegazione e di amore per loro, per il loro futuro, forse il biblico Salomone, redivivo, risolverebbe questo problema come lo risolse a "suo tempo".

#14
Foto profilo Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

"Il dramma è che nessuno si preoccupa della vita futura di questi bimbi."

Grazie Giovanni e grazie Colleghi per le vostre riflessioni, il dramma è appunto questo: i bambini sembrano i grandi assenti di questa vicenda.
Il "legame genetico" dovrebbe conferire "identità" ; in questa questione c' è un notevole livello di confusivita.

Un caro saluto
Valeria

#15
Foto profilo Dr. Alessandro Raggi
Dr. Alessandro Raggi

Una vicenda veramente dolorosa sulla quale non oso esprimermi ma ho molto apprezzato le riflessioni e gli spunti offerti da questo post.

Dico solo una cosa, ma non nel merito della vicenda specifica, più sul contesto. Ancora una volta, infatti, di fronte al progredire della tecnica, si manifestano tutti i nostri limiti umani. La tecnica, le "soluzioni" sono sempre più facili e alla portata di tutti per risolvere (apparentemente) sempre più cose, problemi sempre più complessi, restano spesso però drammaticamente a terra - come dimostra anche questo caso - tutte le questioni etiche, morali, valoriali: quelle di pieno significato per la vita insomma.

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!

Guarda anche eterologa